LETTERA 24
A Maria Kolbe, Cracovia S.l.G.C.
Roma 20 IV 1919
Carissima mamma!
Con grande consolazione e tristezza insieme, come puoi immaginare, ho letto la tua lettera del 23 febbraio.
Povero Franco... Non riesco a comprendere la misericordia divina nei miei riguardi... Fu lui per primo a chiedere di essere ricevuto nell'Ordine... Insieme ci eravamo accostati per la prima volta alla santa Comunione, al sacramento della Cresima, insieme a scuola, insieme in noviziato, insieme abbiamo emesso la professione semplice...
Prima del noviziato ero stato piuttosto io che non volevo chiedere l'abito, anzi volevo distogliere anche lui... ed allora avvenne quel fatto memorabile, allorché, mentre stavo andando dal P. Provinciale1 per dirgli che io e Franco non volevamo entrare nell'Ordine, ho sentito il suono del campanello che mi chiamava in parlatorio. La Provvidenza divina, nella sua infinita misericordia attraverso l'Immacolata, ha mandato te, mamma, in un momento così critico a farci visita. E così Iddio ha sconvolto tutte le trame del demonio. Sono già trascorsi quasi nove anni da quel momento; ci ripenso ancora con timore e con riconoscenza verso l'Immacolata, strumento della misericordia divina. Che cosa sarebbe avvenuto se in quel momento Ella non avesse steso la sua mano?...
Franco, proprio lui, mi ha attirato con il suo esempio a questo porto di salvezza; io volevo uscire e dissuadere anche lui dall'entrare in noviziato... Ma ora... Ogni giorno, nel «memento» della santa Messa, lo offro all'Immacolata e confido (come anche tu, mamma) che prima o poi Ella otterrà pietà dalla misericordia di Dio.
Quanto a papà, non so che dire; ogni giorno lo ricordo nella santa Messa. Se avessi una notizia sicura della sua morte2, almeno celebrerei la santa Messa per la sua anima e in collegio (come è consuetudine) si canterebbe per lui una santa Messa. Ma se fosse ancora vivo? Il P. Rettore [P. Stefano Ignudi] mi ha permesso (se sarà possibile) di fare delle ricerche per mezzo dei giornali russi. Io conosco qui un cittadino russo, perciò vedrò che cosa si potrà combinare. Ho affidato anche tutto questo problema alle mani dell'Immacolata, nostra Mammina, affinché Ella lo risolva come meglio Le piacerà. Ti ricordi ancora, mamma, quando io dovevo sostenere l'esame per la scuola commerciale? Tu dicesti che se lo avessi superato, saresti diventata una regina; mentre papà affermava che sarebbe diventato un vescovo, Io, con l'aiuto di Dio, per intercessione dell'Immacolata, ho superato l'esame; tu, mamma, puoi dire di aver realizzato il tuo, desiderio, ma papà?... Rimetto tutto alla misericordia di Dio, all'Immacolata.
Quanto a Fr. Alfonso, sia benedetto Iddio attraverso l'Immacolata, per tutto quello che si degna concedergli - beato lui! Ma bisogna pregare, perché possa perseverare fino in fondo e cresca sempre più, senza limiti nell'amore. Cara mamma, per questo stesso scopo prega anche per me, soprattutto per quel «senza limiti» e perché questo amore possa aumentare sempre più e il più rapidamente possibile.
Quanto al mio ritorno i non posso, dirti ancora nulla, perché, a causa della guerra, i miei superiori fino a questo momento non mi hanno comunicato alcuna notizia. Di sicuro saprò tutto per Pentecoste, perché in quel tempo si svolgerà qui a Roma il Capitolo Generale e, se sarà possibile, parteciperà pure il P. Provinciale [P. Luigi Karwacki]. Probabilmente sarò presente alla professione di Fr. Alfonso 4. Del resto, in questi tempi, è difficile sapere qualcosa di più preciso, perché chissà se - quando sarà giunto il momento - la via del ritorno sarà aperta? Lasciamo ogni cosa alla Provvidenza di Dio, nelle cui mani si trova il mondo intero e tutti i suoi avvenimenti. Iddio, per mezzo dell'Immaco1ata, disponga come meglio preferisce: questo sarà anche per noi la cosa migliore.
Chiedendoti una preghiera,
il figlio sinceramente affezionato
P. Massimiliano M. Kolbe
«Buone Feste» (anche se arriverà in ritardo)5.
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(1) p. Pellegrino Haczefa era stato Ministro Provinciale della Provincia religiosa polacca dei Frati Minori Conventuali negli anni 1905-1914. La mamma si era recata a Leopoli in tale occasione per informare i figli Franco e Raimondo che, dopo lunghe conversazioni con il marito, ambedue avevano deciso di abbandonare il mondo e di consacrarsi a Dio in modo più perfetto: il padre si sarebbe ritirato a Cracovia come terziario francescano, la madre presso le Monache Benedettine di Leopoli. Di fronte a tale decisione dei genitori, Raimondo decise finalmente di abbracciare la vita religiosa. In precedenza, la fantasia gli aveva posto davanti agli occhi la via del servizio militare per la liberazione della, Polonia. - (2) Non sono note tutte le circostanze della morte di Giulio Kolbe. Secondo la deposizione di Francesco Langer (fatta nel 1954), «allorché Pilsudski organizzò le legioni, schierandosi contro la Russia degli zar, Giulio Kolbe fu tra i primi ad entrare nelle file dei legionari per combattere contro gli occupanti. Parti da Cracovia con un reparto di legionari, che combattevano dalla parte dell'Austria, in direzione di Olkusz e ivi rimase circondato dai russi. L'intera compagnia fu fatta prigioniera. Giulio Kolbe, essendo ufficiale, fu impiccato. Testimone oculare della morte di Giulio Kolbe fu un legionario con il quale mi sono incontrato casualmente nel 1928 a Czestochowa, mi pare. La morte del Kolbe potrebbe essere avvenuta sul finire di settembre o al principio di ottobre del 1914» - cf. Dokumeniy I, p. 40. - (3) Con l'anno scolastico 1918-1919 P. Massimiliano terminò la teologia a Roma nella pontificia facoltà teologica dei Frati Minori Conventuali; concluse gli studi accademici con il dottorato in teologia, conseguito il 22 VII 1919. Lasciò Roma il 23 VII 1919 con un treno della Croce Rossa e giunse a Cracovia la notte tra il 28 e il 29 VII 1919. - (4) Fr. Alfonso Kolbe emise la professione solenne il 22 II, 1920 a Cracovia - cf. SK 988 H, in data 27 II 1920. - (5) La festa di Pasqua del 1919 cadde il 20 aprile, ossia il giorno stesso in cui P. Massimiliano scrisse la presente lettera.
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