«Questa mattina il mio sempre amabile Gesù mi voleva sfuggire, ed io Me l’ho stretto forte forte tra le mie braccia e, volendo Gesù svincolarsi, gli ho detto: “Tu mi insegni. L’altro ieri Tu mi legasti forte, in modo che non ero capace di fare un movimento, ed io ti feci fare, affinché venendomi il destro potessi renderti la pariglia. Ora statti quieto, lasciami fare, che voglio parlarti all’orecchio, molto più che non mi sento voglia di gridare, che pare che questi giorni scorsi avevi voglia di farmi gridare, fingendo di fare il sordo, di non capirmi, ed io ero costretta a ripetere e a gridare per farmi intendere. Io non so, ogni tanto ne fai una delle nuove”. E Gesù: “Io stavo assordato dalle offese delle creature e per distrarmi e sollevarmi volevo sentire la tua voce amorosa, e fingevo di non sentire. Ah, tu non sai qual eco di maledizioni mi viene dalla terra. Le voci di amore, di lode, ecc, spezzano quest’eco pestifero e mi sollevano alquanto”. In questo mentre, mi sembrava che venisse la Mamma, ed io: “Oh, la Mamma, la Mamma! Vieni, o Gesù! Oh, la Mamma!” E Lei: “Ama assai Gesù, tienilo contento, l’amore è la sua felicità”. Ed io: “Pare che in qualche modo è contento, faccio quanto posso ad amarlo; mi pare che puoi renderlo più contento Tu che io”.
E Lei: “Figlia mia, l’amore del Cielo è suo, dell’amore della terra vuole fare acquisto; ecco, perciò, che da questa parte tu puoi renderlo più contento amandolo e molto più soffrendo”. Ed io: “Se sapessi, o Mamma mia, quante me ne fa! Mi lascia, giunge a negarmi le sofferenze e, per castigare, senti che mi disse l’altro ieri, che vuol far venire gente straniera in Italia. Quanta rovina non faranno? Vuole fare proprio delle impertinenze, e per farmi cedere alla sua Volontà mi legò forte forte”. E Gesù: “Che, mi accusi?” Ed io: “Certo che debbo accusarti alla Mamma, perché Lei ti affidò a me, raccomandandomi di stare bene attenta a non farti castigare, e mi disse di essere anche ardita a disarmarti, non è vero, Mamma?” E Lei: “Sì, è vero, e voglio che continui di più, che castighi gravi stanno preparati. Perciò, amalo assai, che l’amore lo raddolcirà almeno”. Ed io: “Farò quanto posso; mi sento di amare Lui solo, tanto che senza di Te so stare, senza di Gesù no, e a Te non ti dispiace, certo, perché lo sai e lo vuoi, che tra tutti debbo amare di più Gesù”. E la Mamma pareva contenta. (Vol. 10°, 19.10.1911)
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