I Parte della visione: Il primo Pioniere, “IL CAMPIONE”
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‘Il Campione’
(2° orientamento: scena rivolta verso Sud-Ovest)
§ 24 La finestra aperta si spostò verso destra inquadrandolo oltre l’angolo della stanza: anzi era fuori del muro della biblioteca per almeno un metro, dietro l’angolo della libreria. Ora l’inquadratura era rivolta verso Sud-Ovest. Non vedevo più il mobile della libreria, come se fosse sparito. Sporsi la mano e la toccai, la sentii ma non la vidi. Non vidi nemmeno la mia mano.
Una Voce di uomo mi disse dentro: – GUARDALO! È BELLO. LO RICONOSCI? –
Lo fissai mentre si muoveva fino a quando, spostando i capelli che gli scendevano sul viso mentre era intento al suo lavoro, li cacciò nuovamente dietro gli orecchi. Era veramente bello. Aveva quindici o sedici anni.
Era paffuto. Forse la cavità orbitale sembrava così profonda proprio a cagione delle guance paffute. Risposi mentalmente: “No”.
– RISPONDI – soggiunse.
Ero convinto che se io Lo sentivo e Lo capivo a livello intellettivo anche l’Interlocutore mi capiva. Risposi facendo il gesto negativo con il capo.
– PARLA – insistette. – No, non lo conosco – dissi a voce normale. – Chi è? –
§ 25 – È IL CAMPIONE – mi rispose con voce tenue all’orecchio. – L’HAI DEFINITO TU COSÌ, UN MESE E MEZZO FA, NELL’AULA MAGNA DEL SEMINARIO16. –
16 Scrive in un appunto don Guido: “Un mese e mezzo prima della visione, cioè il 28 giugno del 1972, assistetti nell’Aula Magna del Seminario ad una conferenza di microbiologia genetica in rapporto alle tare ereditarie che condizionano il comportamento dell’uomo. Quando l’oratore, il prof. Giambattista Marson, primario nel reparto di dermatologia dell’ospedale di Belluno, spiegò come in America l’esame delle cellule di condannati all’ergastolo rivelò che alcuni di costoro invece di avere i normali XY avevano anche un cromosoma più piccolo, cioè una y, per cui gli scienziati si chiedevano come quella y fosse entrata nel patrimonio genetico umano rendendo squilibrato chi ne era in possesso, io intervenni dicendo: – Siamo dei credenti e per noi è certissimo che Colui che ha guidato l’evoluzione delle specie dei viventi fino ai vertici del ‘philon’, ha posto in essere una creatura umana perfetta che doveva essere ‘il Campione’di tutti i suoi discendenti. Se ancora al giorno d’oggi si trovano dei casi di caratteri ancestrali, ciò è dovuto al fatto che il Campione, il quale nel Paradiso terrestre va sotto il nome di ‘Albero genealogico della Vita’, ha avuto rapporti generativi con l’‘albero selvatico’ che poteva dare frutti buoni con l’intervento di Dio e frutti cattivi senza l’intervento di Dio, cioè ibridi, bastardi...” – Non potei continuare perché un anziano professore di Esegesi biblica, don Angelo Santin, mi interruppe dicendo: – Non siamo preparati su questa linea.
– L’ho detto per fede, non per esperienza. Non l’ho mai visto! –
– L’HAI VISTO. TI HO ASCOLTATO VOLENTIERI IN QUELLA OCCASIONE, E ANCHE PRIMA NEGLI ALTRI TUOI INTERVENTI ALLA CATTEDRA DEL CONCILIO AL CENTRO DIOCESANO. –
– Non me ne ricordo – risposi. Qui una Voce femminile disse in sordina:
– E PARLERAI ANCORA ANCHE SULL’EUCARISTIA
– e aggiunse altre parole che non ricordo.
– Chi è? – insistetti.
§ 26 – IL TUO PRIMO PARENTE. –
– Eh no, Signore! Non ho parenti così belli, né prossimi né lontani. – Intanto cercavo di realizzare:
– Ma chi è? Cosa viene a fare qui? Un mio parente...? Un campione...? Ho un’allucinazione? – esclamai forte.
– PROTO, PROTOPARENTE – soggiunse sommessamente e ripetè:
§ 27 – PROTOPARENTE DI TUTTI GLI UOMINI. – E dopo alcuni attimi:
§ 28 – È LUI IL PROGENITORE. –
Ripensandoci poi, ricordai d’averlo già visto nella rivelazione de ‘Il peccato originale’ quand’era ancora poco più che un ragazzo e nella rivelazione de ‘La morte di Abele’,
Non dimentichiamo che prima di questa conferenza don Guido aveva avuto già 4 rivelazioni e che, a differenza del suo confratello, aveva potuto vedere lo svolgersi del ‘peccato originale’ e osservare l’aspetto del primo Uomo e della prima Donna ancora bambina (II rivelazione) e quello degli esseri della specie pura più prossima all’Uomo (II e III rivelazione) e quello degli ‘ibridi’ di alcune generazioni dopo l’incrocio delle due specie (IV rivelazione).
quand’era nel pieno della sua virilità. Ma vedendolo così giovane non l’avevo realmente riconosciuto. Non potevo credere che Adamo fosse così giovane per cui, fissandolo di nuovo in viso, al vedergli quella pelle rosea e delicata e le guance paffute con quel naso di fanciullo, dissi:
– È mai possibile? È un ragazzino! – Ricordavo che nella Bibbia era scritto che Adamo generò Set a 130 anni. Poi, ragionando, pensai che anche lui doveva pur esser stato giovane. Anzi, un Giovane speciale che era dotato di doni soprannaturali e preternaturali e che godeva di un dialogo costante con Dio che gli faceva da Padre e da Maestro.
È scontato che il primo Uomo parlasse con Dio e che Dio gli avesse insegnato a parlare. Non c’è da stupirsi, visto che parla anche oggi agli uomini! Se non fosse stato così, Adamo avrebbe imparato solo i versi degli animali. Quindi, oltre alla parola, anche la conoscenza dell’uso del fuoco gli venne trasmessa da Dio che gli insegnò ad usarlo, ma si perdette assieme a tutte le altre conoscenze con l’ibridazione, fino a riemergere nell’uomo preistorico come una conquista.
§ 29 – TU GLI SOMIGLI. –
– So di non essere bello, lo so fin dall’infanzia. –
– ‘ORA’ TUTTI GLI UOMINI GLI SOMIGLIANO. – – Beh! Pressappoco. Chi più, chi meno... – Sentii sopra le mie ultime parole, la Voce sommessa che disse alcune parole riguardo all’Uomo che per la sua disobbedienza divenne padre di un’umanità degenerata e alcune altre considerazioni riguardo all’uomo decaduto.
Ogni volta che si trattava di accusare l’Uomo, Egli lo faceva in sordina, riguardoso. E di lì a qualche secondo continuò:
§ 30 – L’HO PRESERVATO DALL’ESTINZIONE E L’HO GUIDATO ALLA RISURREZIONE. – Seguirono altre 8 o 10 parole che non ricordo, ma che si riferivano alla Sua opera nel guidare l’umanità, imbestialita a causa dell’ibridazione, al recupero dell’immagine originaria, non tanto riguardo ai caratteri somatici che hanno ben poca importanza, quanto alla ‘capacità di intendere e di volere’. Con quelle parole non intendeva solo dire che siamo rievoluti, cioè che siamo stati recuperati parzialmente e che, entro certi limiti, abbiamo riacquistato le sembianze del primo Uomo, ma che abbiamo anche riacquistato in buona parte le capacità intellettive. ‘Ci ha messi in grado’ di partecipare alla sorte dei Santi nella Luce, ci ha dato la possibilità di essere liberati dal potere delle tenebre dandoci l’opportunità di essere trasferiti nel Regno del Suo Figlio diletto per opera del Quale abbiamo la Redenzione, la remissione delle conseguenze psicofisiche e spirituali del ‘peccato originale’.
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Dagli scritti di Don Guido Bortoluzzi
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