Oggi, durante il cenacolo di preghiera e la S. Messa, Gesù è venuto varie volte e mi ha mostrato tante cose. È difficile esprimere ciò che ho sentito nel cuore, una grande pena. L’ho supplicato di dirmi cosa io potessi fare per aiutarlo e lenire il suo dolore.
La prima volta mi ha mostrato una città piccola e una piazzetta, al centro della quale c’era una chiesa antica con le porte centrali aperte. Non c’era nessuno; solamente due persone vestite con una tuta azzurra, che deponevano tanti cadaveri, l’uno accanto all’altro, cominciando dall’abside della chiesa, e poi in tutta la piazza. Gesù era lì e piangeva silenziosamente.
Subito dopo mi ha mostrato un grande prato verde con tanti croci bianche nel terreno. Erano tutte tombe, e Gesù mi ha detto: “Figlioletta mia, soffro tanto. Il dolore che mi provoca punire le mie creature è molto intenso”. Ed io gli ho chiesto: “Gesù, perché devi punire? Abbi misericordia ancora una volta”. E Gesù mi ha risposto: “Tutto questo lo richiede il diritto della mia Giustizia, ma il mio Cuore si riempie di amarezza. Rimani qui, abbracciami e non lasciarmi solo”…
Poi Gesù è venuto con un vestito tutto lacero e sporco, e stava in piedi davanti al Trono dell’Eterno e implorava il Padre di guardare Lui, il suo dolore e le sue piaghe, e non dare così sfogo all’Ira divina. Poi è rimasto in ginocchio per un po’, pregando a testa bassa, quasi bisbigliando… All’improvviso è venuto un vento molto forte, che caricava tanta polvere che quasi oscurava la luce con un pulviscolo rossastro. L’aria era quasi irrespirabile. Gesù si è alzato e, rivestito di abiti sacerdotali, è andato verso il Trono celeste, salendo otto scalini grandi. Dietro di Lui è venuta la Regina Addolorata, si è inginocchiata e supplicava e piangeva, ma dai suoi occhi uscivano lacrime di sangue; implorava misericordia e pregava intensamente, offrendo le preghiere e le sofferenze anche dei suoi figli.
Poi mi ha detto: “Vieni, vieni a vedere…” Mi ha mostrato un tabernacolo aperto e dentro, sentendo una grande pena, ho visto il suo Cuore trafitto a metà e pieno di spine… Pulsava lentamente e c’erano angeli inginocchiati che offrivano il loro amore.
Poi mi sono ritrovata sul ciglio di una scogliera molto alta e Gesù stava seduto sul limite. Pioveva e il cielo era cupo e minaccioso. Sotto, le acque del mare erano furiose, scagliandosi contro le rocce, e il vento era gelido e molto forte. Ed io ho chiesto a Gesù perché stesse lì e perché tutto fosse così tetro e minaccioso, e Lui mi ha risposto: “Quello che vedi riflette l’anima del mondo. Ci sarà molto più dolore che all’epoca del Diluvio, ma Io ho una nuova Arca con la quale salvare i miei figli”.
Alla fine della Santa Messa, poco prima della benedizione finale, con mio stupore grande, è venuto San Giuseppe e mi ha donato un pane rotondo, e mi ha detto: “Prendi questo pane, figlia, conservalo, perché verrà un tempo, ed è presto, in cui cercherete il Pane vero, ma non lo troverete”. Io ingenuamente gli ho chiesto come potessi conservarlo, e lui mi ha risposto di tenerlo nel mio cuore perché è il Pane del Settimo giorno. Il suo viso era serio, mi ha benedetto ed è sparito.
Ho l’animo carico di dispiacere e di pena. Quando queste visioni finiscono rimango in silenzio e sembra che dentro di me tutto si fermi. Le immagini passano, ma la pena rimane e sento un grandissimo bisogno di pregare con Gesù e tenerlo stretto a me, di non lasciarlo solo, di consolarlo, di stare con Lui e in Lui e amarlo con tutta la forza del mio povero cuore… So che Gesù e Maria stanno soffrendo tanto per le anime che si perdono. Farei qualunque cosa per alleviare questo dolore ai loro Cuori, ma lo strazio della perdita delle anime è atroce, noi non possiamo capirlo.
(23 Febbraio 2020)
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