Preti e Vescovi vicini ai posseduti
Cristo durante la sua vita terrena incontrò più volte i posseduti dal demonio e con la sua autorità cacciò i demoni, sacrificando anche 2000 porci pur di liberare due indemoniati (cfr.Mt 8,28-32). Cristo non ha lasciato al demonio di torturare i posseduti, né li ha esposti al pericolo di morte. Ha fatto capire al demonio che era arrivato il Regno di Dio e quindi doveva lasciare liberi i redenti nel corpo e nello spirito.
Con me il demonio ha alzato il prezzo. Mi ha detto: “Facciamo un patto: io ti lascio libero Tobia e tu vieni con me”. “Carina la proposta, gli rispondo: lasci il pesce piccolo per il pesce grosso, anche se vecchiotto; preferisci il prete al laico. Dunque puoi andartene da Tobia: è solo questione di tempo e di bastonate”!
Cristo ha dato i suoi poteri, l’incarico di cacciare i demoni, alla Chiesa. Manda Apostoli e discepoli in esperienza pastorale, ad esercitare il potere concesso e in una occasione si stupiscono per non essere riusciti ad allontanare i demoni.
Chiedono a Cristo il perché. La risposta è precisa: “Questo genere di demoni non si scaccia che con la preghiera e il digiuno” (Mt 17,21). Conferma l’autorità concessa e indica i mezzi, le condizioni per esercitarla efficacemente.
Questa autorità passa ai Vescovi, successori degli Apostoli, chiamati ad esercitarla personalmente o autorizzando dei collaboratori. Un tempo questa autorità veniva concessa a tutti i sacerdoti con l’ordine minore di esorcista. Attualmente basta che il Vescovo la conferisca ai sacerdoti incaricati.
Stupisce che qualche Vescovo non voglia nominare esorcisti perché non crede alle possessioni, vessazioni e infestazioni diaboliche. Già ho detto che anch’io ero molto scettico su questi fenomeni diabolici. Conoscendo di più ho capito che la mia opinione veniva da insufficiente conoscenza, o da ignoranza, come la si vuol chiamare. Con l’esperienza ho aggiornato le mie idee e credo che dovrò aggiornarle ancor di più. Ogni Vescovo è chiamato ad approfondire la sua conoscenza per pensare e operare secondo Cristo e la Chiesa e confermare i fratelli nella fede. È grave che un Vescovo non conosca l’insegnamento di Cristo, la prassi degli Apostoli, la dottrina della Chiesa fino ai nostri giorni, e il potere avuto. Per facilitare il proprio aggiornamento e conversione non mi stanco di ripetere che la via migliore è assistere ad un esorcismo serio, impegnativo, assai doloroso per il posseduto. Ci si rende conto che, quanto è narrato nel Vangelo, è ancora attuale e che fra i compiti del proprio ministero pastorale, non può mancare il dovere del buon samaritano che si prende cura dei veri ultimi, dei posseduti dal demonio.
È un dovere di coscienza conoscere dei fratelli che soffrono, posseduti dal demonio, e del pericolo al quale sono esposti. È una categoria di persone da non confondere con i malati psichici.
Il Pastore secondo lo Spirito di Cristo, si prenderà cura della pecora malata e sofferente, o che è in balia del lupo e sta per essere sbranata.
Mi è piaciuto sentire il giovane Tobia raccontarmi la conversione di un Vescovo, da lui personalemente conosciuto nel servizio di esorcista, per liberare i posseduti dal demonio.
Non ci credeva, partecipa ad un esorcismo, approfondisce la conoscenza. Da allora per tutta la vita esercita personalmente il ministero di esorcista con grande amore.
Un Vescovo spesso trova difficoltà scegliere i sacerdoti a cui affidare l’incarico di esorcista perché non trova chi è disponibile, forse per una certa paura o perché non credono soprattutto a certe forme di presenza del diavolo. Il demonio mi ha detto che va d’accordo con preti e fedeli che hanno paura del diavolo, o credono poco alla sua esistenza o presenza, che pregano poco.
Facciamo tante iniziative per salvare un bambino, per dargli i soldi per curarsi all’estero, a volte anche per un cane o un gatto: è molto grave ignorare o trascurare questi fratelli che, a volte, soffrono da molti anni. Perdendo la sfiducia in Dio cadono nella disperazione: se non vengono aiutati, possono rischiare molto, anche la rovina eterna.
Non è moralmente onesto, accettabile far pagare ai fratelli, spesso innocenti, le conseguenze delle nostre opinioni personali o insufficiente conoscenza dell’insegnamento di Cristo o ignoranza sul problema. Qualche parroco, prevenuto, si è rifiutato di concedere un locale della parrocchia dove incontrare i posseduti per fare l’esorcismo. Vuole starsene fuori da quelle cose. Teme che le strutture ne portino le conseguenze.
Ci sono anche i casi di infestazioni, cioè abitazioni o cose che rivelano una presenza demoniaca, non una chiesa dove si svolgono gli esorcismi. Non credo che il demonio voglia coabitare con Cristo, nella sua casa.
Il Vescovo autorizzi un numero sufficiente di sacerdoti per il servizio di esorcista, i parroci collaborino sia nel concedere un locale idoneo allo scopo, sia con opportuna catechesi ai fedeli. È bene non lasciarsi prendere dalla emotività ed avere un giudizio e una prassi conforme insegnamento della Chiesa.
FRATELLO ESORCISTA
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