sabato 20 novembre 2021

IL REGNO DEI GIORNI FELICI

 

Gli atleti nello stadio.  

“Non giudicare, e non sarai giudicato”, è una frase che Gesù, nostro  Redentore, ci ha lasciato in eredità. Ciò significa che per piacere a Dio  dobbiamo astenerci dal giudicare il nostro prossimo.  

Ero bambino, e questa frase mi appariva come traballante. Il motivo  che mi impediva di accettarla ad occhi chiusi era il seguente: se Dio Padre ci ha dato il senno, ce l’ha sicuramente dato per un motivo. Qual è il motivo se non quello di permetterci di giudicare ciò che è bene e ciò che è male? Per  me era importante sapere chi dei miei compagni di scuola era buono, e chi  cattivo, e mi sembrava che in questo campo le mie esigenze erano quelle di  tutti. Ma nello stesso tempo la mia coscienza rifiutava di ammettere che Dio  si fosse sbagliato, anche di poco, e tutta questa faccenda creava in me un  certo sconforto. Il dilemma durava da qualche tempo quando un bel giorno  mi sento improvvisamente piazzato, ma in modo immaginario, al di sopra di  un grande campo sportivo coperto di erbetta verde e circondato da una bella  pista in terra battuta. Su questa pista ci sono diversi atleti che corrono nella  speranza di vincere un premio arrivando primi al traguardo finale. Hanno già  fatto parecchi giri di pista, ma per terminare la corsa essi devono farne  ancora uno o due. Il mio sguardo si ferma su di un corridore isolato che  sembrava precedere tutti gli altri. Ha un anticipo molto consistente, il che mi spinge a dire al mio Interlocutore nascosto, l’unico che al momento è in grado di udirmi:  

– «Il vincitore è sicuramente lui. Non vedo in che modo i suoi compagni lo possano ancora raggiungere."  

Risposta: 

– «Ti sbagli. Il suo anticipo è solo apparente. Ha due giri di ritardo sulla  maggioranza dei suoi compagni di gara. Colui che adesso è in cima alla  graduatoria si trova in mezzo al drappello principale. Io so chi è, ma non è  necessario che anche tu lo sappia. Ti dirò una sola cosa: non tutti questi  corridori hanno iniziato la corsa allo stesso momento, e non tutti sono partiti  dalla stessa linea. Non ti è possibile quindi portare un giudizio sulle loro reali qualità sportive. Per poterlo fare dovresti conoscere i dati iniziali, che tu  però non conosci. Io solo li conosco.» 

– «Bella faccenda... E come faremo adesso per sapere chi è il primo, il secondo, il terzo, l’ultimo della squadra?»  

– «Per l’appunto! Ed è proprio qui che ti aspettavo. Ascolta. Io non voglio  che nel tempo della vostra vita terrena sappiate chi di voi è primo, secondo, terzo, oppure ultimo, perché la “gara” che ti ho appena mostrato non è cosa  che riguarda il rapporto che c’è tra di voi, ma solo quello che c’è tra Me e voi.  Se proprio Io ho variato le linee e i tempi di partenza, è per evitare che vi giudichiate gli uni con gli altri dicendo: “il migliore sono io”, oppure “lui è il  peggiore di tutti”. Le linee e i tempi di partenza rappresentano i talenti che accordo a ognuno di voi all’inizio della sua esistenza. Io sono l’unico che sa con quanto ritardo o con quanto anticipo ognuno di voi inizia la sua corsa  terrena. Questo ti spiega il motivo per cui i conti veri li posso fare soltanto Io. È  ovvio che sarò più esigente con chi avrà ricevuto di più, e meno con chi avrà  ricevuto di meno. 

Ho altro da dirti, e lo farò tramite un esempio. Colui che voi chiamate “Buon Ladrone”, cioè Disma, si è convertito un istante prima di morire. Se a giudicarlo foste stati voi, me lo avreste giudicato e condannato centinaia di volte, e tutte prima dell’ora. Io voglio che tutti gli uomini possano sperare nella  Salvezza eterna fino all’ultimo respiro, ragion per cui il diritto di giudicare è mio, soltanto mio. Guai a chi giudica per condannare o assolvere al posto mio. 

Ciò non deve accadere. Quindi l’espressione “non giudicare” non è per  spingerti a mettere da parte l’uso del senno che ti permette di distinguere il  vero dal falso, il bene dal male. La sua ragion d’essere è per avvertirti di non  condannare chi sembra cattivo, ma forse non lo è, o dichiarare santo chi  sembra santo, ma forse non lo è. Nessuno di voi è in grado di scrutare il fondo  dei cuori come Io solo posso fare, per cui astenetevi dal farlo."  

L’insegnamento di questa visione potrebbe essere riassunto così: 

L’uomo ha diritto di giudicare un’azione, ma non ha diritto di giudicare una persona (nel senso di condannarla o assolverla). Giudicare una persona spetta soltanto a Dio. Se Dio ci fa dono del “senno”, cioè della ragione, è per  darci la possibilità di distinguere ciò che è bene da ciò che è male, non per  spingerci a misurare il grado di colpevolezza di chi sembra cattivo e forse  non lo è, o il grado di santità di chi sembra santo e forse non lo è. 

Parvulis

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