Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta
Il settimo Comandamento: “Non rubare”.
E ancora dice Gesù:
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Isaia cap. 10°. 134
«Voi vi fate strumenti di Satana compiendo opere di nequizia. 135
Grandi od umili, non siete diversi nell’agire. Prepotenti e ladri siete. I grandi con grande prepotenza e ladroneccio. I piccoli con prepotenza e ladroneccio sempre più grande di quanto la loro condizione farebbe pensare che potesse permettere lo fossero, e ancora non si sentono contenti e anelano ad essere qualcosa di più per opprimere e rubare di più.
Non vi è categoria sociale immune da colpa. E quelli fra voi che sono onesti per legge morale o santi per amore di Dio, sono le vostre vittime più grandi perché, capovolgitori come siete della Legge dell’amore, voi date compensa d’odio a chi vi dà amore e bontà, voi siete cattivi coi buoni e torturatori di chi, in nome del suo Dio, non vi rende male per male.
Ma se anche non vi sembra, non pensate di restare impuniti. Le folle vedono la punizione del grande e sfugge loro quella del piccolo, perché il grande che cade fa molto rumore e il piccolo invece passa inosservato fra i molti casi del mondo. Ma impuniti non rimanete fin da questa vita. Vi prendo quando e dove meno ve lo pensate. Il resto verrà poi nell’altra vita dove per i duri di cuore non vi sarà pietà.
Ma voi, voi che ora siete grandi, che farete quando, in proporzione al vostro malfare, vi si solleverà contro l’ira di Dio e degli oppressi? Non la sentite incombere già su voi e montare come nube carica di folgori e piena che supera le dighe? E quando la nube si aprirà e l’onda traboccherà, dove andrete voi che avete sparso l’odio, il dolore, l’ingiustizia sul vostro cammino, seminatori folli e demoniaci, usurpatori dell’altrui pane e distruttori dell’altrui bene?
A che non avete pensato 136 , mentre avevate il tempo a vostro servizio, a farvi, delle ricchezze ingiuste, un rifugio presso i cuori degli uomini e di Dio? Quanto bene potevate fare, e vivere benedetti e passare benedetti alla Vita della vera gloria! E come potrete, voi senza fede e senza amore, vivere quando sarete ridotti come avete ridotto?
Voi vi fate strumenti di Satana. Ma Io, più potente di Satana, quando giudico esser l’ora di un nuovo diluvio, vi prendo e vi uso gli uni contro gli altri: nazioni contro nazioni e, nel piccolo: parenti o amici contro parenti e amici, per fare dell’uomo la punizione dell’uomo, punendo le colpe dell’uomo attraverso le colpe dell’uomo suo simile. Voi opprimete? E Io permetto ad altri di opprimervi. Voi rubate una patria? Ed Io permetto ad altri di rubarvi la patria. Bene dice 137 Isaia: “Bastone e verga della collera di Dio”. Questo siete l’uno con l’altro quando passate la misura.
Onde bene sarebbe che coloro a cui è propizia la lotta e amica la vittoria non si credessero prediletti in eterno da Dio e tanto meno non si credessero tanto perfetti da meritare da Dio ogni riuscita umana.
No. Se colui che trionfa fa mal uso del suo trionfo Io lo percuoterò e lo abbatterò nella polvere. Io sono il Re e il Signore e nessuno è più grande di Me. Io sono il Giusto e non conosco parzialità. Il mio sguardo vede tutti con una luce uguale.
Uguale è il ceppo da cui venite, uguali i vostri obblighi verso Dio, Creatore vostro, e uguale il suo pensiero per tutti voi. Il più civile fra voi è per Me come il meno civile, come il selvaggio che ignora tutto che non sia il suo bosco vergine.
Scrutatore come sono della verità dei vostri pensieri e della innocenza dei vostri sentimenti, guardo tante volte con amore il selvaggio che si prostra adorando la forma che per lui è dio e per essa forma si fa buono, e torco lo sguardo con sdegno dal civile che nega Dio, a lui cognito, con la parola blasfema, il pensiero negatore e le opere maledette.
Quando l’ora del castigo è passata, Io dico il mio “Basta” e raccolgo le folle percosse e disperse, do loro pace e pane, poiché sono Padre, non dimenticatevelo, e se non foste ebbri di sangue o intossicati dal desiderio di berlo vi darei sempre pace e pane. Tanto più presto e tanto più abbondante e sicuro do pane e pace quanto più fra le torme di folli sono numerosi i giusti di Dio, travolti nel comune castigo non per loro punizione, ma per vostra redenzione. Perché il Bene per fiorire ha sempre bisogno di lacrime di santi e di olocausti di redentori.
Oh! beati questi cristi che voi ignorate, ma che il mio Cuore raccoglie come gemme in uno scrigno! Oh! beati questi angeli che sanno, fra il coro delle bestemmie e delle oscenità nel quale perite, cantare il “Gloria” e il “Sanctus” al loro Dio! Purificatori di questa terra dai miasmi che le vostre colpe creano, vivono ardendo come turiboli e offrono a Dio il fuoco più sacro: quello dell’amore. Per questi Io compierò ancora il miracolo del perdono, il miracolo di radunare i resti del mio popolo e di far loro comprendere che soltanto in Dio è salute. Gli altri, coloro che non vogliono essere mio popolo - e ricordate che Io non misuro con la vostra misura - continueranno a seguire l’insegna del loro re.
Non deve morire il mondo senza che l’esercito di Cristo sia raccolto sotto il suo comando. Dispersi, percossi, abbattuti, fatti simili ad arena che il vento sparge sui lidi del mare, udrete il comando e verrete a Me, perché un momento verrà in cui Io sarò Re di questi poveri regni senza corona e di questi sudditi senza re. Già vedo gli spiriti di quel tempo volgersi alla chiamata e venire lottando contro tutti gli ostacoli seminati da secoli di errore, venire verso la Luce e verso la Verità. Dico “spiriti”, perché solo i viventi dello spirito potranno conoscere la Voce che li chiama.
O voi che ora siete già viventi dello spirito, precursori del Cristo nella sua seconda venuta, antitesi dei precursori dell’Anticristo che operano in suo nome l’opera preparatoria della desolazione, preparatemi le vie col vostro olocausto. I precursori del figlio di Satana hanno veste di dignità umana; i precursori del Figlio di Dio hanno la stessa corona del loro Re, e loro trono e cattedra sono la croce e il dolore.
Ma come sempre, e come specialmente nell’ora in cui il Dolore dovette vincere il Peccato, è sempre il dolore quello che salva, è sempre il sacrificio quello che redime. Ed ora il mondo, per essere redento, ha bisogno non tanto di esser coperto di spighe quanto di anime eroiche, di vittime di carità.»
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Potremmo concludere questa lettura valtortiana dicendo che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
Se i “Grandi” rubano è perché i piccoli per una ragione o per l'altra glielo consentono. E se pur i piccoli non rubano lo fanno solo perché non gliene capita l'opportunità o perché temono di finire in galera.
Alla fine però - anche nel corso della storia - grandi e piccoli ladri riceveranno da Dio il loro “salario” perché Dio punirà intere nazioni.
Purtroppo a farne le spese saranno anche i “giusti” ma, attenzione, anche questa è Misericordia di Dio, se al momento della “mietitura” i “retti” soffriranno ingiustamente dal punto di vista umano, grande sarà il loro merito da quello divino, perché essi saranno stati vittime di espiazione per cooperare alla redenzione dei peccatori e guadagneranno grande gloria in Cielo perché Dio li ripagherà di quanto essi hanno ingiustamente sofferto.
a cura del Team Neval
Riflessioni di Giovanna Busolini
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