Un sacerdote può maledire?
Riferisco una confidenza, una esperienza vissuta da un amico sacerdote lasciando al lettore ogni giudizio. Aveva il sospetto di avere ricevuto due maledizioni: racconto quella più significativa.
“Nel settembre del 1961 don *** va a Pellaloco per chiedere consiglio al parroco, persona superiormente illuminata. Da tempo era molto malato, e non sapeva se fosse ancora vivo. Arrivato alla chiesa chiede alle donne che stanno alla fontana se il parroco poteva riceverlo. Lo sconsigliano di bussare perché molto malato e da qualche tempo non riceve più nessuno. Istintivamente entra in chiesa e vede fuori dalle balaustra in piedi un sacerdote: ritiene che possa essere soltanto lui (due settimane dopo muore).
Il don *** aveva scritto a P. Pio per avere consiglio su una scelta da prendere e gli aveva suggerito di seguire il consiglio della Guida spirituale. Dopo molti anni, nella straordinaria rimemorizzazione ricostruirà tutti i particolari dell’incontro e prenderà coscienza che lì in chiesa ad attenderlo stava non il parroco di Pellaloco, ormai morente per la grave malattia, ma P. Pio, venuto in bilocazione come Guida spirituale a portargli il consiglio chiesto.
Il don *** sta per iniziare il discorso con P. Pio, ma subito lo ferma con le parole: “Ascoltami bene: Metti nel cassetto il progetto vocazionale, perché prima devi pensare alle sofferenze. Devi affrontare 30-40… anni di accuse, calunnie, denunce, con le quali alcuni confratelli tenteranno di distruggerti la vita”. Ripetutamente gli suggerisce di stare attento, gli raccomanda di essere prudente perché dei confratelli avrebbero tentato di rovinarlo, di farlo fuori. “Solo dopo potrai tirar fuori dal cassetto il progetto vocazionale”.
“Ma, Padre, allora sarò troppo vecchio per dedicarmi alle vocazioni”. “Non ti preoccupare; uno dalle tue parti, fra Brescia e Verona ha fondato una Congregazione a 72 anni”. (Conoscerà quel sacerdote nel 2002 quando viene fatto Beato il Fondatore dei Pavoniani: era lui). In quel momento non vedeva alcuna nuvoletta all’orizzonte, in cielo, che potesse annunciare tanta tempesta!
Nel 1967 il don *** si trova per studi in un’altra città e sceglie come Guida Spirituale un monsignore che gli viene consigliato. Alla fine dell’anno gli propone di fare l’assistente in Seminario. Il don *** accetta anche se nella scelta era molto turbato interiormente, non era tranquillo, ma non sa a chi chiedere consiglio, non conosce nessuno e accetta il consiglio del monsignore che avvicinava come Confessore!
Senza saperlo si mette nei guai! Venti giorni dopo avere iniziato il servizio in Seminario il monsignore gli chiede di fare corpo con il Vice Rettore e gli Assistenti contro il Rettore per farlo saltare. (Scopre la presenza di due correnti contrapposte). A quel punto la sua coscienza si ribella, si confida con il Rettore e collabora con lui. L’anno dopo verrà a sapere che il Rettore aveva chiesto al Vescovo di averlo come Vice Rettore. Il don *** tre mesi dopo si rivolge ad un medico perché avverte qualcosa di strano nel suo fisico. Teme che gli sia stato messo qualcosa nel cibo, della droga. Una notte di aprile del 1968 un forte rumore, che avverte solo lui nella camerata, lo sveglia e gli succede qualcosa contro la sua volontà per mancanza di controllo psicofisico.
Da quel momento gli avversari gli scatenano contro dicerie a non finire per condannarlo e farlo uscire di scena. La corrente tradizionalista, legata al vice rettore e al monsignore, lo considera un traditore e lo fa allontanare dalla diocesi. Per impedirgli di essere vice rettore agli avversari non rimaneva che fargli del male. Si chiede subito se le difficoltà psicofisiche, a determinate ore della notte, che condizionano la sua libertà non siano l’effetto di una maledizione, ma non crede ancora a simili cose.
Il don *** finisce per essere ricercato come nemico, traditore della corrente tradizionalista. Avviene quasi una caccia all’uomo, inventano capi di accusa per allontanarlo. Quante sofferenze e calunnie!
Ritornato nella sua diocesi il Vescovo, durante il tempo trascorso vicino a lui, esamina la situazione psichica del don ***. Come un padre lo consiglia solo di curarsi. Impone il silenzio sui fatti e arroga tutto a sé. L’anno dopo, prima di lasciare la diocesi, gli propone una parrocchia per sistemarlo, ma un collaboratore si oppone.
Alcuni anni dopo, al rientro definitivo in diocesi, il nuovo Vescovo lo manda a casa sua perché non c’era un posto per lui.
Qualche anno prima gli aveva offerto o l’insegnamento in seminario o una parrocchia.
La zizzania era cresciuta. Chiede ad un parroco benevolo di accoglierlo. Ricomincia tutto da capo. Ovunque va si porta dietro la maledizione e la presenza diabolica che scatena difficoltà e dicerie pronte a suscitare la tempesta di calunnie, accuse. Il peso delle umiliazioni e sofferenze è stato veramente grande!
Alcuni fanno arrivare alla scuola dove insegna l’accusa di avere messo incinta una ragazza, che apparteneva al gruppo di canto di un’altra parrocchia. L’aveva incontrata in parrocchia dopo sposata per il battesimo del figlio. Il Vescovo visto che le calunnie erano infondate, gli ripropone l’insegnamento nella scuola, ma ormai l’onore era stato calpestato!
Ogni promessa di sistemazione, di promozione risulta un inganno: una ad una naufragano tutte. Nel raccontarmi dopo tanti anni soffriva ancora molto, si bloccava, riviveva nel cuore quel calvario di umiliazioni, di calunnie, denunce che il demonio gli aveva scatenato contro per distruggerlo.
Quel don ***, finito il racconto, mi dice: “Di certo so che la profezia di P. Pio del 1961 si è realizzata letteralmente nella prima parte! Secondo te è stata una serie di fatalità o c’è spazio per pensare, credere ad una maledizione realizzatasi fin dove ha permesso il Signore?
Nella vita gli tornava più volte il pensiero, il timore di essere stato stregato, maledetto: ne parlò con il confessore, anche qualche anno dopo, per un eventuale esorcismo. La sua proposta non fu presa in seria considerazione. Eppure avvertiva in sé una forza, sempre pronta a condizionare il cammino della vita morale e spirituale, ad opporsi ad ogni attività pastorale per creare tensioni e difficoltà”.
Il buon samaritano delle vittime del demonio
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