venerdì 26 novembre 2021

IL COMBATTIMENTO CRISTIANO

 


La lotta cristiana non è esteriore ma interiore. 

Abbiamo dunque detto che l’apostolo Paolo ha affermato che  noi lottiamo contro i capi delle tenebre e le potenze spirituali del  male che abitano nei cieli, e abbiamo anche provato che questo  spazio aereo prossimo alla terra si chiama cielo; bisogna credere che noi combattiamo contro il diavolo e i suoi angeli, i quali godono  dei nostri turbamenti. Lo stesso Apostolo infatti in un altro passo  chiama il diavolo principe della potenza dell’aria 17. Sebbene il  passo dove dice: Gli spiriti del male che occupano gli spazi celesti 18, si possa intendere diversamente, di modo che egli non ha detto  che sono gli stessi angeli prevaricatori negli spazi celesti, ma  piuttosto noi, dei quali in altro passo dice: La nostra dimora è nei  cieli 19, affinché noi stabiliti negli spazi celesti, cioè camminando nei  precetti spirituali di Dio, combattiamo contro gli spiriti del male che  tentano di distrarci di là. Perciò bisogna cercare di più in che modo  possiamo combattere e vincere contro quelli che non vediamo,  affinché gli stolti non pensino che noi dobbiamo combattere contro  l’aria.


È necessario domare il proprio corpo. 

Pertanto lo stesso Apostolo insegna dicendo: Io non combatto  per così dire battendo l’aria, ma castigo il mio corpo e lo riduco in  servitù, affinché predicando agli altri, per caso non sia io riprovato 20. Quindi aggiunge: Siate miei imitatori come anch’io lo sono di  Cristo 21. Perciò bisogna intendere che anche lo stesso Apostolo  abbia trionfato in se stesso delle potenze di questo mondo 22, come  aveva detto del Signore di cui si professa imitatore 23. Imitiamo  dunque anche noi lui, come ci esorta e castighiamo il nostro corpo e  riduciamolo in schiavitù, se vogliamo vincere il mondo. Poiché  questo mondo ci può dominare per mezzo dei piaceri illeciti e le  vanità e la pericolosa curiosità, cioè quelle cose che allettano gli  amanti dei piaceri temporali con dannoso piacere in questo mondo  e li costringono a servire al diavolo ed ai suoi angeli: se abbiamo  rinunziato a tutte queste cose, riduciamo il nostro corpo in  schiavitù. 


Anzitutto sottomettersi a Dio "con buona volontà e sincera carità". 

Ma affinché nessuno chieda in che modo dobbiamo  sottomettere il nostro corpo a schiavitù, si può facilmente capire e  può avvenire se sottomettiamo a Dio per prima noi stessi con  buona volontà e sincera carità. Infatti ogni creatura voglia o non  voglia è soggetta a un solo Dio e suo Signore. Ma di ciò siamo  ammoniti, a servire al Signore Dio nostro con tutta la volontà. 

Poiché il giusto serve liberamente, l’ingiusto invece serve in catene.  Tutti però servono alla divina Provvidenza; ma alcuni obbediscono come figli e con essa fanno ciò che è bene, altri poi sono legati  come schiavi e di essi avviene ciò che è giusto. Così Dio  onnipotente, Signore di tutte le creature, il quale creò tutte le cose,  com’è scritto, assai buone 24 le ha ordinate in modo che riesca del  bene dalle cose buone e dalle cose cattive. Ciò che si fa con  giustizia è fatto bene. Giustamente i buoni sono beati e  giustamente i cattivi pagano le pene. Dio dunque ricava il bene e  dai buoni e dai cattivi, poiché fa tutto con giustizia. Buoni sono  coloro che con tutta la loro volontà servono a Dio; i cattivi servono  per necessità: nessuno sfugge infatti alle leggi dell’Onnipotente. Ma  altro è fare ciò che la legge comanda, altro è sopportare ciò che la  legge comanda. E quindi i buoni agiscono secondo le leggi, i cattivi  soffrono secondo le leggi. 

Sant'Agostino

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