sabato 27 novembre 2021

Il Purgatorio e il Paradiso

 


Il dannato e l'anima purgante

Il dannato, nel passaggio alla vita eterna, si trova in uno stato di estrema miseria, e per la perdita della grazia di Dio, non solo non ha slanci di amore verso di Lui, come li ha l'anima purgante, ma l'odia e ne rifugge. E’ terribile, senza dubbio, ma è uno stato di esistenza che non può mutarsi, e che l'anima dannata non vuol mutare, anche se lo potesse, anche se la misericordia divina lo volesse. L'anima dannata è oramai nello stato di dannazione, ha anche una libertà in quello stato, ed è la libertà di odiare e di far male, pena spaventosa dell'abuso della libertà fatto in vita, colpa tutta sua, non dell'inesorabilità della giustizia di Dio.

  Come un impulso di moto continua per quel fenomeno fisico che si chiama inerzia, senza ulteriore spinta, così le colpe e le degradazioni della vita del dannato, continuano per inerzia nell'Inferno, senza speranza di mutamento, perché diventano lo stato del dannato, come nella vita terrena erano lo stato del peccatore.

L'anima purgante, fuori del corpo non è in uno stato, ma è ancora pellegrina, perché è in grazia, tende a Dio con immenso amore, e non può ancora raggiungerlo. Per questo da tutte le rivelazioni delle anime purganti, si rileva che la loro purificazione è computata sul nostro tempo: dieci, venti, cento anni. Il dannato è come un corpo pesante che cade nell'eterno abisso e vi sta, vi rimane; l'anima purgante è come un razzo che tende ancora a salire, ma che rimane nell'atmosfera, finché non funziona lo scoppio del razzo vettore che lo spinge in alto. Essa non è capace che di dolore, perché il dolore soltanto può riparare le sue colpe, ed i suoi slanci di amore diventano fuoco urente, pena e rammarico di amore, che le fa riguardare come grazia il potersi purificare.

  Il morto è morto, e non aspira, per così dire, alla vita, ma alla putredine. Questo è il dannato. L'infermo invece aspira alla salute, si sottopone a tormentose cure, e le soffre volentieri, pur lamentandosi, ed invoca aiuto per essere alleviato. Questa è l'anima purgante; è un'inferma. Le sue medicine tormentose sono la purificazione nel fuoco, nell'angoscia della lontananza da Dio e nei singoli tormenti per ogni particolare colpa. Per un infermo nel corpo, sono di sollievo gli anestetici, i calmanti, e le amorose cure di chi l'assiste; per l'anima purgante i suffragi di preghiere e di sacrifici che per essa si offrono, sono il suo sollievo.

Sac. Dolindo Ruotolo


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