sabato 3 aprile 2021

TRATTATO DELLA PREGHIERA E MEDITAZIONE

 


Sabato 

In questo giorno, si deve meditare sul colpo di lancia che fu dato al Salvatore  e alla deposizione dalla croce, col pianto della nostra Signora e il rito della  sepoltura. 

Considera dunque, come, essendo già spirato il Salvatore sulla croce ed  essendosi realizzato il desiderio di quei crudeli nemici che tanto  desideravano vederlo morto, ancora non si estinse la fiamma del loro furore,  perché si vollero ancor più vendicare ed accanirsi sulle sante reliquie che  restavano, dividendo e tirando a sorte le sue vesti e squarciando con una  lancia crudele il suo santo petto.  

O crudeli carnefici! O cuori di ferro, tanto poco vi sembra che il corpo vivo  abbia patito che non volete averne pietà neppure da morto? Quale terribile  moto di rancore non si placa quando vede innanzi a sé il nemico morto?  Alzate un poco quegli occhi crudeli e guardate quel volto di morte, quegli  occhi spenti, quel viso distrutto, quel pallore e quell'ombra di morte, che,  anche se siete più duri del ferro, del diamante o di voi stessi, guardandoli, vi  ammansirete. Giunge, quindi, il carnefice con la lancia in mano e la scaglia  con forza nel petto nudo del Salvatore. Per la forza del colpo, la croce vibrò  nell'aria e dalla ferita uscirono acqua e sangue con cui furono rimessi i  peccati del mondo.  

O fiume che esci dal paradiso e irrighi con il tuo corso tutta la faccia della  terra! O piaga del sacro costato prodotta più dall'amore degli uomini che dal  ferro della lancia crudele!  

O porta del cielo, finestra del paradiso, luogo di rifugio, torre di fortezza,  santuario dei giusti, sepolcro dei pellegrini, nido di dolci colombe e letto  fiorito della sposa di Salomone!  

Dio ti salvi, piaga del sacro costato, che piaghi i cuori devoti, ferita che  ferisci le anime dei giusti, rosa di ineffabile bellezza, rubino di inestimabile  valore, porta del cuore di Cristo, testimonianza del suo amore e pegno della  vita eterna! 

Dopo di ciò, considera come la sera di quello stesso giorno giunsero quei  due santi uomini, Giuseppe e Nicodemo e, appoggiate le loro scale alla  croce, calarono a braccia il corpo del Salvatore. 

Quando la Vergine vide che, terminata la. tempesta della passione, il santo  corpo giungeva a terra, si preparava a dargli sicuro rifugio sul suo petto e ad  accoglierlo dalle braccia della croce nelle sue. Chiede quindi umilmente a  quella nobile gente che, poiché non aveva preso congedo da suo figlio ne  aveva ricevuto da lui gli ultimi abbracci sulla croce, al tempo della sua  partenza, la lascino ora ricongiungersi e non vogliano che ancora aumenti il  suo sconforto perché, se da una parte da vivo glielo hanno portato via i  nemici, dall'altra, ora, gli amici non glielo lasciano da morto. 

Quando dunque la Vergine l'ebbe fra le sue braccia, che lingua potrebbe  esprimere ciò che provò? O angeli della pace, piangete con questa santa  Vergine! Piangete cieli, piangete stelle del cielo e con voi tutte le creature  del mondo, accompagnate il pianto di Maria.  

La Madre abbraccia il corpo straziato, lo stringe forte al petto (solo per  questo le restavano le forze), pone il suo volto fra le spine del sacro capo, il  volto si congiunge al volto, il volto della santissima Madre si tinge del  sangue del figlio e quello del figlio si bagna delle lacrime della Madre.  

O dolce Madre! È questo, per ventura, il vostro dolcissimo figlio? È quello  che avete concepito con tanta gloria e partorito con tanta gioia? Che cosa è  accaduto delle vostre gioie passate? Dov'è andata la vostra passata felicità?  Dov'è ora lo specchio di bellezza in cui vi contemplavate? Tutti coloro che  erano presenti piangevano, piangevano le sante donne, i nobili uomini,  piangevano il cielo e la terra e tutte le creature accompagnavano le lacrime  della Vergine. Piangeva anche il santo evangelista e, abbracciato al corpo del  suo Maestro, diceva: " O buon Maestro! o Signor mio! chi d'ora in poi mi  insegnerà? A chi esporrò i miei dubbi? Sul petto di chi riposerò? Chi mi farà  partecipe dei segreti del cielo? Che terribile mutamento è accaduto! La notte  scorsa mi tenesti sul tuo santo petto, dandomi gioia di vita ed ora ripago quel  grande dono, tenendo te morto sul mio petto? Questo è il volto che ho visto  trasfigurato sul monte Tabor? Questa è la figura risplendente nel sole di  mezzogiorno? ". 

Piangeva anche la peccatrice, abbracciata ai piedi del Salvatore e diceva: "O  luce dei miei occhi e salvezza della mia anima! Se mi vedrò prostrata dai  peccati, chi mi accoglierà? Chi curerà le mie ferite? Chi risponderà per me?  Chi mi difenderà dai farisei? Quanto diversamente ebbi tra le mani questi  piedi e li lavai quando mi accogliesti! O amato del mio cuore! Chi potrebbe concedermi ora di morire con te? O vita della mia anima! Come posso dire  di amarti se sono viva mentre ho tè morto davanti ai miei occhi?". 

In questo modo piangeva e si lamentava quella santa compagnia, bagnando e  lavando con le lacrime il santo corpo. 

Giunta poi l'ora della sepoltura, avvolgono il santo corpo in un lenzuolo  pulito, coprono il volto con un sudario e, postolo su un giaciglio, vanno con  lui al luogo del sepolcro e lì depositano quel prezioso tesoro. Il sepolcro fu  chiuso da una pietra e il cuore della Madre da un'oscura nebbia di tristezza.  Lì si congeda un'altra volta da suo figlio, lì comincia di nuovo a vivere la sua  solitudine, lì si vede privata di ogni suo bene, lì resta sepolto il suo cuore,  dove resta il suo tesoro. 

San PEDRO DE ALCÁNTARA

Nessun commento:

Posta un commento