Visita nos in Salutari tuo!
1. Quando un Re od un Principe pio ed umano visita a domicilio un suo suddito povero od infermo, gli suole apportare non solo conforto morale e consolazioni spirituali, ma gli lascia da provvedere ai bisogni corporali e materiali tanto suoi quanto della famiglia. Dite lo stesso allorquando un Sovrano ammette alla sua udienza un poveretto da lui conosciuto bisognoso di qualche grazia speciale. Se non gliela volesse accordare, non gli darebbe l’udienza. Non è vero? Eh sì! Ed io lo so per prova.
2. O mio pietosissimo Re e Signore, non v’è stata volta che vi siate degnato di accogliere le mie umili visite senza congedarmi con qualche segnalato favore, con qualche regalo degno della vostra sovrana munificenza. Ve ne ringrazio, Sacramentato mio Gesù, ve ne ringrazio con tutto il cuore. Incoraggiato dall’usata vostra bontà, oggi mi son fatto animo di venire a chiedervi una nuova grazia; ma mi bisogna perpetua. Vorrei che vi degnaste di accettare l’offerta che vi presento del mio povero cuore. Gli è infermo; ha bisogno di essere sanato. È triste e dimesso: abbisogna di esser da Voi sollevato e consolato. La dimanda è forse troppo presuntuosa?… Ma che volete? Non ho altra speranza che in Voi. Voi lo dovete tenere unito al Cuor Vostro divino, altrimenti corre pericolo di andare vagando di qua e di là con affezioni che potrebbero allontanarlo da Voi, e fargli dimenticare l’amor vostro.
3. Vorrei poter essere un Luigi Gonzaga per formare con Voi quell’unione costante e continua ch’egli mantenne con Voi, e se non così attuale, almeno virtuale. O Santo mio Protettore, vero Angelo in carne, intercedetemela voi, ottenetemela voi questa grazia dall’amorosissimo Cuor di Gesù, nel quale esalaste l’ultimo sospiro di amore nel dì della sua Festa! Oh fosse dato alla misera mia umanità di poter passare spiritualmente tutte le ore e tutti i momenti della vita qui alla vostra conversazione!
4. Gesù mio, voi conoscete la mia fralezza, e come per l’umana condizione sono costretto specialmente di notte, di concedere alle inferme mie membra alquante ore di riposo. Ah, se in virtù della unione che vi rinnovo, voleste degnarvi di visitarmi, anche mentre dormo, con dei sogni amorosi, onde farmi provare come, nel mentre che il corpo giace assopito nel sonno, il cuore può vegliare nell’amor vostro; oh quanto ne sarei felice! So che Voi col Cuore vigilate sempre al bene mio anche quando sembra che dormite. Ego dormio; et cor meum vigilat. Dunque fate che di notte anche il cuor mio resti vigilante, come il vostro, nell’amore e nel desiderio di essere e di stare qui in vostra compagnia. Oh, se ogni volta che mi sveglio potessi dirvi dal giaciglio: Signore, probasti cor meum et visitasti nocte!… Memor fui tui super stratum meum, in mattutinis meditabor in te!… Ego dormivi, et soporatus sum; sed exurrexi, quia suscepisti me!… Ma non ne sono degno. Però se agli estremi della mia vita vi degnerete di visitarmi personalmente nel tugurio della mia celletta, come ve ne prego e lo spero; deh, che quella visita salutare siami cagione della vita eterna! Visita me in Salutari tuo: futuræ gloriæ nobis pignus datur.
5. O Signore, giacchè vi siete degnato anche oggi di ammettermi alla vostra Sovrana Udienza, e mi permettete di cercarvi grazie, ascoltate la mia preghiera! Una grazia sola vi cerco; non me la negherete. Vi supplico che un giorno a vostro piacimento mi graziate della restituzione di questa visita, non già pubblicamente, ma privatamente e spiritualmente secondo l’uso vostro divino. Venite a visitare la povera casa dell’anima mia. Sapete quanto sono infermo e bisognoso. Soltanto che Voi comparite a darmi un’occhiata di amorevole compatimento, io sarò risanato, riacquisterò le forze spirituali e resterò provveduto di quanto mi occorre per conservarmi fedele al vostro servizio. Voi siete medico, e siete anche medicina, di salute: Domine Deus salutis meæ! Dunque redde mihi lætitiam salutaris tui et spiritu principali confirma me; affinchè possa servirvi ed amarvi con trasporto di suprema allegrezza, e con quello spirito primiero e fervoroso, che vi degnaste di farmi provare nel principio della mia conversione a Voi! Questo spirito rinnovate, accrescete e confermate in me, onde mai più l’anima mia illanguidisca e venga meno nel vostro amore. Spirito di fede, di confidenza, di fervore e di unione; spirito tutto secondo il Cuor vostro. Allora lo spirito mio esulterà in Voi, mio Dio e Salvatore. Allora anche dormendo veglierò accanto al Cuor vostro. Allora il mio spirito diverrà dolce e soave come il vostro: et exultavit spiritus meus in Deo Salutari meo spiritus meus super mel et favum, perchè assumerà da Voi maggior dolcezza e soavità: hereditas mea super mel et favum.
6. Oh si, Gesù mio, trasformatemi tutto in Voi mediante questa unione perfetta di spirito e di cuore! Dite all’anima mia una di quelle vostre parole onnipotenti, che la faccia liquefare d’amore: Anima mea liquefacta est, ut dilectus locutus est. Fatemi dunque la carità della visita che vi ho dimandata. Venite nella povera casa dell’anima mia; onde, presente Voi, io entri in quella inalterabile pacifica quiete, che è il carattere distintivo de’ vostri discepoli. Intanto lasciatemi riposare nel vostro amorosissimo Cuore, in pace in idipsum, dormiam et requiescam. Sì, in esso riposerò con singolare e sicura speranza d’essere stabilmente confermato nella vostra grazia: quoniam tu, Domine, singulariter in spe constituisti me: Amen, amen!
7. O Maria, Madre amorosissima di Gesù, e Madre pur mia di pietà e d’amore, intercedetemi Voi col vostro caro sposo questa grazia dal figliuol vostro; ond’io diventi con voi tutto suo, posseduto stabilmente e perpetuamente dal suo buon Cuore! E così sia.
Francesco Spinelli
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