Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi
Breve premessa
di don Guido
Non importa sapere chi è l’autore di queste righe. Sono un uomo che cerca la Verità, come è dovere di ogni creatura intelligente. Non ho meriti né titoli accademici che mi raccomandino. La visione che descrivo non è una favola né un sogno o frutto di autosuggestione: è ‘un fatto reale’, non sperato, non chiesto e non accolto con docilità. La mia diffidenza, le mie reazioni di contestazione che l’hanno accompagnata, stanno a dimostrare la mia ignoranza e i miei preconcetti e la longanimità dell’Incomparabile Regista, Dio-Padre, che, non in una ‘nube di fuoco’ come a Mosè, ma in un ‘alone di luce ròsea’, mi ha seguito in diversi luoghi dentro la mia casa con un quadro visivo a colori dove mi ha fatto vedere ciò che Egli, l’Onnipresente, ha registrato nella Sua Memoria dal primo atomo alla formazione del macrocosmo, dalla prima cellula vivente, ed in particolare alla nascita della prima Bambina, ultimo atto in cui è intervenuto direttamente con la Sua Potenza Creatrice. Dopo di che ‘cessò dal creare qualsiasi altra 9 specie’, essendo raggiunto il finalismo della Creazione .
9 Per alcuni scienziati anche dopo la creazione dell’Uomo apparvero altre nuove specie inferiori. La frase biblica potrebbe esprimere in questo caso che dopo la creazione dell’Uomo, Dio non creò altre specie superiori all’Uomo.
Al termine ebbi piena coscienza della portata della rivelazione e della mia pochezza: doveva toccare proprio a me?
Capii che era un messaggio per tutti gli uomini della terra: chi mi crederà?
Mi vennero allora in mente alcune parole bibliche: “Da un testimone null’altro si richiede se non che sia fedele nel riferire”.
Prevedo che molti non crederanno. Nessuna meraviglia.
È obbligato a credere solo chi riceve la rivelazione.
Ma se la rivelazione s’accorda con i dati biblici e li spiega ed è conforme ai dati della scienza ed al retto uso della ragione, non è giusto rifiutarla.
Sarà di grande conforto per il Papa, per i Vescovi, per i Sacerdoti e per tutti i credenti nell’unico Dio, sapere che Egli parla ancora agli uomini come agli antichi Patriarchi e Profeti, a tu per tu, con grande familiarità e magnanimità, anche scherzando.
Non si offendano gli Ebrei e i Musulmani se Dio ha parlato ad un Sacerdote della Chiesa Cattolica Apostolica Romana e perseguitata. Egli parla a chi vuole, quando lo crede più opportuno e rivela le cose che la scienza non riesce a scoprire, oppure che essa interpreta erroneamente.
È nel Suo stile scegliere per Suoi messaggeri e confidenti persone non quotate per posizione sociale o per intelligenza. Richiede solo “ut fidelis qui inveniatur”, cioè che il messaggero trasmetta fedelmente il Suo messaggio.
Non mi ha detto di scrivere il Suo messaggio, né di trasmetterlo a voce o per iscritto, ma è evidente che questa rivelazione è per il bene dell’umanità credente e non credente.
Come renderne convinti i poligenisti?
La mia testimonianza non basta.
Se vedessero anch’essi e sentissero ciò che mi fu detto, crederebbero? Forse alcuni di essi sarebbero ancora più diffidenti di quanto non lo sia stato io all’inizio e crederebbero ad un’allucinazione, se non ad un’autosuggestione.
Io cercavo la verità su alcuni problemi e la VERITÀ STESSA mi è venuta incontro inaspettata, immeritata, chiara, sovrabbondante, bella, confortante.
“Volentibus et conantibus Deus non denegat gratiam”, Dio non nega la conoscenza di Sè a coloro che desiderano e insistono nella ricerca della verità.
Quanto scrivo può essere dichiarato di origine soprannaturale solo dalla competente Autorità Ecclesiastica, la quale, pur riconoscendone l’autenticità, può fare le sue ricerche sulla opportunità della pubblicazione di tutto o di certe parti dello scritto.
Mi sottometto a qualunque decisione verrà presa dal Magistero Ecclesiastico, sia sul contenuto della visione che sul commento esplicativo che l’accompagna10.
10 L’intenzione di don Guido era retta, ma l’incredulità e le difficoltà incontrate nei suoi Superiori non gli consentirono di veder realizzato il suo desiderio. Questo è il motivo per cui, dopo la sua morte, ho ritenuto opportuno pubblicare l’Opera, considerandola patrimonio dell’umanità intera.
Don Guido Bortoluzzi
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