domenica 16 luglio 2023

La prima città egizia. - La fontana miracolosa - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anne Catherine Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE 

(Dalla nascita di Maria Santissima alla morte di San Giuseppe).


La prima città egizia. - La fontana miracolosa 


Vidi la Sacra Famiglia entrare in un luogo desolato: si erano allontanati e vidi avvicinarsi rettili di vario genere, tra cui lucertole con ali da pipistrello che strisciavano e molti serpenti. Non facevano loro del male, ma sembravano voler indicare loro la strada. Qualche tempo dopo, non sapendo da che parte andare, vidi che la strada era stata indicata da un grazioso miracolo.  Su entrambi i lati della strada, spuntò una rosa chiamata Rosa di Gerico, con rami di foglie ricciolute che avevano piccoli fiori al centro. Essi avanzarono con gioia in mezzo a loro, vedendo i fiori spuntare a perdita d'occhio. Questo prodigio continuò per tutto il deserto. Alla Vergine fu rivelato che in seguito la gente sarebbe venuta dalla campagna per raccogliere questi fiori, per venderli ai viaggiatori stranieri e per comprare il pane con il ricavato. In effetti, ho visto che ciò è poi avvenuto. Il nome del luogo era Gaz o Gose. 

Li ho visti arrivare in un luogo chiamato, se non ricordo male, Lep o Lap, dove c'era acqua, fossi, canali e dighe. Attraversavano il torrente su zattere di legno, in cui c'erano delle vasche in cui mettevano gli asini. Quelli che li attraversavano sulle zattere erano due uomini brutti e magri, con nasi molto piatti e labbra spesse, che camminavano seminudi.  Più tardi arrivarono ad alcune case lontane dal villaggio, ma quando videro gli abitanti così altezzosi e sgarbati, non si fermarono né parlarono con loro. Erano arrivati alla prima città pagana egiziana, dopo aver viaggiato per dieci giorni nella terra di Giudea e altri dieci nel deserto. 

Ho visto la Sacra Famiglia in un paese pianeggiante, in territorio egiziano. C'erano grandi prati dove pascolavano le greggi. Ho visto degli alberi a cui avevano fissato degli idoli che assomigliavano a dei bambini cinti. Le cinghie che li tenevano erano ricoperte di figure e personaggi. Alcuni uomini di bassa statura, vestiti come le filatrici che ho visto nella terra dei tre re, rendevano omaggio a questi idoli. La Sacra Famiglia si rifugiò in un recinto, dal quale uscirono le bestie per far posto a loro. In quel momento non avevano né cibo né acqua e nessuno dava loro nulla. Maria riusciva a malapena a nutrire il suo bambino. In quei giorni sopportarono tutte le sofferenze umane. Quando finalmente alcuni pastori arrivarono per abbeverare i loro animali a un pozzo chiuso, diedero a Giuseppe un po' d'acqua per soddisfare la sua richiesta. Più tardi vidi la Sacra Famiglia, priva di ogni aiuto umano, attraversare un bosco, all'uscita del quale c'era un albero di datteri molto alto con un gran numero di datteri sull'arto superiore appesi a un grappolo. Maria si avvicinò all'albero, prese in braccio il Bambino Gesù e, sollevandolo, disse una preghiera. L'albero si inchinò come se si inginocchiasse davanti a loro ed essi poterono raccogliere i suoi abbondanti frutti. L'albero rimase nella stessa posizione. La Sacra Famiglia fu seguita da tutti i tipi di persone del luogo, mentre Maria distribuiva datteri ai molti bambini nudi che le correvano dietro. A circa un quarto di lega di distanza arrivarono vicino a un grande sicomoro e si infilarono nella cavità dell'albero, che era in gran parte vuota, nascondendosi alla vista delle persone che li seguivano, in modo da attraversare il luogo senza essere visti e poter passare la notte nascosti. 

Il giorno dopo li vidi proseguire attraverso una zona sabbiosa. Senza acqua e stanchi, si fermarono presso un tumulo sulla strada. Maria pregò con fervore e poi vidi sgorgare una sorgente, acqua abbondante che irrigò la terra arida della zona sabbiosa. Giuseppe aprì un canale per raccogliere l'acqua in una buca che aveva scavato e si fermarono a riposare. Maria lavò e rinfrescò il bambino, mentre Giuseppe riempì d'acqua il suo otre e abbeverò l'asino. Vidi alcuni animali molto brutti, come grandi lucertole e anche tartarughe, che venivano a rinfrescarsi. Non facevano del male alla Sacra Famiglia, ma, al contrario, la guardavano con un'espressione di amichevole affetto. Vidi che l'acqua zampillante, dopo aver percorso un bel po' di strada, rifluiva nel terreno a poca distanza dalla prima fontana. La terra innaffiata da quest'acqua era fertile, tanto che si coprì presto di abbondante vegetazione e l'albero del balsamo vi cresceva in abbondanza. Al ritorno dall'Egitto, poterono attingere balsamo da questi stessi alberi. In seguito questo luogo divenne noto come "la montagna del balsamo". Vi si stabilirono diverse persone, tra cui la madre del ragazzo lebbroso che fu curato nella capanna dei briganti. In seguito sono tornato a vedere questo luogo. Una bella siepe di balsami circondava tutta la collina, dove avevano piantato altri alberi da frutto. Aprirono un pozzo ampio e profondo da cui attinsero l'acqua per mezzo di una ruota trainata da buoi e che, mescolata alla sorgente di Maria, utilizzarono per irrigare orti e frutteti.  Senza questa miscela ho capito che l'acqua del pozzo sarebbe stata cattiva e dannosa. Notai anche che i buoi che tiravano la ruota dell'acqua smisero di lavorare dal sabato a mezzogiorno al lunedì mattina. 


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