domenica 28 novembre 2021

Signore, beato l’uomo che viene formato alla tua scuola, e che impara la tua legge dalle tue labbra!

 


L’umiltà.

Non meravigliarti se ti rimando a scuola. È una grande e bella  scuola quella di Dio. Signore, beato l’uomo che viene formato alla tua  scuola, e che impara la tua legge dalle tue labbra! Non temere, non è  qui che tu acquisterai lo spirito scolaresco o ti farai più piccolo. Tu sai  se io ho un vivo desiderio che tu sia un uomo magnanimo. Sai se io  auguro alla tua vita la pienezza del suo sviluppo. Che larghezza e  rettitudine io desidero da te! Che energica generosità al tuo cuore! Che purezza ai tuoi sensi! Non sarò certo io che reprimerò gli slanci  dell’anima tua; penso che Dio non t’ha dato delle facoltà per  soffocarle. Ma penso anche che non te ne ha date per sprecarle. Non  temo i tuoi slanci, ma pavento i tuoi sviamenti.

Diffida dell’orgoglio: in nessun’altra cosa la vita umana s’inabissa e  perisce più miseramente. Chi s’innalza sarà umiliato; e chi si umilia  sarà innalzato. Sai che cos’è l’orgoglio? Sai che cos’è l’umiltà? È molto  importante che tu lo sappia.

L’orgoglio è la tua vita diretta da te e per te.

L’umiltà è la tua vita diretta da Dio e per Dio.

Nelle due parti precedenti insegnandoti a glorificare "Dio il primo" e  "Dio solo" non ti ho forse insegnato abbastanza come devi vivere per  Dio? riferire l’intera tua vita alla sua gloria e non al tuo piacere? E in  questo consiste sostanzialmente l’umiltà. Poiché l’umiltà non consiste  nel non aver niente, ma nel riferire tutto. Quanto più si è ricevuto da  Dio, tanto più si può riferire a lui; e quanto più si riferisce, tanto più si  è umili. Per conseguenza il più umile di tutti è colui che avendo  ricevuto di più riferisce tutto al suo Padrone. Negare o soffocare in sé  i doni di Dio non è che menzogna e pigrizia. Riferisci dunque a Dio  tutto ciò che hai da lui ed avrai il solido fondamento dell’umiltà.

Ma questo non basta. Se tu volessi andar a Dio da te stesso, con le  forze naturali della tua mente, del tuo cuore e dei tuoi sensi, ciò  sarebbe ancora orgoglio, e non andresti a lui, ma ritorneresti su te  stesso. Perché? Perché per te non puoi uscire da te. Lui solo può  innalzarti a sé. Infatti la tua vita di cristiano è una vita soprannaturale;  e questa vita è al di sopra di te, ed è Iddio che la produce in te, ed è  lui solo che può produrla. In fatto di vita soprannaturale, tu sei incapace di far scaturire dal fondo del tuo essere anche un semplice  pensiero. Rammenta il principio fondamentale enunciato al principio  di questo libro: La vita non esiste se non in forza del principio vitale  interno. Ora il principio della tua vita cristiana è Dio, che vive in te e  vivifica i tuoi pensieri, i tuoi affetti e le tue azioni.

In fatto di vita naturale, che può il tuo corpo senza l’anima tua? Di  quale pensiero, di quale sentimento, di quale atto è capace senza di  essa? 

È radicalmente impossibile ad un cadavere aver per se il benché  minimo movimento di vita. È l’anima la vita del corpo, ed esso non è  attivo, se non quanto essa lo vivifica. Unito a lei, vede, ode, parla,  agisce. Così pure nella tua vita di cristiano, tu non puoi nulla, affatto  nulla, senza Dio. È lui che produce la vita soprannaturale nell’anima  tua, nell’identico modo in cui l’anima produce nel corpo la vita  naturale. Non sarebbe assurdo il supporre che il corpo volesse vivere  senza l’anima ed agire da se stesso? È pure altrettanto assurdo ad  un’anima cristiana il voler vivere cristianamente da se stessa senza  Dio. 

Con lui e per mezzo di lui puoi tutto; senza di lui, non puoi niente. Dunque comprendi e vedi che non devi aver in te stesso, né  appoggiarti, né far assegnamento su te stesso, poiché non puoi  niente. Tutte le volte che ti appoggi su di te, tu sei sicuro di fare una  caduta. Tu ne hai già fatte, forse di gravi, e tutte provengono dalla  confidenza in te Stesso. Senza dubbio tu non lo capisci ancora molto  bene; ma quando avrai imparato a penetrare un po’ più addentro i  segreti dell’anima tua, te ne renderai conto assai meglio.

E certamente, se finora nelle tue cadute hai fatto così vergognose  esperienze della tua debolezza, devi forse farne le meraviglie? Hai  voluto agire da solo, da te stesso, a tuo capriccio. E trovi che questo  giogo è duro! che il peso è grave! Lo credo bene. Ma perché tu fai  della religione a rovescio? Fai sempre assegnamento e sempre ti  appoggi sulla buona volontà, sui tuoi sforzi, sui tuoi regolamenti, sui  tuoi espedienti, in una parola, su te stesso. Tutte queste cose sono  buone, ma per se stesse non sono che cadaveri. Dio solo dà a tutto  ciò la vita. Tu nella tua religione hai la mania d’essere il primo e di  agire da solo; mentre la vera religione è: Dio il primo, Dio solo. Non ho  forse ragione di dire che fai della religione a rovescio?

Se sapessi una buona volta lasciarti condurre da Dio e piegarti al  movimento della sua grazia, tutti gli atti della tua mente, del tuo  cuore e dei tuoi sensi ben presto diventerebbero soprannaturali, vale  a dire, cristiani. Vivresti sotto l’impulso di Dio ed allora vivresti  davvero per Dio. E ciò sarebbe in te la grande e vera umiltà; non  serberesti per te niente di ciò che ti è dato da Dio: tutto sarebbe a lui  riferito. E quindi che grandezza! e che vita! L’umiltà è divina, poiché  riferisce tutto a Dio; l’orgoglio è pagano, poiché riferisce tutto  all’uomo. L’orgoglio è essenzialmente piccolo, poiché ti abbassa in te  stesso; l’umiltà è infinita, poiché ti innalza a Dio. Vedi come si verifica la parola del Salvatore: "Chi si inorgoglisce, si abbassa; e chi si umilia,  s’innalza". L’umiltà è la virtù delle anime grandi, e l’orgoglio è il vizio  delle anime grette.

Ebbene, avrai ancora paura di metterti alla scuola del divino  Maestro? Non sei determinato a ricevere da lui la vera vita, la vita  divina della tua mente, del tuo cuore e dei tuoi sensi? Senza dubbio tu  vuoi essere suo discepolo; vuoi imparare da lui come bisogna vivere  per lui.

François de Sales Pollien

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