venerdì 19 novembre 2021

Progresso spirituale - DELLA POCA CONOSCENZA DI DIO CHE C'È NEL MONDO

 


I. DELLA POCA CONOSCENZA DI DIO CHE C'È NEL MONDO

Ciò di cui gli uomini hanno più bisogno è la conoscenza di Dio. Essi sanno, certo, a forza di leggere, che la storia dà conto di una certa serie di miracoli e di provvidenze marcate; hanno riflettuto seriamente sulla corruzione e l'instabilità delle cose del mondo; sono persino, forse, convinti che la riforma della loro vita su certi principi di moralità sia auspicabile per la loro salvezza; ma l'intero edificio è privo di fondamenta; questa pia e cristiana esteriorità non possiede anima. Manca il principio vivente che anima ogni vero credente, Dio, il tutto e in tutto, l'autore e il sovrano di tutto. Egli è in tutte le cose infinito, nella saggezza, nella potenza e nell'amore, e quale meraviglia se tutto ciò che viene dalla sua mano deve avere lo stesso carattere infinito e vanificare gli sforzi della ragione umana. Quando opera, le sue vie e i suoi pensieri sono dichiarati dal profeta essere tanto al di sopra delle nostre vie e dei nostri pensieri quanto i cieli sono al di sopra della terra (Isaia Lv. 9). Egli non fa alcuno sforzo quando vuole eseguire ciò che ha decretato; perché per Lui tutte le cose sono ugualmente facili; Egli parla e fa sì che i cieli e la terra siano creati dal nulla, con così poca difficoltà come fa scendere l'acqua o far cadere una pietra a terra. Il suo potere è coestensivo con la sua volontà; quando Egli vuole, la cosa è già compiuta. Quando le Scritture lo rappresentano come se parlasse nella creazione del mondo, non si deve intendere che fosse necessario che la parola di comando uscisse da Lui, affinché l'universo che stava per creare ascoltasse e obbedisse alla sua volontà; quella parola era semplice e interiore, né più né meno del pensiero che egli concepiva di ciò che stava per fare e della volontà di farlo. Il pensiero era fecondo, e senza essere reso esteriore, generò da Lui come la fonte di ogni vita, la somma delle cose che sono. Anche la sua misericordia non è che la sua pura volontà; ci ha amati prima della creazione del mondo; ci ha visti e conosciuti, e ha preparato le sue benedizioni per noi; ci ha amati e scelti da tutta l'eternità. Ogni nuova benedizione che riceviamo deriva da questa origine eterna; Egli non forma nessuna nuova volontà rispetto a noi; non è Lui che cambia, ma noi. Quando siamo giusti e buoni, siamo conformi alla sua volontà e piacevoli a Lui; quando ci allontaniamo dal bene e cessiamo di essere buoni, cessiamo di essere conformi a Lui e di piacergli. Questa è la norma immutabile a cui la creatura mutevole si avvicina e si allontana continuamente. La sua giustizia contro i malvagi e il suo amore verso i giusti sono la stessa cosa; è la stessa qualità che lo unisce a tutto ciò che è buono ed è incompatibile con tutto ciò che è cattivo. La misericordia è la bontà di Dio che vede la nostra malvagità e si sforza di renderci buoni; percepita da noi nel tempo, ha la sua fonte nell'amore eterno di Dio per la sua creatura. Da Lui solo procede la vera bontà; ahimè per quell'anima presuntuosa che la cerca in se stessa! È l'amore di Dio verso di noi che ci dà tutto; ma il più ricco dei suoi doni è che noi possiamo amarlo con quell'amore che gli è dovuto. Quando Egli è in grado con il suo amore di produrre quell'amore in noi, Egli regna dentro di noi; vi costituisce la nostra vita, la nostra pace, la nostra felicità, e noi allora cominciamo già a gustare quell'esistenza beata di cui Egli gode. Il suo l'amore verso di noi è timbrato con il suo proprio carattere di infinito: non è come il nostro, limitato l'amore verso di noi è timbrato con il suo proprio carattere di infinito: non è come il nostro, limitato quando ama, tutte le misure del suo amore sono infinite. Egli scende dal cielo alla terra per cercare la creatura d'argilla che ama; diventa creatura e argilla con lui; gli dà la sua carne da mangiare. Questi sono i prodigi dell'amore divino in cui l'Infinito supera tutto l'affetto che possiamo manifestare. Egli ama come un Dio, con un amore assolutamente incomprensibile. È il colmo della follia cercare di misurare l'amore infinito con la saggezza umana.

Lungi dal perdere qualsiasi elemento della sua grandezza in questi eccessi, Egli imprime al suo amore l'impronta della sua grandezza, mentre manifesta una gioia per noi limitata solo dall'infinito. Oh, com'è grande e bello Lui nei suoi misteri! Ma ci mancano gli occhi per vederli, e non abbiamo il desiderio di vedere Dio in ogni cosa.

Fenelon, François

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