martedì 9 novembre 2021

IL PURGATORIO NELLA RIVELAZIONE DEI SANTI

 


Un pittore di fama e buon cristiano; essendosi lasciato  trascinare per qualche tempo dal cattivo esempio, aveva dipinto  dei quadri sconci. Se ne era poi pentito e si era dato  esclusivamente alla pittura sacra. L'ultimo suo lavoro fu un  bellissimo dipinto in un Convento di Carmelitani Scalzi;  terminato il quale, essendo stato colto da mortale malattia,  chiese in grazia al priore di essere sepolto nella chiesa del  convento, lasciando alla comunità il prezzo assai alto della sua  opera col patto che dai religiosi fossero celebrate altrettante  Messe in suo suffragio. Era morto da pochi giorni nel bacio del  Signore, quando un frate rimasto in coro dopo mattutino, se lo  vide comparire tutto piangente e dibattendosi fra le fiamme.  Sbalordito a tal vista, gli domandò se fosse veramente egli il  buon pittore morto poco prima, e perché lo vedesse ridotto in sì  misero stato. - Allorché resi l'anima a Dio, rispose il defunto,  mi trovai al suo divin tribunale circondato da molte persone, le  quali deponevano a mio svantaggio, perché eccitate in vita a  malvagi pensieri ad impuri desideri da un quadro osceno da me dipinto, erano state condannate al Purgatorio; ma quel che più  mi atterrì fu il vederne uscire altre dall'Inferno, gridando, che  poiché io ero stato causa della loro eterna rovina, era giusto che  subissi lo stesso loro castigo. Per buona sorte accorsero dal  cielo molti Santi a prender le mie difese, dimostrando al divin  Giudice come quello fosse stato un lavoro di mia gioventù  inesperta, compensato da tanti altri che avevano servito di  edificazione a moltissime anime. Fui salvo allora dalla pena  eterna, ma condannato bensì a soffrire tra queste fiamme,  finché quella maledetta pittura sia bruciata e non possa più dare  scandalo ad alcuno. Vi prego adunque, mio buon Padre, di  recarvi dal proprietario del quadro, e dirgli in quale stato io mi  trovi per aver ceduto alle sue premure, supplicandolo da parte  mia a disfarsi di quella pittura, gettandola immediatamente alle  fiamme. Che se rifiutasse, guai a lui! In prova di quanto dico e  in punizione del suo delitto annunziategli poi che fra poco  perderà i suoi due figli, e qualora mancasse di ubbidire agli  ordini divini, egli stesso perirà di morte prematura. - Il  possessore del quadro, sapute tali cose, tosto lo bruciò; tuttavia  in meno di un mese vide morire i due suoi figli, per il quale  castigo fu preso da tanto dolore, che passa il resto della sua vita  nel far penitenza del fallo commesso coll'ordinare e conservare  quella pittura scandalosa. (Vedi: Rossignoli, Meraviglie del  Purgatorio, lib. IV, cap. 9).

Sac. Luigi Carnino

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