La misurazione della statura degli ancestri
(Nota della curatrice) Il quadro visivo, per ottenere la misurazione degli ancestri, ha 4 successivi spostamenti. Le prime due inquadrature si sovrappongono alla credenza e sono ancora orientate verso Sud-Est, mantenendo inalterato il 7° orientamento. Le ultime due si sovrappongono alla portiera da cui si accede alle scale che conducono in cantina e sono orientate verso Est.Sud-Est (8° orientamento. Il 9° al § 117).
§ 57 Il quadro visivo con la stessa scena si sposta in breve tempo su quattro sfondi diversi. Solo ricostruendo con la memoria le sequenze nella loro progressione mi resi conto del perché: era un modo semplice e sicuro escogitato dal Signore per permettermi di misurare la statura degli ancestri. a) Lo schermo aveva ancora le dimensioni e la posizione di prima, occupando lo spazio della vetrina e metà del vano sottostante. In primo piano primeggiava il maschio. Si vedeva che era maschio, oltre che dai genitali, anche dalla forma degli orecchi eretti e dalla posizione del torace gonfio più alto del ventre delle femmine. Una figura massiccia, nera e pelosa, con quegli orecchi molto grandi, eretti, che sorpassavano l’altezza del cranio di circa 10 o 15 cm. Cranio di forma depressa, quindi fronte bassa. Arco osseo sopraccigliare quasi verticale, ma non prominente. Occhio ad orlo delle sopracciglia. Senza naso. Fosse nasali nere scoperte.
Bocca con labbra nere aperte fino alla radice delle mandibole. Angolo facciale retto. La mandibola era priva di mento. Il pelo nero, rado, arruffato, che gli copriva tutto il corpo era come quello che costituiva la sua barba che lasciava scoperta solo la pelle intorno alle occhiaie e la fronte.
I capelli neri, arsi, lisci e opachi gli scendevano fin quasi sugli occhi. Spalle larghe, bacino stretto. Avambracci lunghi, gambe corte. Guardava immobile davanti a sè. Probabilmente la sua attenzione era rivolta al Ragazzo.
§ 58 Alla destra del maschio venivano ad allinearsi le quattro giovani femmine gravide e la vecchia madre. Avevano tutte gli orecchi sporgenti dai capelli in linea orizzontale e traballanti ad ogni mossa del corpo. Prima fra le cinque femmine, alla destra del maschio, si era sistemata quella femmina senza pelo simile ad una donna, brutta e sproporzionata, che non volevo guardare perché nuda. Era circa 5 cm più bassa del maschio. A destra di essa ve ne era una seconda nera e pelosa della stessa altezza, ma di corporatura più magra, smilza; poi una terza simile a quest’ultima ma un po’ più bassa, quindi una quarta, la più piccola, che guardava lontano dietro la schiera e ripetutamente apriva la bocca emettendo la lingua lunga e appuntita, condizione necessaria per emettere la voce, segno che la lingua quand’era in riposo ostruiva lo spazio tra le corde vocali. Compresi che urlava perché faceva contemporaneamente un gesto con il braccio e con la mano come per invitare qualcuno. Anche le altre, prima di mettersi in schiera, si erano girate indietro aprendo la bocca a quel modo.
§ 59 All’estremità dello schieramento vedevo la vecchia madre, magrissima, col pelo e i capelli grigi brizzolati, che non aveva il ventre gonfio.
Vedevo tutti questi protagonisti di semiprofilo. Sembravano lì per ‘una posa fotografica’.
§ 60 Altra particolarità che non ho ancora detto è la dentatura. Quando le femmine aprivano la bocca, vedevo la loro dentatura sana, ma i quattro canini erano un po’ più lunghi degli altri denti. I capelli lisci ma non lucidi, erano neri ma non d’un nero intenso come quelli del Ragazzo. Sembravano leggermente sbiaditi dal sole. Il pelo diffuso su tutto il corpo era del tutto simile a quello che anche oggi certi maschi adulti hanno sul petto o a quello che tutti hanno alla radice degli arti superiori e inferiori. Le mani erano lunghe, nere, molto magre. Il pollice opponibile era distante dall’indice, come se la sua parte esposta uscisse all’altezza del polso. Le unghie erano strette, lunghe, arcuate, colme, robuste. Dal complesso di tali caratteristiche capii che quegli esseri, dall’espressione più intelligente del cane e più efficienti nel servizio di qualunque altro animale, erano stati predisposti dal Creatore come ausiliari dell’Uomo, specialmente nel lavoro agricolo per piantagioni di riso, semina e raccolta di tuberi ecc... Non avevano la pelle delicata che si screpola a contatto con la terra. Non si dovevano curvare, come noi, per lavorare perché gambe corte e braccia lunghe consentivano più lavoro e meno fatica. b) Mentre osservavo le loro caratteristiche, la scena andava avvicinandosi fino a quando questi personaggi raggiunsero la grandezza naturale.
§ 61 c) Nel frattempo il quadro visivo si era abbassato occupando la parte inferiore della credenza.
Mi chiedevo il perché di questo spostamento, visto che non cambiava l’orientamento della scena. Mi venne allora suggerito di osservare come la linea superiore del quadro si era disposta esattamente al di sotto del livello del quadro precedente, linea che tagliava esattamente a metà l’altezza delle colonnine che sorreggevano la vetrina.
A questo punto fui invitato a misurare l’altezza di questi strani protagonisti.
Ma non potevo dedurre la loro altezza perché la cornice inferiore del video mi consentiva di vederli solo dalle anche in su e non sapevo se posassero i piedi su un piano più basso del pavimento della mia cucina.
(8° orientamento: rivolto verso Est–Sud-Est)
§ 62 d) Estratta la sedia e giratala verso lo schermo, mi disponevo a sedermi di fianco allo spigolo del tavolo quando il mio sguardo fu attratto dal chiarore che c’era sul
vano della portiera delle scale che scendono in cantina, a sinistra guardando la credenza. Mi sedetti, appoggiando l’avambraccio sinistro sul tavolo, per guardare più comodamente la scena, tenendo la Bibbia stretta al petto. I protagonisti ancestrali erano lì: sembravano appena al di là della portiera. Davano veramente l’impressione che poggiassero i piedi su un gradino più basso della soglia da cui si scendono le scale.
§ 63 e) Lentamente il quadro si abbassò ancora, ma questa volta lasciando escluse le teste, così potei constatare che si posavano sullo stesso livello del pavimento della mia cucina. Vidi che avevano le gambe molto corte rispetto al tronco: circa un terzo della loro statura. Allora ho misurato:
– l’altezza del piano della credenza è di 97,5 cm;
– l’altezza delle colonnine che reggono la vetrina è di 35 cm;
– altezza, quest’ultima, da dividere per due (35: 2 = 17,5 cm) poiché questo è il livello superiore raggiunto dal quadro nella figura c);
– a questa altezza (17,5 cm) vanno tolti i 5 cm dello spessore della cornice luminosa del riquadro: 17,5 meno 5 fanno 12,5 cm;
– questi, aggiunti ai 97,5 cm dell’altezza del piano della credenza, dopo che il quadro visivo si era spostato sulla sinistra e si era abbassato fino a terra, danno un totale di 1,10 m.
Questa era l’altezza del maschio che toccava con la testa, nell’immagine precedente, la cornice superiore del riquadro visivo e con i piedi, in quella successiva, il pavimento della mia cucina.
L’altezza delle prime due femmine era minore di circa 5 cm, quindi misuravano m 1,05. Quella delle altre tre, rispettivamente m 0,90 e m 0,80.
Su quelle gambe corte avevo visto, nelle femmine in movimento, scendere le loro braccia, anzi le mani, fino quasi sotto il polpaccio che non esisteva come muscolo. L’avambraccio e la mano erano assai lunghi.
Mentre li osservavo di semiprofilo, i protagonisti si erano schierati uno a fianco all’altro e guardavano verso la mia sinistra davanti a loro dove, intuivo, doveva esserci il Ragazzo che dava ordini.
Le femmine continuavano a toccarsi il ventre ogni volta che lo faceva quella bianca, aprendo la bocca e allungando la lingua in lamento.
Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi
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