Comincia un'Opera a ben vivere, partendosi dal male per volere far bene, secondo che ci ammaestra David profeta.
Declina a mal o, et fac bonum, inquire pacem, et persequere eam.
Dilettissima in Cristo figliuola, parlando lo Spirito Santo per la bocca del profeta David, dice all'anima peccatrice, che si è partita da Lui, volendole mostrare a che modo ci possa ritornare, e dice: «Pàrtiti dal male, e fa' bene, cerca la pace, e persevera in essa», mostrandoci, che quando siamo separati, e partitici dalla grazia di Dio, a volerei far ritornare, che ei bisogna quattro cose, le quali sono collegate insieme nel salmo. La prima dice: Pàrtiti dal male. E non istando contento a questo, soggiunge e dice: E fa' bene. E anco non gli pare che questo basti, che aggiugne la terza, e dice: Cerca la pace. E poi conchiudendo la quarta, come se volesse dire: Da poi che tu hai trovato detta pace, persevera in essa.
Or notate bene, figliuola mia, come bene ei ammaestra lo Spirito Santo, per la bocca del profeta, di doverci partire dal male, per dovere far bene; e come bene gradatamente pone l'una dopo l'altra. E per meglio darvela ad intendere, vi do questa similitudine: Uno che avesse avuto uno bello giardino, e per sua negligenza lo avesse lasciato insalvatichire e imboschire, a voleri o addomesticare, li bisognerebbe fare quattro cose, innanzi che d'esso giardino potesse avere frutto e consolazione.
La prima, li bisognerebbe tagliare le legna, le spine, e le male erbe; e questo l'assomiglio alla prima parte, che dice il profeta, cioè: Pàrtiti dal male. La seconda, li bisognerebbe diradicare e stirpare bene ogni radice e barba, che fusse nel campo di detto giardino; e questo si appartiene alla seconda parte, cioè: Fa' bene. La terza, di lavorare e seminare la terra; e questo s'appartiene alla terza parte di quello che dice il profeta, cioè: Cerca la pace. La quarta e ultima cosa, che bisogna fare a quello che ha disboscato il suo giardino, si è di ricogliere i frutti, e godere di essi; e questo s'appartiene alla quarta parte di quello che c'insegna e mostra il profeta, dicendo: E persevera in essa.
Quello che vuole Dio da noi e che intendiamo per le sopraddette quattro parole, in brieve si è questo: la prima cosa che vuole da noi si è, che ci partiamo dal mal fare; la seconda, che cominciamo a far bene; la terza, che in esso ben fare sempre cresciamo, insino a tanto che siamo perfetti; e la quarta ed ultima, che con gaudio e sicurtà aspettiamo la corona di vita eterna.
Il nostro Padre celestiale, figliuola mia, sì ha creato le anime nostre alla sua santissima imagine, e halli dato la terra del corpo nostro per giardino e orto, a ciò che in esso ci esercitiamo, lavorandolo e coltivandolo; seminando in esso buon seme, cioè facendo buone opere, a ciò che quando sono maturi i frutti, e venuti a perfezione, possiamo vivere e godere di essi. E che questo sia vero, cel mostrò Iddio nel Genesi, quando dice che, come Dio ebbe fatto l'uomo, lo messe in paradiso, a ciò che in esso adoperasse, e guardasselo. Come se volesse dire, che mentre che stiamo in questo mondo, a volere possedere il paradiso nell'anima nostra, cioè la dolcezza della buona coscienza, prima ci dobbiamo esercitare al ben fare, e poi guardarci dal male. La qual cosa volendoci dichiarare l'Apostolo, dice: «Lo regno del cielo è in noi»; cioè, in nostra podestade, a volerlo o no, per lo libero arbitrio che ci ha dato, a potere fare male e bene.
E in altro luogo dice: «La gloria nostra è la testimonianza della coscienza nostra». Onde, a volore avere perfetto frutto d'uno giardino, che sia insalvatichito, a voleri o addomesticare, non è possibile che mai se ne possi avere buon frutto, né consolazione, se prima non si fa in esso le sopradette quattro cose: cioè, tagliare la legna, dibarbare le male radici, lavorare e seminare la terra, e poi godere e vivere de' frutti che in esso s'è seminato.
Or che utile sarebbe a volere addomesticare il giardino, solamente a tagliare le legna, e l'altre male erbe, se l'uomo poi non seguitasse le altre tre cose di sopra proposte? E anco, che pro farebbe se l'uomo, poi che ha tagliato le legna, se prima non diradicasse e stirpasse di detta terra le sue male radici, e lavorasse la terra? Benché in detta terra nascesse alcuna cosa che l'uomo vi seminasse, non sarebbe mai netta né perfetta, per rispetto che nascerebbe sopra le male radici, e meschiata col seme delle male erbe, le quali prima non furono stirpate. Bisogna dunque per forza, a chi vuole avere utile e consolazione del giardino, in ogni modo distirpare le male radici delle male erbe che vi sono nate.
Ed anco, fatto questo poi, non basta, se l'uomo non lavora e semina la terra, a volere vivere e godere d'essa sementa, quando i suoi frutti sono pervenuti a perfezione. Che gioverebbe ad uno, che facesse le tre cose nominate, e non la quarta? Cioè, se tagliasse le legna, e stirpasse le male radici, e lavorasse e seminasse la terra, e poi non volesse godere de' frutti che nascono in detto giardino?
Or così, figliuola mia, voglio dire spiritualmente: chi desidera di pervenire a perfetto conoscimento di Dio, li bisogna fare queste quattro cose, che lo Spirito Santo ci comanda per la bocca di David. Cioè, che prima ci partiamo e lasciamo il mal fare; la seconda, che noi diradichiamo e stirpiamo da noi ogni mala consuetudine; la terza, che noi ci esercitiamo nelle buone opere; e la quarta che in esse buone opere perseveriamo insino alla morte: a ciò che, finendo in esse corporalmente questo poco di tempo che ci abbiamo a stare, possiamo per esse poi ricogliere in quella beata patria quelli gloriosi cibi, li quali ci abbino a dare vita sempiterna.
Or dunque, figliuola mia, poiché è piaciuto a Gesù Cristo benedetto, ortolano e coltivatore delle anime nostre, d'avere visitato l'orto dell'anima vostra, e, per la grazia che Egli v'ha dato, già avete cominciato a disboscare l'orto dell'anima vostra, per desiderio d'addomesticarlo, per poter vivere e avere piacere e consolazione di esso (per la qual cosa avete fatta la confessione generale); ora è di necessità, a volere voi avere buon frutto, e consolazione delle opere buone, come voi avete desiderio di fare, che voi seguitiate le altre tre virtù, che lo Spirito Santo ci comanda per la bocca del profeta, a ciò che possiate poi pervenire al riposo della pace.
La prima cosa dunque che vuole che noi facciamo, si è che ci partiamo dal male, onde dice: Pàrtiti dal male; il quale consiste d'essersi pentito, e partito dal male, e confessatosene. Al qual passo la carità vostra è pervenuta.
La seconda dice: E fa' bene; cioè, ingegnarci con tutto il cuore, e con tutto il nostro sforzo, di stirpare da' nostri cuori ogni passione, e mala radice d'odio, e di rancore, e di superbia, e d'invidia, e d'ogni altro vizio, che per lo passato sia regnato in noi. Però che così, è impossibile cosa che noi possiamo fare frutto spirituale all'anime nostre, né avere sollazzo e piacere dell'orto della buona coscienza, facendo le buone opere, tenendo e regnando anca in noi le male radici delle nostre passioni e vizi passati; come è impossibile materialmente a far frutto a quello seme, che seminassimo sopra la terra, nella quale ancora vi fusse le male radici, o altri arbori, che prima non gli avessimo divelti e diradicati.
E però disse Gesù Cristo benedetto, il quale discese di cielo in terra, solamente per mostrarci per qual via si dovesse andare a cielo, onde grida e dice: «Chi vuole venire doppo me (cioè, a vita eterna) anneghi sé medesimo (cioè, ogni passione e ogni amore proprio); e pigli la croce sua (cioè, facci quel bene che può, secondo la sua possibilità), e seguiti me per la via dell'umiltà». E in un altro evangelo dice: «Chi non ha in odio lo suo padre, e la sua madre, e la sua moglie, e i suoi figliuoli, e i suoi fratelli, ed eziandio l'anima sua, non può essere mio discepolo»; cioè, non può godere della mia consolazione, che sono maestro.
Per la qual cosa, figliuola mia, si può chiaramente comprendere che questo nostro buon Ortolano delle anime nostre, la prima cosa che vuole e che richiede da noi, doppo che ci siamo partiti dal peccato, si è che tegnamo il nostro proposito fermo a non volere più peccare; e poi, con ogni nostro sforzo, attendiamo a vincere noi medesimi, e stirpare da' nostri cuori ogni vizio e passione, per modo che non ce ne rimanghi nulla radice; a ciò che, stirpati li vizii, le virtù vi si possino fermare e bene radicare. Onde sono molti, e volesse Dio che non toccasse a troppi! che non intendendo il fatto loro, né per che via si perviene a qualche perfezione, o gusto e calore di Dio, s'aiutano pure a digiunare, e affliggere il corpo, e combattere col sonno, e a dire de' paternostri, e non hanno cura di stirpare e di radicare da' loro cuori le loro passioni.
Questi tali poco frutto fanno alle anime loro, però che vogliono seminare le virtù sopra i vizii: e tanto è impossibile che possino sentire gusto di Dio, né fare buon frutto, come già dissi, come, a potere fare fruttificare la terra seminando il buon seme sopra le male radici. Questi tali sono quelli di che disse il Signore nel vangelio, per similitudine di quello che gittò il seme sopra le spine, che, perché non furono prima divelte, affogarono il buon seme.
Or così dico di questi tali, che fanno le virtù, senza curarsi di stirpare i vizii da' loro cuori: di ogni cosa che veggono, rimangono scandelezzati; e di ogni cosa che non paia loro che non sia così ben fatta, giudicano in male, e mormorano, e ogni picciola cosa gli scandalizza. E questo non procede da altro, se non che non gustano alcuna dolcezza o sapore di Dio; e non gustando di Dio, il demonio, come padrone e possessore di quelle male opere, abita anco in esse, come in casa sua. E però è necessario e bisogno che la prima cosa che noi facciamo, si è che noi istirpiamo da noi il male, e poi, come dice il profeta, facciamo il bene.
Per la qual cosa, figliuola mia, conforto la carità vostra, poiché vi disponiate a volere apparecchiare l'anima vostra per abitazione e camera di Spirito Santo, che tutto lo vostro studio sia di vincere voi medesima, cioè, discacciare da voi perfettamente ogni mal a radice, che la coscienza vostra giudica regnare in voi. Onde, sopra dette quattro cose, a vostro aiuto e conforto dirò qualche cosa, facendo ad ognuna speziale capitolo a sé.
SAN ANTONINO
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