sabato 6 novembre 2021

IL REGNO DEI GIORNI FELICI

 


Il “catalizzatore” della felicità. 


Un giorno mi è capitato di assistere interiormente a un dialogo tra due fratelli. Il più giovane, una quindicina d’anni, interrogava suo fratello maggiore, già sacerdote. 

A scuola ci dicono che l’uomo discende dalla scimmia, e che la scimmia discende da un altro animale, e così via fino alla prima cellula che si sarebbe  auto-generata a partire da zero. Si deve credere a tutto questo?  

«No. Sono convinto che l’uomo sia stato creato da Dio, e la nostra Fede  cristiana mi dà ragione. Essa dice che la materia, che all’inizio era senza  ordine, e quindi senza vita, ha cominciato a esistere – come noi la  conosciamo ora – nel momento in cui un’intelligenza onnipotente,  infinitamente superiore alla nostra, le ha dato vita inserendovi l’ordine necessario alla vita. Questa Intelligenza superiore è Dio, puro spirito. Il nostro credo cattolico dice che la vita è stata creata da Dio, che l’ha messa  nella materia (letteralmente: “Soffiata” nella materia) in gradi diversi. Il nostro grado di vita è altissimo, perché in noi umani la vita della materia  coabita con quella dello spirito. Grazie a questo spirito la vita che abbiamo in  noi non è soltanto materiale, cioè a livello di atomi fisici e di cellule  biologiche, ma anche spirituale, cioè a livello di coscienza intelligente e di  libertà. La libertà non è concessa alle pietre, non è concessa agli alberi o ai  fiori, e non è concessa nemmeno agli animali. Questi, come sai, non fanno altro che seguire l’istinto della loro razza, e più di così non possono. Noi invece possiamo scegliere di fare quello che desideriamo, abbiamo la libertà  di farlo, e in più riusciamo a capire il perché e il come delle varie cose. Ciò  significa che oltre alla libertà di scelta ci è stata pure concessa la capacità di  capire intelligentemente quello che i sensi del corpo (cinque in tutto) ci fanno  captare fisicamente."  

A scuola ci dicono pure che l’essere umano ha delle capacità infinite, che  non c’è niente che limiti la sua intelligenza, come se noi fossimo Dio. Siamo Dio o non lo siamo?  

«Da soli non lo siamo, perché non siamo noi il Creatore, 130 invece con  Dio lo siamo, perché possiamo quello che Lui può. Per essere con Dio, uniti a Lui in modo da potere quello che Lui può, dobbiamo accettare in noi l’amore.  Se l’amore presente in Lui non lo è anche in noi,  rimaniamo da Lui separati.  E se siamo da Lui separati non possiamo far niente, solo invecchiare e poi  morire.» 

È forse sbagliato dire che l’essere umano è al di sopra degli angeli e degli arcangeli?  

«Non credo sia sbagliato. Sotto alcuni aspetti gli angeli sono superiori a  noi, sotto altri aspetti sono inferiori. Per esempio, essi non possono diventare “Figli di Dio”, noi invece lo possiamo. Questo è per noi un privilegio immenso, esclusivo, ma siamo liberi di accettarlo o di rifiutarlo, ed alcuni di  noi lo rifiutano.»  

Ci dicono che un uomo è libero se può scegliere di fare quello che vuole ... 

«Certo, ma se sceglie di buttarsi sotto il treno, la sua libertà è impiegata male. C’è un grado di libertà che primeggia su tutti gli altri è il libero arbitrio.  Si tratta del potere che noi tutti abbiamo di scegliere tra bene e male, amore  e odio, ordine e disordine, armonia e disarmonia (cacofonia). Nemmeno gli  animali che sembrano intelligenti, come il cane, il delfino, o la scimmia,  hanno la libertà di scegliere tra amore e odio, tra bene e male. Essi sono condizionati dai loro istinti naturali, chiusi in essi, prigionieri di essi. L’uomo  invece può scegliere … Sì, può scegliere di perfezionarsi o di rovinarsi, di salire oppure discendere. Discendere per sentirsi più animale, salire per  sentirsi più spirituale, quanto gli angeli e anche di più. Per esempio, gli  angeli, pur essendo spirituali, non hanno la possibilità di salire più in alto di  quello che sono, per diventare per esempio Figli di Dio. L’uomo invece lo può. 

Basta che accetti.» 

Che accetti cosa? 

« ... D’incontrare l’Amore divino. Se l’amore umano accetta d’incontrare  l’Amore divino e di unirsi a Lui (questo equivale ad incontrare Dio stesso e di unirsi a Lui), si produce il più fantastico dei miracoli: si produce una  gestazione divina seguita dalla nascita di un “Figlio di Dio” vero e proprio. La cosa più speciale è che l’uomo che nasce da questa Unione spirituale, mistica, possiede la nostra identità, porta il nostro nome e cognome.  Diventare Figli di Dio significa che ognuno di noi, se lo desidera, benché già nato una volta dal ventre di sua madre, può rinascere “nei panni” di Dio, rinascere come autentico “Figlio di Dio”. Visto che un figlio è molto più di un  semplice servo – il figlio non si limita a vivere nella casa del padre, ma vive la  vita dello stesso padre – quelli tra di noi che accettano Dio come Padre,  potranno vivere con Lui nelle sue dimore regali, non come servi o come  ospiti, ma di diritto. La cosa, se ci pensi bene, fa venire il capogiro. Pensa  che a noi viene concessa la possibilità di vivere eternamente una vita regale,  e visto che il Re che ci invita è anche nostro Dio, la nostra vita sarà anche  divina, oltre che regale. Non so se te ne rendi conto, ma siccome il Padre che  abbiamo (per quelli tra noi che Lo vogliono riconoscere) è onnipotente, l’eredità che ci aspetta è fatta di onnipotenza! 131  

Eppure la maggioranza degli uomini non sembrano interessati a queste cose.  

«Purtroppo … Ma sai, non riesco a capire come mai tanti di noi rifiutino  questi privilegi. Non riesco a mettermi nei panni di una persona che rifiuti la  vita, quella vera. Anche se oggi queste persone costituiscono la maggioranza,  perché molti si lasciano abbindolare dalle cose terrene, materiali e  transitorie, davanti al loro modo di pensare e di vivere io sono come interdetto. Non riesco a concepire che un essere umano rifiuti l’amore, quello vero, rifiuti Dio, quello vero. Non riesco a capire il negativismo di queste  persone, un negativismo assoluto, la loro stoltezza, una stoltezza assoluta,  ostinata. Credo che ognuno di noi sia capace di amare, se vuole, ma loro rifiutano l’amore vero, quello che emana da Dio 132 Lo rifiutano in modo  ostinato. Vuoi conoscere a fondo il mio pensiero? Anche quando fanno l’amore, queste persone sono senza amore. Fanno l’amore con egoismo. Si limitano alla passione dei sensi, che è solo fisica. Risultato? Il loro amore assomiglia a quello del beone, che ama “con passione” il suo bel fiasco di vino, ma solo per svuotarlo; e quando si accorge che è vuoto lo butta via per  procurarsene un altro che sia pieno. Queste persone si amano per svuotarsi l’una con l’altra. E d’altronde, un uomo e una donna che si uniscono possono svuotarsi o riempirsi, arricchirsi o impoverirsi, aumentare la loro reciproca schiavitù oppure la loro reciproca libertà. Se l’amore è vero, è la  libertà che aumenta; se l’amore è falso, è la schiavitù. L’amore vero rende  liberi (anche se le forme esteriori dell’amore fanno pensare alla schiavitù),  invece l’amore falso rende schiavi (anche se le forme esteriori fanno pensare  alla libertà)."  

Come si fa per sapere se l’amore è vero o falso?  

«Sono convinto che sia necessario un ingrediente chiamato buona  volontà. Ho l’impressione che senza di essa non sia possibile nessuna forma  di vita, vita vera. Mi sembra che la buona volontà sia come quell’ingrediente che nelle reazioni chimiche permette la fusione degli elementi pur non facendo parte della fusione stessa. I chimici lo chiamano “elemento  catalizzatore”, o “catalizzatore”. Se in noi la buona volontà è presente, allora riusciamo a capire, o intuire, la differenza che c’è tra l’amore vero e quello  falso, se invece è assente, l’amore che scegliamo è di solito falso, un po’ più,  un po’ meno, ma falso comunque. A meno che, eccezionalmente, non subentri un colpo di “fortuna”. Ma se detta “fortuna” rimane unilaterale,  l’altra persona finisce per accorgersi dell’imbroglio, e nascono i divorzi, con tutto quel che ci va dietro di dolore e di sofferenza, sia per gli adulti che per i  figli nati nel frattempo.» 

E cosa si deve fare per avere in noi la buona volontà? 

«Desiderarla e domandarla a Dio. E Dio ce la provvede. Lo fa sempre. La  concede nel momento più propizio. Se tuttavia una persona non la vuol  chiedere – perché per desiderarla con sincerità e chiederla a Dio ci vuole umiltà, e l’umiltà non è di tutti – allora la buona volontà non si fa viva,  rimane assente... E sai che significa per una persona essere senza buona  volontà? Significa vivere con la bocca sempre storta e il cuore sempre di  traverso."  

«Ma allora, se una persona NON chiede a Dio la buona volontà, non  arriverà MAI conoscere la differenza che c’è tra l’amore vero e l’amore falso?"  

Esatto. Ma continuerà ugualmente a parlare d’amore, a cantarlo, a predicarlo. Anche a sognarlo.» 

A conclusione di questo dialogo, la buona volontà mi è apparsa come un  dono preziosissimo, un dono che spontaneamente io definirei: il “catalizzatore della felicità”. Ho capito qui una cosa: che gli uomini che vogliono arrivare alla conoscenza dell’amore vero hanno assolutamente bisogno di buona volontà. Se la buona volontà è assente, la fusione tra l’amore del corpo e quello dell’anima (amore forma e amore sostanza) non avviene. Il miracolo dei miracoli non si verifica. L’amore umano e quello divino rimangono separati. 133  

Parvulis

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