martedì 5 ottobre 2021

Cristo - e l’uomo insieme - sono il fine del mondo.

 


ILDEGARDA  DI  BINGEN

L’uomo è materia dell’incarnazione di Dio; la circolazione, la rivoluzione, il corso cosmico è voluto da Dio per l’uomo, è in funzione di lui, soprattutto in vista dell’incarnazione di Dio nella materia di questo mondo. Per Ildegarda, quest’immagine del cosmo abbraccia non soltanto le manifestazioni naturali, ma si riferisce anche ai fenomeni della cultura e della storia. L’immagine del mondo è l’uomo, nel Medioevo latino. L’antica corrispondenza macrocosmo-microcosmo, il grande l’universo e l’uomo, il piccolo universo, è a fondamento della visione cosmologica dell’uomo; cosmo e l'uomo sono interpretati insieme. Uno scrittore dell’epoca, Onorio d’Autun, descrive questa comunanza uomo e mondo nella sua opera, L’immagine del mondo.

L’uomo quando scopre, legge e comprende il libro della natura, scopre quale sia il suo posto, la sua funzione nel mondo. L’uomo, come un’aquila, che porta in alto la sua preda, sublima la natura sensibile in spirituale e trasforma così la natura esteriore in un mondo che diventa spirituale. In questo processo l’uomo riconosce la struttura dinamica dell’universo dall’interno e dall’esterno. Ogni creatura del mondo, dice un altro scrittore dell’epoca, è per noi quasi un libro, un dipinto, uno specchio, un segno sicuro della nostra vita e della nostra morte, della nostra condizione e della nostra sorte. Da qui deriva un rispetto per le cose, per il mondo e per le persone.

Ogni creatura ha il suo significato, dice Agostino. Ne deriva quindi una comprensione del mondo, come un sistema di segni del Creatore. È stato già detto che l’uomo sta al vertice dell’opera di Dio. Ildegarda, quando parla del mondo, intende anche l’uomo. La storia della salvezza è inseparabile dall’ordine della creazione della natura e del mondo. Come Ildegarda concepisce il mondo diventa chiaro, se si cerca di comprenderlo nelle sue caratteristiche. Come un mondo che Dio ha creato in bellezza e perfezione per l’incarnazione del Figlio di Dio, come pure per la risurrezione dell’uomo in un cosmo trasfigurato in una visione completa, che porta il sigillo del mistero della Trinità e rappresenta l’accesso per la comprensione del mondo e dell’uomo, del posto che l’uomo ha nel mondo e che è illustrato dal modo con cui ella lo rappresenta nelle sue visioni.

Dio non è soltanto l’interlocutore soggettivo dell’anima, ma il Creatore e il Signore del cosmo. Il mondo è il mezzo e la chiave per giungere alla conoscenza di Dio. Centro del mondo è il Cristo, il logos, il Verbo nel cosmo. L’incarnazione è come l’immagine del mondo esemplare per la struttura d’insieme del mondo e per quello dell’uomo. Il mondo è un cosmos, un insieme ordinato, da Dio creato nella struttura sensibile, perché egli vi possa assumere una struttura umana. La creazione ha per Ildegarda come fine l’incarnazione e la risurrezione dell’uomo. Cristo è diventato uomo per santificare e salvare ogni creatura. Dimora di Dio è la creazione, nella quale è stato posto l’uomo, affinché egli continuasse il suo sviluppo. Con l’incarnazione del Verbo di Dio, il mondo riceve una causa esemplare cristologica insieme alla sua fondamentale struttura antropologica. Cristo - e l’uomo insieme - sono il fine del mondo.

Sr. ANGELA CARLEVARIS osb

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