Il contrario del Peccato originale.
Le persone che si sentono attirate dall’ideale proposto da Luisa Piccarreta si fanno generalmente la seguente domanda: “Se è vero che per noi è arrivato il tempo di mettere il Volere divino al posto del nostro volere umano, esiste un percorso suscettibile di aiutarci a raggiungere presto e bene questo obiettivo? Se sì, qual’è questo percorso?”
Il percorso esiste. Si tratta di adottare un comportamento che sia all’opposto di quello che ha spinto Adamo ed Eva a commettere il Peccato originale. Se l’uomo d’oggi vuole onorare il Volere divino che Adamo ed Eva hanno rigettato e offeso, esso deve accettare che questo Volere riprenda in lui il posto che Dio gli aveva dato all’origine. In altre parole: visto che i nostri Progenitori hanno preferito il loro volere umano al Volere divino, Dio ci invita oggi a preferire il Volere divino al nostro volere umano. Tutto ciò comincia con un atto di sottomissione amorosa a Dio: l’opposto della ribellione iniziale.
Diciamolo con poche parole: per onorare il Volere divino in modo conveniente occorre umiltà, sottomissione; per arrivare all’umiltà e alla sottomissione occorre l’amore; e che questo amore sia orientato verso Dio, e che Dio lo accetti, e che a seguito di questa accettazione Dio venga a rifare in noi l’Ordine primordiale.
Una persona ha tutti i diritti di rinunciare al suo a volere umano a vantaggio del Volere divino. Se a seguito di questo desiderio concepito interiormente, la stessa persona si inginocchia davanti a Dio e gli chiede la grazia di potere vivere nel Volere divino, questo atto di fiducia amorevole finisce per provocare la divinizzazione della persona che lo compie. Dio infatti non rifiuta mai questa grazia a chi gliela chiede con fiducia e sottomissione amorosa. I sentimenti di umiltà, di sottomissione e d’amore che normalmente accompagnano questa preghiera hanno per effetto di spingere Dio a ripristinare l’Ordine primordiale nella persona interessata.
L’Ordine primordiale, che Dio aveva concepito per il nostro bene, rimette il Volere divino al primo posto, l’unico che gli conviene. Questo produce la divinizzazione della persona interessata. [24] Ma per ottenere bisogna sapere umiliarsi, al punto di voler chiedere.
La natura di questo atto di sottomissione amorosa è talmente gradevole a Dio, che in cambio Dio si impegna a cancellare le tracce del Peccato originale in coloro che lo compiono. L’anima e il corpo di coloro che aderiscono a questo ideale saranno interamente rinnovati. La loro persona assomiglierà a quella di Cristo risuscitato. Il loro corpo sarà l’equivalente di un corpo glorioso, e l’insieme di tutti questi corpi gloriosi formerà il Nuovo Corpo mistico di Cristo, la Nuova Chiesa.
Conclusione: le persone che, spinte dall’amore, si sentono chiamate a vivere nel Divin Volere, possono giungervi grazie ad una semplice preghiera di offerta compiuta con amore. Questa preghiera, da ripetere a piacimento, con la frequenza desiderata, potrebbe essere la seguente: «Padre nostro, Dio d’amore, io rinuncio alla mia volontà umana. Te l’offro in sacrificio di olocausto. Ti chiedo umilmente di sostituirla con la tua, che è divina. Grazie. [25]
De Parvulis
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