giovedì 11 agosto 2022

L’Apparizione Mariana più impressionante tra tutte


Nessuna apparizione è stata così peculiare ed unica come quella della Santa Montaña del PortoRico.  
Perché diciamo questo? 
Dov’è la differenza dalle altre Apparizioni, riconosciute dalla Chiesa e meta di innumerevoli pellegrinaggi?  
È che nella Santa Montaña, la Madonna non soltanto apparve agli abitanti del posto, ma è “convissuta” con loro dall'anno 1899 fino al 1909, vale a dire dieci anni. Potremmo ragionevolmente chiederci: ma è possibile una cosa del genere? Ebbene, la Madonna lo ha reso possibile come vedremo. 


APPARIZIONE DI UNA GIOVANE SCONOSCIUTA  

Appena l’uragano San Ciriaco abbandonò il territorio del Porto Ricco, lasciando dietro di sé devastazione e più di tremila seicento morti, il giorno 8 agosto 1899, due contadini, che intentavano salvare due mucche intrappolate e sul punto di affogare nella piena del fiume, videro una giovane che sembrava galleggiare sopra quello che essi credettero fosse una “zattera” sopra l’acqua. 
Rimasero a guardarla fino a quando scomparve dietro una rupe che la nascondeva ai loro occhi. 
Due giorni dopo, la giovane fu nuovamente vista camminare e si fermò in una casa per rimproverare un uomo che maltrattava una mucca. 
“Tutte le creature di Dio meritano rispetto”, fu il suo insegnamento. L’uomo rientrò tremando in casa, dicendo che dopo aver detto quelle parole, la giovane si era dileguata nell’aria. 
 
Alcuni giorni dopo, un gruppo di boscaioli, mentre stavano a mangiare, si accorsero di non essere soli nell’alto del colle dove erano arrivati al sorgere del sole. 
Avvicinandosi, videro una giovane che li fissava senza dire una parola. 
Ecco come lo raccontarono dopo: 
– “Chi sei, bambina?” 
– “Sono la tua beatitudine”. 
– “Ti sei persa?”, domandò un altro dei boscaioli. 
La giovane non disse parola e quando uno di loro cercò di prenderla svanì nell’aria. Gli uomini la cercarono nei dintorni gridando quello che credevano fosse il suo nome: ‘Beatitudine’. 


Al Sacerdote benedettino Padre Jaime Reyes, dobbiamo la storia complet a di questa “presenza” della Madonna SS. in San Lorenzo, Porto Ricco, e l’avere intervistato centinaia di testimoni, come anche i figli e i nipoti dei testimoni. I quali con le loro testimonianze gli permisero di scrivere una storia della quale fino al momento in cui egli scrisse il suo libro, “La Santa Montaña y el Misterio de Elenita de Jesús” erano rimasti segni soltanto nei cuori e nella memoria di quelli che furono presenti in quegli anni e che ricevettero dalla Madre i suoi consigli, insegnamenti e aiuto spirituale e materiale.  
Ma ritorniamo alla storia, come raccontata da Padre Reyes: 
 
«Pochi giorni dopo, verso l’ora del pranzo, A…. prese una higüera (borraccia), disse che si fermava nel lavoro e si avviò verso un crepaccio in cerca di acqua per tutti. 
Poi discese dal lato sud del colle entrando nella parte più folta del bosco. 
Un dolce canto che risuonava in tutto il bosco fermò i suoi passi. 
Il boscaiolo guardò da tutte le parti, ma non vide nessuno. 
Il canto inondò il suo animo di una grande pace.  
Passo passo si avvicinò al luogo da dove veniva quella voce così sonora e quando arrivò vicino al crepaccio, la vide. 
Era la stessa giovane. Era seduta sopra una pietra, i suoi piedi giocavano con l’acqua.  
A …. si fermò di nuovo, poiché non soltanto si sentiva la voce della giovinetta, ma quella di centinaia di bambini che cantavano nel bosco, come lui disse, ‘nell’idioma dei preti’ [in latino]  
Paralizzato dallo stupore, fissò lo sguardo nel crepaccio e fu in quel momento quando lei alzò gli occhi e lo vide in piedi in mezzo agli alberi, con la borraccia in mano. 
Dopo una breve conversazione, la giovane si alzò ed incominciò ad allontanarsi dal luogo. 
– “No cammina! Galleggia! È come se qualcuno ai due lati le stesse portando!”, concluse A…. nel vederla camminare senza che i suoi piedi toccassero per terra.  
Una luminosità che a momenti aumentava incominciò ad avvolgere la giovane fino a quando diventò talmente intensa da accecare l’uomo, che istintivamente lasciò cadere la borraccia sollevando il braccio destro per coprirsi gli occhi con il dorso della mano. Le due volte che ritirò la mano dal viso e riaprì gli occhi per vedere la giovane, si vide costretto a chiudere le palpebre e a proteggerli di nuovo con la mano. 
Quando finalmente scomparve lo splendore e riuscì ad aprire gli occhi, si rese conto di trovarsi lui da solo presso il crepaccio. 
Lo stordimento si impadronì del boscaiolo ed il suo corpo, che tremava dalla testa ai piedi, perse tutta la forza per cui cadde seduto per terra. 
– “Maria Santissima! Che è mai questo?” 
Nel pronunciare il nome di Maira, sentì una voce di uomo sussurrar gli all’orecchio: – “Prendi l’acqua e ritorna dai tuoi compagni!” 


LA GIOVINETTA DA’ DELLE INDICAZIONI E SCATURISCE UNA SORGENTE  

Alcuni giorni dopo quell’incontro, i boscaioli si trovavano arrampicati su scale segando i rami alti di alcuni alberi quando videro la stessa giovane che avevano visto nella rupe, galleggiando a grande altezza sopra di loro. 
– “Figlioli miei, buon giorno! La pace sia con voi!” 
All’istante, gli uomini abbassarono gli occhi non osando guardarla. 
– “Guardatemi! Non abbiate timore; sono io”. 
– “Madre, dove eri? Che hai fatto?” 
– “Perdona, Madre, perdona!”, dicevano i boscaioli, che ancora non osavano guardare la giovane. 
– “Ero in casa mia con mio Figlio amato”. 
A poco a poco, i sei uomini alzarono gli occhi e nel vedere che la giovane continuava a grande altezza, galleggiando tra i rami di un albero vicino, la preoccupazione si impadronì di loro. 


-- “Mammina, attenta, che cadi!”, dissero all’unisono. 
– “Voglio che mi sia fatta qui una capanna”, disse loro sorridendo. 
Gli uomini si guardarono stupiti a vicenda, poiché la petizione richiedeva una corrente d’acqua nelle vicinanze, che fosse sufficiente per tutti i lavori necessari per la costruzione di una dimora. 
Finalmente, uno di loro si fece coraggio e domandò: 
– “Fare proprio qui una capanna, Mammina? In tutto questo posto non c’è acqua!”  
– “Voglio qui la mia capanna. Non preoccupatevi del resto.” 
L’indomani mattina, gli uomini portarono gli attrezzi per la costruzione fino al colle e pulirono di erbe lo spazio del terreno scelto dalla misteriosa visitatrice per farle la sua umile dimora. 
Poco prima di mezzogiorno la giovane riapparve davanti al gruppo. 
– “Qui si farà la mia casa, che sarà per tutti i miei figli, voi per primi.”  
– “Sì, Mammina, lo sappiamo; qui faremo la tua capanna, ma l’acqua si trova molto distante da tutto questo”, rispose uno degli uomini. 
– “Andate lì e portate acqua! Vi lavate e prendete acqua per bere!”, ordinò la giovane. 
– “Mammina, quello è un posto secco; non vi è acqua!, sono pietre secche!”, indicò Adolfo. 
– “Andate, andate a prendere l’acqua!”, disse di nuovo la giovane. 
– “Affrettatevi, affrettatevi, che Mammina comanda!”, ordinò Adolfo. 
Il gruppo riprese il cammino verso un’area nella zona nord della cima, dove in mezzo a pietre più piccole spuntava una rupe di granodiorite.  
Nel loro stupore, quando arrivarono alle rocce, scoprirono che dal luogo dove prima soltanto c’erano pietre ammucchiate sgorgava acqua fresca e cristallina.»  
  
Abbiamo riprodotto esattamente i dialoghi come furono raccolti dalle testimonianze di coloro che li vissero, ma da qui in poi faremo soltanto un breve riassunto di quello che non entrerebbe in centinaia di libri. 


ELENITA DE JESÚS 

Elenita di Gesù fu il nome con cui la misteriosa visitatrice volle essere chiamata fin dal principio.  
Potrebbe spiegarsi col significato del nome Elena, che vuol dire “luce brillante come il sole”, “chiarore abbagliante”.  
Tutti questi nomi ben si possono applicare alla Nostra Madre del Cielo. Il racconto continua con la costruzione della casetta che la giovane aveva chiesto e che i boscaioli fecero in quattro giorni, coprendola con foglie di palma in due versanti, con un balcone sul davanti. 
«Una volta portata a termine la costruzione della dimora, gli uomini arrivarono a la montagna con i loro soliti strumenti di lavoro per continuare i lavori di sterrare interrotti per fare la capanna. 
La giovane li stava attendendo. 
Da lei usciva un grande splendore che per alcuni istanti lasciò ammutoliti di stupore i boscaioli. 
La loro gioia nel vederla fu tanta, che tutti ad una voce esclamarono:  
– “¡Mammina, Mammina, buon giorno!” 
– “La pace sia con voi, figlioli miei” 
– “Mammina, abbiamo già fatto la tua capanna e andiamo al nostro lavoro”, annunciò il capo del gruppo. 
– “Andiamo, a ringraziare prima d’iniziare i nostri compiti. O lo avete già fatto?” 
– “No, non lo abbiamo fatto, ma lo faremo quando incominceremo”, rispose il capo. 
La giovane rimase in silenzio e immobile davanti a loro, per cui i lavoratori, ad uno ad uno, si levarono i loro sombreros (cappelli di paglia dei contadini) e si inginocchiarono per terra. 


– “Ripetete con me, figlioli miei: O Dio, ti ringrazio di aver avuto cura di me durante la notte.  
O Dio, ti ringrazio perché hai cura della mi mente affinché non pensi nessuna cosa cattiva durante il giorno.  
O Dio, ti ringrazio per i miei occhi affinché non guardino né desiderino nulla vietato.  
O Dio, ti ringrazio della mia bocca; che non esca da essa nessuna parola brutta.  
O Dio, ti ringrazio per il mio cuore, che non conservi niente di cattivo verso il mio prossimo, che è mio fratello”.  


Alla fine della preghiera, gli uomini, ancora con la testa  
china, fecero il segno della croce.  
– “Andate al lavoro, figlioli miei!” 
Quel giorno lo dedicarono a tagliare legno, canne e palme. 
Alla sera ritornarono alla capanna a riunirsi con colei che ormai tutti chiamavano ‘Mamita’ (‘Mammina’) per ringraziare per i lavori fatti. Dopo se ne andarono alle proprie case. 
Andando a San Salvador si fermarono nelle case lungo il cammino per avvisare che: “Mamita è nella sua capanna per insegnare la dottrina cristiana a tutti”. 


INIZIA LA MISSIONE DI ELENITA 

In questo modo incominciarono a salire pellegrini al Cerro (al colle) Las Peñas, alcuni con le loro famiglie, a vedere Mamita e ad ascoltare le sue prediche. 
Così iniziò quello che A. …descrisse come: “Fare riunioni in un luogo santo, perché fin dal primo giorno che apparve come una bambina, fu benedetta tutta quella montagna”. 
 
Forse dovremmo interrompere il racconto per descrivere com'era la vita tra i contadini del Porto Ricco. 
L’alcol, la violenza, i vizi carnali, la mancanza di rispetto alla donna, il trascurare i bambini, tutto oscurava la vita dei poveri sanlorenzini. 
L’arrivo di Elenita de Jesús fu come lo splendere del sole in una galleria oscura. 
 
Padre Reyes lo racconta così: 
«La notizia dell’arrivo di “Mamita” in terra sanlorenzina si propagò come la polvere per tutta la zona dei caffetali del sudest dell’isola.  
E poco dopo che fu eretta la sua dimora, decine di contadini dei luoghi vicini e altri che venivano da molto lontano per arrivare alla cima del monte ad ascoltarla predicare dal balcone della sua umile casetta di legno con tetto di yacquas, riempivano La Santa Montaña. 
Un momento prima di rivolgersi ai presenti, il cui numero molte volte superava il centinaio, per ordine della Nostra Madre si collocava sul balcone della casetta un quadro della Madonna del Monte Carmelo.  
E, a mo' di bandiera, un panno azzurro con stelle dorate fiammeggianti, del tutto simile al colore e ai particolari del manto di Nostra Signora di Guadalupe.» 


MA, CHI ERA LA MISTERIOSA “ELENITA DE JESÚS”?  

Man mano che passava il tempo, Nostra Madre rivelò la sua identità ai suoi figli portoricani. 
Le volte in cui le si domandava chi fosse, affermava che:  
– “Fui testimone della morte di Gesù”.  
– “Sono la Madre di tutti gli uomini”.  
– “Sono la Signora di tutti i popoli”.  
– “Sono colei che soffrì molto quando Gesù morì sulla Croce”, e  
– “Sono la Regina del Cielo e della Terra.” 
La prima volta che Nostra Madre si manifestò come Nostra Signora del Carmine “fu quando interruppe una delle sue prediche nella Santa Montaña per dire a un ascoltatore che aveva commentato: “Elenita sembra una olandesina quando predica”, che la guardasse fissa in volto per comprendere la sua vera identità. 
Nel farlo, l’uomo cadde in ginocchio e la identificò davanti a tutti come la Madonna del Monte Carmelo, insistendo che aveva visto la sua corona e lo splendore che irradiava.  
A partire del momento in cui si diede il nome di “Madre Redentrice”, incominciò ad usare un cappellino con una “M” e una “R”.  


GLI INSEGNAMENTI E LA PREDICAZIONE 



Le prediche, che Elenita faceva i mercoledì e i venerdì alle sei del pomeriggio, erano annunciate facendo suonare una conchiglia di chiocciola marina o un corno di bue, il cui suono ormai riconoscevano i lavoratori che rientravano dai loro impegni. 
L’orator ia di Elenita de Jesús, realizzata dal balcone della sua casetta, era destinata ad insegnare, con un linguaggio semplice e con espressioni del posto che i contadini comprendevano perfettamente. 
Lei annunciava il Vangelo in un modo così chiaro e spiegava in modo così luminoso come doveva essere applicato ogni insegnamento di Suo Figlio nella vita quotidiana, che a poco a poco, la vita dei sanlorenzini fu cambiata. 
“…insisteva sull’importanza di dedicare i figli a Dio, di pregare, persino in qualsiasi luogo e posizione, prima a Dio, poi alla Vergine Maria e ai santi. Raccomandava la preghiera costante del Rosario, di non peccare, di aiutarsi gli uni gli altri, di dare al bisognoso, di trattarsi come fratelli e di riunirsi in famiglia per mangiare, conservandosi così unita.  
Molte volte ripassava davanti alla folla i princìpi del catechismo per preparare quelli che ancora non avevano ricevuto i sacramenti.” 
Come racconta Padre Reyes, furono innumerevoli i pellegrinaggi che Elenita guidava per portare “i suoi figlioli” alle chiese del luogo, a ricevere i sacramenti, il Battesimo ai bambini e il Matrimonio ai conviventi.  
Generalmente, i sacerdoti accoglievano volentieri le richieste di Elenita per dare i sacramenti. 
 
Ritorniamo al racconto di Padre Reyes: «La fattoria.  
– Nostra Madre creò un consorzio caritativo autosostenibile sulla cima del Cerro Las Peñas, che ormai tutti gli abitanti di San Lorenzo e dei paesi vicini indicavano come ‘La Santa Montaña’. 
Lì non soltanto predicava, ma faceva miracoli, si occupava della alfabetizzazione dei bambini, offriva aiuto ai bisognosi e insegnava i suoi discepoli a sfidare il sistema economico coloniale al quale erano assoggettati mediante l’unione di sforzi e la vendita di artigianato, per lo più cesti.» 
Elenita aveva una cerchia di quelli più vicini che lei chiamava “i suoi discepoli”, quelli che organizzavano lo svolgimento dell’enorme quantità di compiti che lei insegnò. 
Compiti di cucito, di cucina e di pulizia, la cura e l’alimentazione degli animali, la semina di quanto serve per il sostentamento, la fabbricazione di cesti e di amache, il lavare la biancheria, il taglio di alberi, la costruzione e la manutenzione delle strutture, così come la vigilanza nella fattoria sanlorenzina erano realizzati dai discepoli che risiedevano nella Santa Montaña. 
Elenita ripercorreva i dintorni, portando sempre la sua presenza luminosa ed affettuosa a tutti quelli che la vedevano, in quello che la sua gente chiamava “le Missioni”. 
Non riposava, tranne i giorni in cui scompariva alla vista di tutti. La Madre li aveva avvisato che i giorni delle Feste liturgiche Lei doveva ritornare in Cielo, ma i contadini chiamavano quelle assenze “giorni di stare rinchiusa”. 
Era in quei giorni che la sua capanna sembrava lasciar vedere un grande fulgore interno, una luce che usciva da essa. 
I vigilanti non lasciavano avvicinare nessuno in quei giorni. 
Le uniche persone che potevano entrare nella capanna di Elenita, erano “le Bambine di Nostra Madre”, che appartenevano pure alla cerchia intima di Mamita.  
Queste bambine, tra sei e venti anni di età, provenienti dai paesi vicini, restavano sulla montagna durante due, tre o quattro settimane ogni volta.  
Mentre stavano con lei, Nostra Madre insegnava loro catechismo, preghiere, cucito e altri lavori della casa, educazione, buone abitudini, ad essere buone figlie e spose, il tratto verso le altre persone, a non lasciarsi abusare, a leggere e scrivere e i concetti di base dell’aritmetica”. 
Siccome Elenita riceveva visite di gente importante, sacerdoti e persone facoltose, i suoi discepoli costruirono a circa tre metri dalla sua capanna una cappella e a fianco una piccola casetta, dove misero delle poltrone per comodità dei visitatori. Costruirono pure un’altra stanza per i lavori di cucito. 


LE MISSIONI, I MIRACOLI

Le testimonianze si moltiplicavano: “Nostra Madre predicava durante quattro ore o più nei luoghi che visitava e la sua presenza sempre infondeva rispetto e timor di Dio. 
Ogni volta era maggiore il numero di persone che venivano ad essere istruite sulla Parola di Dio, ad essere preparate per ricevere i sacramenti o per essere guarite dai mali. 
Era sufficiente che una persona dicesse che era ammalata o che aveva dolore in qualche parte del corpo, perché Mamita le imponesse le mani sulla la parte dolente e fosse guarita immediatamente”. 
Durante i dieci anni che visse “in terra portoricana”, Elenita “diede prove del suo potere sul movimento, il tempo, gli elementi, la natura, la malattia, il sole, il suono, la materia, la gravità e la malvagità in presenza dei suoi discepoli, dei sacerdoti e delle moltitudini che assistevano alle sue prediche”.  


I prodigi di “Nostra Madre” meravigliavano tutti.  
Moltiplicava i cibi, diventava una colomba, appariva e scompariva, “fermò il movimento del sole, divise le acque dei fiumi in piena per poter passare da una riva all’altra, levitò innumerevoli volte ed esercitò dominio sulla fauna”.  
Le rane e gli uccelli tacevano quando lei predicava. Se qualcuno veniva ad aggredirla galoppando – perché ci furono persone potenti che si sentirono infastidite dalle sue prediche–, i cavalli si inginocchiavano davanti a lei, ecc. 
Una volta le spararono e lei sollevò il suo Scapolare e le pallottole caddero nella sua gonna. Un’altra volta, fu sufficiente che lei entrasse in un Tempio, per accendersi tutte le luci ed incominciarono a suonare le campane. 
Un’altra cosa a cui Elenita era affezionata era la musica. Le piaceva cantare inni ed insegnò molti a cantarli. Regalava strumenti e insegnava a suonarli. La sua voce si sentiva da lontano. 
I racconti di quelli che, ormai anziani al momento di raccontarlo a Padre Reyes, erano bambini quando la videro, ricordavano che Elenita sempre portava al collo un Crocifisso, che dava a baciare “per il bene e la salvezza”. 
La videro indossare tre abiti: uno in Quaresima, uno marrone come quello del Carmelo, con una corda alla vita e un grande rosario appeso. A volte era anche vestita di un abito bianco e arrivò a indossare uno rosso. 
È qui impossibile riferire tutti i prodigi che fece Elenita de Jesús durante gli anni che visse con la gente di Santa Montaña, tutto l’amore che diede a quella gente di cuore semplice e di fede profonda; ci limitiamo perciò a raccontare quello che lei chiamò “il cambiamento”, che fu quando scomparve definitivamente. 


“IL CAMBIAMENTO” 

Nostra Madre sapeva che la sua presenza era ben nota in tutti i dintorni, per cui era fuori dubbio che per scomparire, doveva “morire”, altrimenti i suoi discepoli e il suo amato popolo sarebbero stati accusati di un crimine per la sua assenza. 
Lei per tempo preparò tutti a quel momento, dando indicazioni di ciò che dovevano fare in ogni caso. 
Sempre dal libro di Padre Reyes apprendiamo il seguente racconto: 
“Due o tre anni prima di partire, Nostra Madre incominciò a supplicare i suoi discepoli di pregare “Papito Dios” (“Pappino Dio”, il nome con cui la gente si riferiva a Gesù) affinché le permettesse di versare il suo sangue nella Santa Montaña “per il perdono di tutti i peccatori, poiché ciò sarà una benedizione speciale per il Portorico.” 1 


Durante l’anno e mezzo prima della sua partenza, Nostra Madre incominciò a preparare i suoi discepoli più vicini perché sapessero vivere con serenità il momento dell’addio finale. Nell’avvisarli che non la avrebbero più visto per un lungo tempo, tutti credettero che sarebbe stato un altro dei “suoi giorni da rinchiusa”. Ma sarebbe stato l’allontanamento finale. Quel tempo di stare rinchiusa durò 40 giorni e solo la vide una delle sue bambine, Francisca, che l’accompagnava sempre e alla quale diede istruzioni precise. 
“Attorno al 22 settembre dell’anno 1909, Nostra Madre indicò a Francisca ciò che doveva fare con il sangue che avrebbe versato, dove collocare il suo corpo e i candelieri per la veglia funebre, che doveva durare tre giorni. 
Nel frattempo, la ‘scomparsa’ di Nostra Madre giunse alle orecchie delle autorità e due agenti si presentarono a controllare che ella non avesse sofferto nessun incidente. Non vedendola, minacciarono tutti col carcere se non appariva Elenita, cosa che invece avvenne. 
Lei salutò gli agenti e disse loro di trovarsi perfettamente. Quando se ne andarono, la Madre disse di nuovo ai suoi: – “Vi avevo già detto che se lo facessi in quel modo, tutti i miei figlioli amati andrebbero in carcere.” 
Subito dopo aggiunse: – “Voglio restare sola durante i prossimi tre giorni per prepararmi. Dopo i tre giorni andate [alla capanna] e guardate sotto la mia stanza. Vedrete colare il sangue dalle fessure tra le tavole del pavimento. Quel sangue sarà il mio, che verserò per morire. Allora andrete ad aprire la mia stanza. Non sarò più qui, ma non direte che sono morta, ma che ho fatto il mio cambiamento. Mi mettete nella bara come mi troverete, con tutto e col rosario. Io sarò pronta. Dopo mi porterete a seppellire al cimitero di San Lorenzo.”  
Il mercoledì 29 settembre, giorno della festa di San Michele Arcangelo, di prima mattina, il sanlorenzino José González sentì la voce di Nostra Madre, per cui immediatamente cadde in ginocchio, con il volto a terra.  
– “Ho già fatto il cambiamento, figliolo, ma sarò con voi fino all'ultimo giorno e vi ricevo gloriosamente in cielo.” 
 
Nel sollevare lo sguardo, José si rese conto che Nostra Madre se n'era andata. Subito avvisò dell’accaduto i restanti discepoli, per cui tutti, in fretta, si recarono alla capanna di Mamita.

Nel vedere che usciva del sangue tra le fessure del pavimento della casetta, formando un laghetto sotto la struttura, tutti ricordarono le parole che lei aveva detto in diverse occasioni: – “Beato il Porto Ricco, se verso qui il mio sangue!” 
Nello scoprire il sangue sotto la capanna, i discepoli lo interpretarono come un permesso per entrare nella dimora. 
Lì trovarono il corpo di Nostra Madre disteso sul pavimento della sua stanza e notarono che esso era già stato preparato con un balsamo che descrissero “come di lillà”.  
Secondo le istruzioni della Vergine Santissima, il gruppo di bambine raccolse il suo sangue in panni bianchi che furono messi in alcuni flaconi di vetro, e poi sepolti vicino alla sua capanna. 
Il giudice, dopo aver appreso la notizia, stabilì in forma preliminare che il cambiamento di Nostra Madre non era stato causato da mano maliziosa e dichiarò che: “il corpo di Madre Elenita adesso appartiene agli angeli”. 



IL “FUNERALE”: UN FERETRO VUOTO? 

Il corpo della Madre, avvolto in un lenzuolo dalle bambine e messo in una bara, iniziò il suo viaggio verso il cimitero di San Lorenzo. 
Man mano che si procedeva nel cammino, si aggregava gente, che i testimoni calcolarono in “circa 20.000 anime”. 
All’arrivo in chiesa, i discepoli che portavano a spalla la bara affermarono al sacerdote che a mano a mano che avanzavano verso San Lorenzo e passavano le ore, il peso del feretro incominciò a diminuire e che all’arrivo al paese avevano la sensazione che fosse vuoto.  
Una volta sepolta la bara che diceva di “contenere” Nostra Madre, e stanchi e affamati dopo un pellegrinaggio durato dodici ore, i sanlorenzini si trovarono davanti alla terribile realtà che “Mamita” non era più con loro. 
Dietro suggerimento di qualcuno, si avviarono verso la Santa Rocca, camminando in fretta sul versante nord della montagna e quando giunsero alla rocca di granodiorite, i loro passi si fermarono di colpo. 
In piedi, presso l’immensa rupe, tutta circondata di luce, li aspettava sorridente la loro Beatitudine. 


LE APPARIZIONI

Con il tempo, ci furono testimonianze che la Vergine Santissima continuava ad apparire.  
Nel 1982, cioè, 73 anni dopo il “cambiamento” di Elenita de Jesús, due bambine di 7 e 8 anni la videro e ascoltarono, al tempo stesso che una di loro ebbe una levitazione fino a due metri e mezzo di altezza. A una di loro, la Madonna regalò un rosario, intrecciandolo con le dita della bambina.  
Il messaggio che diede fu: – “Dio è molto vicino alla Terra e ci troviamo nell’ultima tappa di ciò che deve accadere”. 
 pellegrinaggi continuarono ed è allora quando entrò nella storia Padre Jaime Reyes, nominato investigatore dei fenomeni dal Vescovo e che finalmente terminò come Rettore del Santuario che lì fu eretto. Nel santuario sono state diverse veggenti mariane di fama internazionale insieme con i loro consiglieri spirituali; una di esse è stata Marija Pavlovic (una di quelle di Medjugorje). 
Quest’ultima disse pubblicamente durante la sua visita nel 1992: “Non so perché i portoricani viaggiano a Medjugorje, poiché qui hanno la Gospa (la Madonna), qui, nella Santa Montaña”.  


L ' ESUMAZIONE 

Juan M. Pedro, che per decine di anni era il becchino sanlorenzino, indicò ad una giornalista nel 2005 che nel anno 1991 gli era stato detto di aprire la tomba dove era stata “sepolta” Elenita nel vecchio cimitero di San Lorenzo e rimuovere la bara dove nel 1909 fu messo il corpo di Nostra Madre. 
A mezzogiorno del Mercoledì Santo di quell’anno, nel ricevere l’ordine di aprire la tomba e tirar fuori la bara, si scoprì che essa era vuota. 
“È una cosa molto strana , disse, perché sempre ci sono dei resti, ossa, a pezzi o in polvere”. 
Confessò di essere rimasto vicino, e ai testimoni dell’esumazione sentì dire che speravano quanto meno di trovare una mantiglia o un rosario, ma lì non c’era niente; la bara era piena d’aria.  


LA RELAZIONE FINALE 

Purtroppo, per pressioni politiche fu deciso che la persona chiamata “Elenita”, che era vissuta in San Lorenzo tra l’anno 1899 e il 1909 aveva il cognome di “Huge”. 
E la Chiesa Cattolica fino adesso non si è pronunciata sul caso, nonostante le testimonianze raccolte da Padre Reyes. Ma ciò non convince molti vicini di San Lorenzo e Santa Montaña, che sanno che veramente la Santa Madre di Dio è vissuta lì, dieci anni tra i loro nonni.  
E che li guarì fisicamente e spiritualmente, insegnò loro a vivere il Vangelo e l’Amore di Dio e regalò ad essi la sua presenza luminosa, piena di materna bontà.  
E noi, credenti di oggi, guardiamo con santa invidia il dono dato dalla nostra amata Madre, Maria Santissima al Porto Ricco, e ci viene in mente il Salmo 147,20: “non fece nulla del genere con altre nazioni”. 

Ave Maria Purissima, concepita senza peccato. 


María de los Ángeles Pizzorno (Uruguay) 

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