sabato 13 agosto 2022

LA VERGINE MARIA negli scritti di Luisa Piccarreta

 


Con quale cibo Maria alimenta i suoi figli. Lei è la “Madre e Regina della Divina Volontà” 


Stavo facendo l’ora della Passione, quando la mia Mamma Addolorata ricevette il suo morto Figlio nelle  sue braccia e lo depose nel sepolcro, e nel mio interno dicevo: “Mamma mia, insieme con Gesù metto nelle tue  braccia tutte le anime, affinché tutti li riconosca per tuoi figli, ad uno ad uno li scriva nel tuo Cuore e li  deponga nelle piaghe di Gesù. Sono i figli del tuo dolore immenso e tanto basta perché li riconosca e ami. Ed  io voglio mettere tutte le generazioni nella Volontà Suprema, affinché nessuno vi manchi, e a nome di tutti vi do  conforto, compatimenti e sollevi divini”.  

Ora, mentre ciò dicevo, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto: “Figlia mia, se sapessi  quale fu il cibo con cui alimentò tutti questi figli la mia dolente Mamma!  

(…) Ma l’uomo volle fare la sua volontà e la ruppe con la Divina… Mai l’avesse fatto!  Il mio Volere si  ritirò e lui precipitò nell’abisso di tutti i mali. Ora, per riannodare di nuovo queste due volontà, ci voleva  uno che contenesse in sé una Volontà Divina, e perciò, amando Io, Verbo Eterno, con un amore eterno  quest’uomo, decretammo fra le Divine Persone che prendessi umana carne per venire a salvarlo e a  riannodare le due volontà spezzate. Ma dove scendere? Chi doveva essere Colei che doveva prestare la  sua carne al suo Creatore? Ecco perché scegliemmo una creatura e in virtù dei meriti previsti del futuro  Redentore fu esentata dalla colpa d’origine. Il suo volere e il Nostro furono uno solo. Fu questa celeste  creatura che comprese la storia della nostra Volontà. Noi, come a piccina, le narrammo tutto il dolore  del nostro Volere e come l’uomo ingrato, con lo spezzare l’unione della sua volontà con la Nostra,  aveva ristretto il nostro Volere nella cerchia divina, come inceppandolo nei suoi disegni, impedendo  che potesse comunicargli i suoi beni e lo scopo per cui era stato creato. (…) Oh, come comprese la  celeste piccina questo nostro sommo dolore e il gran male dell’uomo nel sottrarsi dal nostro Volere!  Oh, quante volte lei pianse a calde lacrime per il nostro dolore e per la grande sventura dell’uomo! E  perciò lei, temendo, non volle concedere neppure un atto di vita alla sua volontà. Perciò si mantenne  piccola, perché il suo volere non ebbe vita in lei, e come poteva farsi grande? Ma ciò che non fece  essa, lo fece il nostro Volere: la crebbe tutta bella, santa, divina; la arricchì tanto che la fece la più  grande di tutti. Era un prodigio del nostro Volere, prodigio di grazia, di bellezza, di santità. Ma essa si  mantenne sempre piccola, tanto che non scendeva mai dalle nostre braccia, e prendendo a petto suo la  nostra difesa, ricambiò tutti gli atti dolenti del Supremo Volere. E non solo stava lei tutta in ordine alla  nostra Volontà, ma fece suoi tutti gli atti delle creature, assorbendo in sé tutta la nostra Volontà  respinta da loro, la riparò, la amò e, tenendola come a deposito nel suo Cuore verginale, preparò il cibo  della nostra Volontà a tutte le creature. Vedi dunque con quale cibo alimenta i suoi figli questa Madre  amantissima? Le costò tutta la sua vita, pene inaudite, la stessa vita del Figlio suo, per fare in lei il  deposito abbondante di questo cibo della mia Volontà, per tenerlo pronto per alimentare tutti i suoi  figli. Quale Madre tenera e amorosa, lei non poteva amare di più i suoi figli; col dar loro questo cibo, il  suo amore era giunto all’ultimo grado. Sicché, a tanti titoli che essa tiene, il più bel titolo che si  potrebbe dare è quello di  MADRE  E  REGINA  DELLA  VOLONTÀ  DIVINA.  

Ora, figlia mia, se ciò fece la mia Mamma per l’opera della Redenzione, anche tu lo devi fare per  l’opera del «FIAT VOLUNTAS TUA».  La tua non deve avere vita in te e, facendo tuoi tutti gli atti della mia  Volontà di ciascuna creatura, li deporrai in te; e mentre a nome di tutti contraccambierai la mia Volontà,  formerai in te tutto il cibo necessario per alimentare tutte le generazioni con il cibo della mia Volontà…”   (16°, 24-11-1923) 


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