venerdì 12 novembre 2021

Conversazioni Eucaristiche

 


Visita nos in Salutari tuo! 

 

1. Quando un Re od un Principe pio ed umano visita a domicilio un suo suddito povero od infermo, gli suole apportare non solo conforto morale e  consolazioni spirituali, ma gli lascia da provvedere ai bisogni corporali e  materiali tanto suoi quanto della famiglia. Dite lo stesso allorquando un  Sovrano ammette alla sua udienza un poveretto da lui conosciuto bisognoso  di qualche grazia speciale. Se non gliela volesse accordare, non gli darebbe  l’udienza. Non è vero? Eh sì! Ed io lo so per prova. 

2. O mio pietosissimo Re e Signore, non v’è stata volta che vi siate degnato di accogliere le mie umili visite senza congedarmi con qualche segnalato  favore, con qualche regalo degno della vostra sovrana munificenza. Ve ne  ringrazio, Sacramentato mio Gesù, ve ne ringrazio con tutto il cuore.  Incoraggiato dall’usata vostra bontà, oggi mi son fatto animo di venire a  chiedervi una nuova grazia; ma mi bisogna perpetua. Vorrei che vi degnaste  di accettare l’offerta che vi presento del mio povero cuore. Gli è infermo; ha  bisogno di essere sanato. È triste e dimesso: abbisogna di esser da Voi  sollevato e consolato. La dimanda è forse troppo presuntuosa?… Ma che  volete? Non ho altra speranza che in Voi. Voi lo dovete tenere unito al Cuor  Vostro divino, altrimenti corre pericolo di andare vagando di qua e di là con  affezioni che potrebbero allontanarlo da Voi, e fargli dimenticare l’amor  vostro. 

3. Vorrei poter essere un Luigi Gonzaga per formare con Voi quell’unione  costante e continua ch’egli mantenne con Voi, e se non così attuale, almeno  virtuale. O Santo mio Protettore, vero Angelo in carne, intercedetemela voi,  ottenetemela voi questa grazia dall’amorosissimo Cuor di Gesù, nel quale  esalaste l’ultimo sospiro di amore nel dì della sua Festa! Oh fosse dato alla  misera mia umanità di poter passare spiritualmente tutte le ore e tutti i  momenti della vita qui alla vostra conversazione! 

4. Gesù mio, voi conoscete la mia fralezza, e come per l’umana condizione sono costretto specialmente di notte, di concedere alle inferme mie membra  alquante ore di riposo. Ah, se in virtù della unione che vi rinnovo, voleste degnarvi di visitarmi, anche mentre dormo, con dei sogni amorosi, onde farmi  provare come, nel mentre che il corpo giace assopito nel sonno, il cuore può  vegliare nell’amor vostro; oh quanto ne sarei felice! So che Voi col Cuore  vigilate sempre al bene mio anche quando sembra che dormite. Ego dormio;  et cor meum vigilat. Dunque fate che di notte anche il cuor mio resti  vigilante, come il vostro, nell’amore e nel desiderio di essere e di stare qui in  vostra compagnia. Oh, se ogni volta che mi sveglio potessi dirvi dal giaciglio:  Signore, probasti cor meum et visitasti nocte!… Memor fui tui super stratum  meum, in mattutinis meditabor in te!… Ego dormivi, et soporatus sum; sed  exurrexi, quia suscepisti me!… Ma non ne sono degno. Però se agli estremi  della mia vita vi degnerete di visitarmi personalmente nel tugurio della mia  celletta, come ve ne prego e lo spero; deh, che quella visita salutare siami  cagione della vita eterna! Visita me in Salutari tuo: futuræ gloriæ nobis pignus  datur. 

5. O Signore, giacchè vi siete degnato anche oggi di ammettermi alla vostra Sovrana Udienza, e mi permettete di cercarvi grazie, ascoltate la mia  preghiera! Una grazia sola vi cerco; non me la negherete. Vi supplico che un  giorno a vostro piacimento mi graziate della restituzione di questa visita, non  già pubblicamente, ma privatamente e spiritualmente secondo l’uso vostro  divino. Venite a visitare la povera casa dell’anima mia. Sapete quanto sono  infermo e bisognoso. Soltanto che Voi comparite a darmi un’occhiata di  amorevole compatimento, io sarò risanato, riacquisterò le forze spirituali e  resterò provveduto di quanto mi occorre per conservarmi fedele al vostro  servizio. Voi siete medico, e siete anche medicina, di salute: Domine Deus  salutis meæ! Dunque redde mihi lætitiam salutaris tui et spiritu principali  confirma me; affinchè possa servirvi ed amarvi con trasporto di suprema  allegrezza, e con quello spirito primiero e fervoroso, che vi degnaste di farmi  provare nel principio della mia conversione a Voi! Questo spirito rinnovate,  accrescete e confermate in me, onde mai più l’anima mia illanguidisca e  venga meno nel vostro amore. Spirito di fede, di confidenza, di fervore e di  unione; spirito tutto secondo il Cuor vostro. Allora lo spirito mio esulterà in  Voi, mio Dio e Salvatore. Allora anche dormendo veglierò accanto al Cuor  vostro. Allora il mio spirito diverrà dolce e soave come il vostro: et exultavit  spiritus meus in Deo Salutari meo spiritus meus super mel et favum, perchè assumerà da Voi maggior dolcezza e soavità: hereditas mea super mel et favum. 

6. Oh si, Gesù mio, trasformatemi tutto in Voi mediante questa unione perfetta di spirito e di cuore! Dite all’anima mia una di quelle vostre parole  onnipotenti, che la faccia liquefare d’amore: Anima mea liquefacta est, ut  dilectus locutus est. Fatemi dunque la carità della visita che vi ho dimandata.  Venite nella povera casa dell’anima mia; onde, presente Voi, io entri in quella  inalterabile pacifica quiete, che è il carattere distintivo de’ vostri discepoli.  Intanto lasciatemi riposare nel vostro amorosissimo Cuore, in pace in  idipsum, dormiam et requiescam. Sì, in esso riposerò con singolare e sicura  speranza d’essere stabilmente confermato nella vostra grazia: quoniam tu,  Domine, singulariter in spe constituisti me: Amen, amen! 

7. O Maria, Madre amorosissima di Gesù, e Madre pur mia di pietà e d’amore, intercedetemi Voi col vostro caro sposo questa grazia dal figliuol  vostro; ond’io diventi con voi tutto suo, posseduto stabilmente e  perpetuamente dal suo buon Cuore! E così sia. 

Francesco Spinelli


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