1. 1. Consenzio, fratello mio carissimo, tu mi hai mandato un abbondante materiale perché io lo legga. Sì, è proprio molto quel che mi hai mandato a leggere, e io già stavo preparando la risposta. Sono però stato impedito da varie altre occupazioni più urgenti, e così è trascorso un anno intero. Ora son messo alle strette, dovendoti rispondere ad ogni costo per non trattenere più a lungo il latore [del tuo scritto], che, sopraggiunta la stagione favorevole per la navigazione, desidera tornare in patria. Pertanto tutti i documenti che per tuo incarico mi ha recato il servo di Dio Leona, come li sfogliai e lessi quando mi furono recapitati, così li ho riletti più tardi, quando mi son deciso a dettare l’opera presente, valutando ogni cosa con quell’attenta riflessione che mi è stata possibile. Mi ha arrecato molto piacere la forma letteraria dello scritto, e così pure la tua conoscenza delle Sacre Scritture, l’acume del tuo ingegno, il dispiacere che ti spinge ad attaccare certi cattolici negligenti e anche lo zelo con cui inveisci contro gli eretici, compresi quelli che si tengono nascosti. Tuttavia non mi garba l’idea che per scovarli dai loro nascondigli si ricorra alla menzogna. Per qual motivo infatti cerchiamo di tenerli d’occhio e di scoprirli se non per sorprenderli e tirarli fuori in campo aperto, e così insegnar loro la verità o, quanto meno, perché essi, convinti dalla verità, non abbiano a nuocere agli altri? E questo facciamo perché la loro menzogna scompaia o sia evitata, e tragga incremento la verità di Dio. Orbene, come potrò con la coscienza a posto combattere le menzogne ricorrendo alla menzogna? Si potrà forse combattere il latrocinio con il latrocinio, il sacrilegio con il sacrilegio, l’adulterio con l’adulterio? Se infatti fosse vero che mediante la mia menzogna abbonderà la verità di Dio, diremo forse anche noi: Facciamo il male perché ne scaturisca il bene 1? La qual cosa vedi tu stesso come sia disapprovata dall’Apostolo. Che vuol dire infatti quel tuo: "Mentiamo per riportare alla verità gli eretici mentitori" se non: Facciamo il male perché ne scaturisca il bene? O dovremo per caso ritenere che la menzogna qualche volta sia una cosa buona o che, almeno qualche volta, essa non sia un male? Perché dunque è stato scritto: Tu, Signore, hai in odio chi commette iniquità; condanni alla rovina tutti coloro che proferiscono menzogna 2? Non ha infatti eccettuato nessuno né ha detto in maniera generica: Tu condanni alla rovina chi proferisce menzogna, espressione che potrebbe intendersi riferita a qualcuno e non a tutti. Al contrario egli pronunzia una sentenza universalmente valida, dicendo: Tu condanni alla rovina tutti coloro che proferiscono menzogna. O che forse per non aver egli detto: "Tu condanni tutti coloro che dicono ogni sorta di menzogna" o "che proferiscono qualsiasi menzogna" dovremo ritenere che abbia concesso facoltà di dire delle menzogne? E cioè: Ci sarà per caso una qualche menzogna che, quando la si dicesse, Dio non condanna, mentre egli condanna tutti coloro che dicono la menzogna ingiusta, di fronte alla quale ci sarebbe anche la menzogna giusta, che noi dovremmo ritenere non una colpa ma un atto lodevole?
Sant'Agostino
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