domenica 21 luglio 2024

Il Signore, conservando in vita i tre giovani nella fornace, ha attestato al re che è Lui il Signore del cielo e della terra, del fuoco e di tutta la creazione.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 


91Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. 

Il Signore, conservando in vita i tre giovani nella fornace, ha attestato al re che è Lui il Signore del cielo e della terra, del fuoco e di tutta la creazione. 

Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero. 

Tra quanto viene riferito nel versetto e quanto detto precedentemente non vi è alcuna relazione di continuità. Ignoriamo perché il re rimane stupito. 

Non sappiamo dove il re si trovi in questo istante. Non sappiamo se fosse coricato nel letto o fosse seduto sul suo trono.  

Sappiamo però che è rimasto stupito da quanto ha visto. Questo stupore lo spinge a chiedere per avere risposte certe. 

È certo che nella fornace sono stati gettati tre giovani. È certo che le fiamme raggiungevano in altezza fuori della fornace i venticinque metri.  

Questa verità è testimoniata dai servi di Nabucodònosor. Certezza storica e certezza della visione non coincidono. Il re vede altro nella fornace. 

92Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi». 

Non solo Nabucodònosor vede quattro uomini sciolti che camminano in mezzo al cuoco, il quarto ha l’aspetto di un figlio di dèi. Ce n’è uno in più.  

Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile nell’aspetto a un figlio di dèi». I giovani non solo non sono morti. Sono anche liberi. 

Assieme a loro il re vede l’Angelo mandato dal Signore perché tenesse lontano dai tre giovani le fiamme perché nessun male fosse loro arrecato. 

Prima verità. Nabucodònosor constata che le fiamme non hanno arrecato alcun danno. Vede anche che nella fornace vi è una persona speciale. 

Questa persona non appartiene al mondo di quaggiù, al mondo visibile. Appartiene al mondo degli dèi, anzi lui stesso è un figlio di dèi. 

Seconda verità. Il re deve ora confessare che le parole dette da Sadrac sul suo Dio sono vere. Il Dio di Sadrac può liberare dalla mano del re. 

93Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace di fuoco ardente e prese a dire: «Sadrac, Mesac, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori». Allora Sadrac, Mesac e Abdènego uscirono dal fuoco. 

Ora Nabucodònosor dona l’ordine ai tre giovani di uscire fuori. Vengono chiamati servi del Dio altissimo. I tre giovani escono dal fuoco. 

Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace di fuoco ardente e prese a dire: «Sadrac, Mesac, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori». Allora Sadrac, Mesac e Abdènego uscirono dal fuoco. 

Importante in questo versetto è la confessione fatta dal re: si rivolge ai tre giovani chiamandoli servi del Dio Altissimo.  

Egli riconosce che il Dio Altissimo è vero Dio. Non è una invenzione dei tre giovani. Se fosse una invenzione, essi sarebbero stati ridotti in cenere. 

Volendo fare un paragone, sembra di trovarci dinanzi alla tomba di Lazzaro, quando Gesù grida: “Lazzaro, vieni fuori!”. Si esce dalla fornace con facilità. 

Il re dona l’ordine ed essi vengono fuori. Il testo non si preoccupa delle modalità. Il racconto è finalizzato alla confessione di Nabucodònosor. 

Il re si trova dinanzi a dei servi del Dio altissimo, il solo che ha la potenza di impedire al fuoco di non essere fuoco e alle fiamme di non essere fiamme.  

Il re deve confessare che la sua “onnipotenza” può valere sugli uomini, ma non sul Dio Altissimo. Oggi lui deve confessare la sua sconfitta. 

94Quindi i sàtrapi, i governatori, i prefetti e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere, che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l’odore del fuoco era penetrato in essi. 

Tutti i funzionari del regno devono confessare la stessa verità storica. Il fuoco con i tre giovani non è stato fuoco, le fiamme non sono state fiamme. 

Quindi i sàtrapi, i governatori, i prefetti e i ministri del re si radunarono e, guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere, che neppure un capello del loro capo era stato bruciato e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure l’odore del fuoco era penetrato in essi. Essi attestano e parlano come se mai i giovani fossero stati tra le fiamme. 

Il fuoco sui tre giovani non aveva avuto alcun potere. Neppure un capello del capo era stato bruciato. I mantelli non erano stati toccati. Niente di niente. 

Cosa ancora più sorprendente per i funzionari del re è la constatazione che neanche l’odore del fumo è penetrato in essi. Il fuoco non era fuoco. 

È come se i tre giovanni fossero stati altrove. Nessun segno del fuoco e delle fiamme era sui loro corpi o sui loro vestiti. Niente di niente. 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

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