( COMPILAZIONE DI ASSISI )
PREDICE AI PERUGINI LA GUERRA CIVILE
35. In altra occasione, Francesco predicava nella piazza di Perugia a una grande folla ivi adunata. Ma ecco dei cavalieri perugini irrompere armati in piazza in groppa ai loro cavalli, così da sconvolgere la predicazione. E nonostante le proteste degli uomini e delle donne che ascoltavano attenti il discorso, quegli arroganti non la smettevano.
Francesco allora, rivolgendosi ai disturbatori con animo vibrante, disse: «Udite e cercate di capire quello che il Signore vi preannunzia per bocca di me, suo servo. E non state a dire: Quello là è uno di Assisi!». Il Santo disse questo perché tra assisani e perugini c’era un odio grande. E seguitò: «Il Signore vi ha resi grandi e potenti sopra tutti i vostri vicini. E per questo motivo dovete essere più riconoscenti al vostro Creatore, e mantenervi umili non solo davanti a Dio onnipotente, ma anche nei rapporti con i vostri vicini. Purtroppo, il vostro cuore si è gonfiato di arroganza e, invasati dall’orgoglio e dalla potenza, voi devastate le terre dei vostri vicini e molti ne ammazzate. Ora io vi dico che, se non vi convertite subito a Dio e non riparate ai danni compiuti, il Signore, che nessuna ingiustizia lascia impunita, a maggiore vendetta e castigo e disonore vostro, vi farà insorgere gli uni contro gli altri. Scoppiata la discordia e la guerra civile, patirete tali tribolazioni quante i vostri vicini non potrebbero infliggervi».
Invero, Francesco nelle sue predicazioni non taceva i vizi del popolo che offendevano pubblicamente Dio e il prossimo. Il Signore gli aveva dato tanta grazia che tutti quelli che lo vedevano o udivano, piccoli o grandi che fossero, nutrivano per lui uno straordinario timore e rispetto a causa dei grandi carismi ch’egli aveva ricevuto da Dio. Per cui, anche quando venivano rimproverati da lui, pur vergognandosene, ne restavano edificati. E qualcuno si convertiva al Signore perché il Santo, preoccupato per la sua situazione, pregava intensamente.
Pochi giorni dopo, Dio permise che tra nobili e popolo esplodesse un conflitto. Il popolo cacciò dalla città i cavalieri, e costoro con l’aiuto della Chiesa, devastarono molti campi, vigneti, frutteti del popolo, facendo loro tutti i malanni possibili. A sua volta il popolo guastò le campagne, vigneti e frutteti appartenenti ai nobili. Così i perugini patirono una punizione più grave di quelle da loro inflitte ai vicini. E così si realizzò alla lettera la predizione fatta da Francesco.
Traduzione di VERGILIO GAMBOSO
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