lunedì 22 luglio 2024

I FIORETTI DI SAN GASPARE - Il merlo vola alto!

 


Il merlo vola alto!


Era appena volato al cielo D. Vincenzo Tani che il Signore volle rimpiazzarlo con un' anima altrettanto candida e dotata di virtù ancor più spiccate: D. Giovanni Merlini, nato a Spoleto il 25 agosto 1795.

Aveva tanto sentito parlare di Gaspare, e di quei santi sacerdoti di S. Felice, che senti il desiderio di salire al Convento, senza però intenzione alcuna di rimanervi. Ma appena conobbe S. Gaspare ne restò affascinato, e Gaspare di lui: il santo lo guardò, lo amò e gli disse: «Rimani con me, diventerai missionario e, nel nome del Sangue di Cristo, salverai tante anime». D. Giovanni rimase. Alla scuola di tanto Maestro, volenteroso solo di obbedirgli e d'imitarlo, raggiunse le più alte vette della perfezione, tanto da essere ritenuto addirittura più santo del Fondatore.

Gaspare lo nominò, così giovane, suo segretario; lo condusse con sé nella predicazione e, se impedito, si faceva da lui sostituire nelle Missioni più importanti e delicate. A L'Aquila, in Abruzzo, autorità e popolo in attesa di Gaspare restarono delusi e irritati all' apparrire di quel pretino biondo e scarno, ma quando lo sentirono!... A lui Gaspare affidò, sebbene giovanissimo, il compito più arduo che possa mai esservi per un sacerdote, anche il più provetto e virtuoso: la direzione spirituale della giovinetta Maria De Mattias, la futura fondatrice delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Ne fece un gioiello di santità ed oggi la veneriamo sugli altari.

Altro evento importantissimo della sua vita fu l'apostolato per la conversione dei terribili briganti della Ciociaria. Riuscì ad accattivarsene la fiducia fino al punto che, di notte, uomini così feroci si recavano ad aprirgli 1' animo, disposti ad eseguirne le raccomandazioni. Negli Archivi della Congregazione si conserva una famosa lettera scritta a D. Giovanni dai briganti, nella quale si dichiarano pronti alla resa e chiedono, suo tramite, l'intercessione di Gaspare per ottenere clemenza dal Papa.

Le fiamme che bruciavano nell'anima di D. Giovanni e ne accendevano mistici ardori e ardente zelo, erano il Sangue di Cristo e la Vergine. La vita di D. Giovanni è costellata di tanti episodi meravigliosi. Fu il secondo successore di S. Gaspare nel governo della Congregazione e la condusse a larga espansione in Italia e all'Estero, ne perfezionò le Regole e tradusse in atto con saggezza e fermezza lo spirito del Fondatore. Ottenne da Pio IX l'estensione della Festa del Prez.mo Sangue a tutta la Chiesa, e quel grande Papa lo ebbe carissimo, fino al punto da volerlo suo consigliere e confessore.

Sebbene sordo, nei colloqui di spirito con coloro che si affidavano alla sua direzione e in confessionale, sentiva benissimo. Leggeva con acutezza nel segreto delle coscienze, prevedeva il futuro e dava i consigli più adatti per il bene spirituale di chi 1' ascoltava. Riuscirono sempre esatti! I prodigi da lui operati non si contano; guarì ogni sorta di malattie e in particolare chi era affetto da cecità.

A Sonnino, la cittadina salvata da S. Gaspare dalla distruzione decretata dal Papa, perché nido dei più feroci briganti, lo chiamavano il santo che non si bagna, perché era stato visto più volte camminare frettolosamente per le vie del paese sotto una pioggia torrenziale, senza ombrello, forse dimenticato per accorrere in fretta al capezzale dei moribondi. I Sonninesi si facevano curiosi dietro i vetri delle finestre a guardarlo. «Chi è quel prete così pazzo - domandava chi non lo conosceva - che se ne va in giro senza ombrello con questo tempaccio?» «E' D.Giovanni il santo missionario che non si bagna!» rispondevano. E gli increduli, che andavano a constatare di persona erano costretti ad ammettere con stupore: «È proprio vero!»

Vittima dell'investimento d'un vetturino anticlericale, mori a Roma il 12 gennaio 1873. Negli ultimi istanti coloro che circondavano il suo letto, ebbero la certezza che D. Giovanni avesse avuto la visione confortatrice della Vergine. Infatti spirò col volto luminoso e lo sguardo in alto esclamando: «Madonna mia, speranza mia!».

Di lui 1' elogio più grande, mentre erano entrambi ancora in vita, lo fece proprio 5. Gaspare, alludendo al suo alto grado di santità: «Il Merlo vola alto, molto alto! D. Giovanni è uomo di santità e miracoli».

 

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