IL DIVINO PROGETTO
1. GESÙ IDEALE DI DIO E DELL'UOMO
Quanto la Rivelazione ci dice potremmo così enunciarlo: Dio vede certamente se stesso. Quell'immagine di sé non è passeggera, né accidentale, ma è vivente: è il Verbo. Nel Verbo il Padre vede il modello di tutto quello che vuole creare e lo crea con una Parola, ossia per mezzo dello stesso Verbo; e, siccome ama infinitamente il Verbo, crea tutto per lui: « Tutto è stato fatto per lui e senza di lui niente è stato fatto di ciò che fu fatto » (Gv. 1,2).
Dio non ha bisogno di nulla; anzi egli è Dio precisamente perché non ha bisogno di nulla. Per tal motivo tutto quello che egli crea lo crea per amore; ossia ogni cosa creata è in definitiva un atto di Amore, di quell'Amore infinito del Padre e del Figlio, che è lo Spirito Santo.
Dio nulla odia di quanto ha creato; se l'odiasse non l'avrebbe creato (Sap.11,25). Avendo creato per amore, ha creato gli esseri esistenti perché vivano. Egli non ha creato la morte; la morte è entrata nel mondo a causa del peccato (Rom. 5,12). Dio ha creato l'uomo perché vivesse e fosse felice. Non trovando l'uomo la felicità in questa vita, qualunque ne sia stata la causa, Dio deve rendergliela possibile in un'altra vita: tale felicità non può essere altro che la partecipazione della stessa felicità di Dio, perché solo così Dio poteva dare la prova del suo massimo e infinito amore agli uomini. « Dio, infatti, è amore » (Gv. 4,8). Per mettere gli uomini in grado di partecipare della sua felicità, Dio doveva mostrare come egli stesso è fatto, affinché gli uomini potessero imitarlo e raggiungere così tale felicità. Per tal motivo il Verbo si è fatto uomo. Gesù è l'ideale perfetto di Dio, ossia è l'uomo perfetto, così come Dio lo vuole: d'altro lato solo Dio poteva realizzare il suo ideale perfettamente. Gesù è contemporaneamente l'ideale perfetto dell'uomo ossia di come l'uomo deve divenire per divenire Dio, giusta l'espressione sintetica e bellissima di S. Agostino: « Dio si è fatto uomo affinché l'uomo divenisse Dio »; ossia si divinizzasse.
Un giorno S. Filippo chiede a Gesù: « Signore, mostraci il Padre e ci basta ». Gesù gli dice: « Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi vede me, vede anche il Padre » (Gv. 14,9).
Quando vogliamo vedere come è fatto Dio, basta vedere come è Gesù. Gesù è: infinitamente sapiente; egli sa tutto, vede anche i pensieri; ogni pagina del Vangelo ci mostra una saggezza alla quale nessun filosofo e nessun sapiente sono giunti, né sarebbero potuti giungere; infinitamente buono e sensibile: si commuove dinnanzi alle turbe che sono come pecore senza pastore, dinnanzi a ogni bisogno e ad ogni sofferenza; piange sulla tomba di Lazzaro; è disponibile verso tutti, dice sì a tutti, ascolta ogni preghiera, soccorre ogni bisogno, guarisce ogni ammalato che ricorre a lui; infinitamente puro: in lui nessun peccato di nessun genere, neanche mai la minima impazienza, o la minima vanità, o una sola parola inutile; infinitamente dolce ed umile con tutti, anche con i più grandi peccatori: « Egli non è venuto a spegnere il lucignolo fumigante, né a spezzare la canna fessa» (Mt. 12,20).
Egli dice: « Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo non perché condanni il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo suo » (Gv. 3,17). Egli è infinito amore al Padre e agli uomini e per loro vive e per loro muore. « Nessuno ha amore più grande, egli dice, di colui che dà la vita per la persona amata » (Gv. 15,13).
L'uomo non avrebbe potuto neanche concepire tale ideale. Senza Gesù l'uomo non avrebbe potuto mai divenire uomo perfetto.
« Egli, dice Le Compte du Nouy, è il termine supremo dell'evoluzione. Dopo di lui non resta all'uomo che andare dietro di lui ». Quando Le Compte du Nouy cominciò a studiare Gesù era ateo. Quando scrisse queste parole nel suo libro L'uomo e il suo destino e vi meditò sopra, finì per convertirsi e divenne fervente cattolico.
Padre Ildebrando A. Santangelo (Servo di Dio)
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