MICHELA
La mia lotta per scappare dall'Inferno
La sintesi di Edith Stein
Da quel giorno veramente il mio cammino è radicalmente cambiato, perché ho scoperto di avere una madre speciale, che è al mio fianco ventiquattro ore su ventiquattro. Anche il mio modo di riflettere e di prendere decisioni si è modificato, perché oggi penso: "Io farei così. Ma se ci fosse Maria al posto mio, come agirebbe?". La Madonna è entrata con delicatezza dentro la mia vita e mi ha fatto comprendere un mistero nuovo, che ha rappresentato una svolta nel mio quotidiano: si tratta del silenzio di Maria sotto la croce.
Quando in precedenza incontravo la croce, quando provavo sofferenza, scappavo a gambe levate, o perlomeno cercavo di annegare questa sofferenza nella droga, nel sesso, nel lavoro. Non appena mi sono resa conto che la Madonna per prima ha vissuto il dolore estremo di una madre che vede uccidere il figlio, e poi lo tiene fra le braccia ormai morto, ho compreso che ciò che ha riscattato quel dolore - e che ha consentito a lei di diventare madre dell'intera umanità - è stata la trasformazione di quel dolore in amore totale e infinito per quegli stessi uomini che le avevano tolto il figlio.
Allo stesso modo ho scoperto come fosse possibile vivere il voto della gioia, che è la caratteristica fondamentale di Nuovi Orizzonti. È facile infatti vivere la gioia quando tutto va bene, molto meno lo è quando le situazioni non sono piacevoli, quando sperimenti l'abbandono e l'angoscia. Ma Gesù ha vissuto prima di me il tradimento di Giuda e di Pietro, addirittura ha sentito la lontananza del Padre (con quel terribile grido sulla croce: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»), ha vissuto l'insulto e lo scherno.
La modalità giusta, che mi ha insegnato Chiara alla scuola della Madonna, è allora quella stessa di Gesù, che nel momento più terribile si diede totalmente a Dio: «Nelle tue mani consegno il mio spirito». Ogni giorno sono richiamata a questo gesto di affidamento e la mia mentalità immediatamente cambia, perché mi sento spinta ad amare ogni fratello che ho accanto.
Un'altra modalità è quella del perdono. L'ho sperimentato definitivamente un Sabato Santo di alcuni anni fa, quando mi sono trovata a rimuginare tutti i ricordi drammatici che avevo nella mente e che continuavano a causarmi una grande sofferenza. A un certo punto ho pensato: "Indipendentemente da ciò che è accaduto, da chi mi ha provocato dolore, da chi ha abusato di me, offro il mio perdono a tutto e a tutti e prego per loro". Da quel momento una nuova pace interiore si è diffusa in me.
Non mi interessa conoscere i frutti della mia preghiera, ma so che ha un effetto concreto. L'ho sperimentato in prima persona perché, quando si concluse quello che scherzosamente definiamo il "circo degli esorcismi", padre Raffaele mi raccontò che in numerosi monasteri di clausura avevano pregato per me. Allora mi sono detta che dovevo in qualche modo ricambiare, e ho cominciato un giro per andare a dire di persona il mio grazie a queste monache. Per me è stata un'esperienza bellissima vedere queste suorine contente di poter guardare in volto una che affermava: «La vostra preghiera mi ha permesso realmente di passare dalla morte alla vita». E so che, dopo la mia testimonianza, in diversi monasteri hanno cominciato a fare ogni sabati notte una veglia di riparazione per gli oltraggi e i sacrilegi praticati dalle sette.
Come sintesi di tutta la mia vita mi piace citare una frase di Edith Stein. Si tratta della grande filosofa tedesca, nata in una famiglia ebrea e convertitasi al cattolicesimo, che morì ad Auschwitz nel 1942, dopo essere divenuta monaca carmelitana. Nel 1998 Giovanni Paolo II la proclamò santa e nel 1999 là nominò compatrona d'Europa. Quando scelse di farsi battezzare, sua madre gliene chiese il motivo e la sua risposta fu: «Cercavo l'amore e ho incontrato Gesù».
Anch'io ho sempre cercato l'amore, anche se per buona parte della mia vita l'ho fatto nei posti e nei modi sbagliati. Volevo pace e felicità, ma nella droga e nel sesso ho raccolto soltanto distruzione e morte. Il motivo è che l'odio ha generato odio: l'atto di non-amore da cui ha avuto origine la mia storia si è perpetuato in una catena apparentemente senza fine.
Quand'è che questa catena si è spezzata? Nell'esatto momento in cui ho incontrato l'Amore vero, quello di Gesù Cristo, fisicamente rappresentato dall'amore di Chiara e degli altri fratellini di Nuovi Orizzonti. Seguire Gesù non è facile: è una vera scalata verso l'alto (mentre seguire gli inferi è proprio un'autostrada in discesa! ). Ricordo sempre con un sorriso la frase che mi rivolse il mio vescovo al momento del rinnovo delle promesse in comunità: «Ma sei proprio sicura di volerti sposare con uno che sta in Cielo e che non vedi mai?».
In ogni scalata che si rispetti c'è però un capocordata, che aiuta i tuoi passi nel momento in cui sei stanco e ti sembra di non farcela più. Il mondo propone un amore "usa e getta", rispetto al quale quello cristiano è un amore apparentemente folle. Ma questa pazzia è l'unica in grado di donarmi la pace, la serenità, la pienezza della gioia.
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