giovedì 4 agosto 2022

Commento all‟Apocalisse

 


SUL CAPITOLO QUINTO DELL’APOCALISSE 


Il libro dai sette sigilli e l‟acclamazione di Cristo fatta alla sua apertura 


§. II.  

L‟acclamazione di Cristo fatta alla sua apertura 

Cap. V. v. 5-14. 

 

I. Vers. 5. E uno dei vecchi mi disse: Non piangere, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il rampollo di David, sì da aprire il libro e sciogliere i suoi sette sigilli. Qui segue la nostra conso- lazione in ogni avversità. Questo uno dei vecchi è San Pietro primo degli Apostoli, come si legge nella Genesi al cap. 1: Così della sera e della mattina un giorno, ossia si compì il primo giorno del- la creazione. Ha vinto il leone della tribù di Giuda, questo leone della tribù di Giuda è Cristo, di- scendente secondo la carne dalla posterità di Davide, nel quale si avverò la profezia di Giacobbe, al cap. 49 della Genesi: Giuda, te loderanno i tuoi fratelli; la tua mano sarà sulla cervice dei tuoi ne- mici; a te si prostreranno i figli di tuo padre. Un leoncello è giuda: dalla preda, o figlio mio, sei tornato. Ecco ti posi, ti accovacci come un leone, come una leonessa; chi ardirà destarlo? Lo scet- tro non sarà tolto da Giuda e il principe della stirpe di lui, finché non venga Colui che deve essere mandato, Colui che sarà l’aspettazione delle nazioni. Egli legherà il suo asino alla vigna, la sua asina, o figlio mio, alla vite. Laverà la sua veste nel vino, e il suo manto nel sangue dell’uva. I suoi occhi son più belli del vino, e si suoi denti più candidi del latte. Rampollo di David, ossia Cristo di- scendente di Davide secondo la carne, di cui profetò Isaia al cap. 11: Un germoglio spunterà dalla radice di Jesse, un fiore verrà su da questa radice. Sopra di lui si riposerà lo Spirito del Signore ecc. San Pietro consola con questo germoglio divino nella persona di San Giovanni tutta la Chiesa, dicendo: Ha vinto il leone della tribù di Giuda, il rampollo di David, Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente, vinse il mondo, la carne, il diavolo, la morte, ogni potestà, ogni principato, ogni sapienza mondana e ogni tirannide ecc., sì da aprire il libro, in modo da rivelare e manifestare alla sua santa Chiesa la mente e la volontà del Padre suo riguardo ai mali e alle persecuzioni che dovrà affrontare. E sciogliere i suoi sette sigilli: esporre i singoli avvenimenti nella loro collocazione temporale, gra- zie al settiforme spirito della sua bocca, per la salvezza dei suoi eletti e la conservazione della sua Santa Chiesa, finché non giunga la fine del mondo e si compia il numero degli Eletti. 

II. Vers. 6. E vidi: ed ecco in mezzo al trono e ai quattro animali, e in mezzo ai vecchi, un agnello in piedi, come sgozzato, il quale aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio mandati per tutta la terra. Questo Agnello è Cristo Signore. Si dice che sta in mezzo al trono e ai quattro animali e ai vecchi, perché la Chiesa universale è da lui posseduto come trono, nutrita come gregge, viene onorata nei vecchi per il giudizio misericordioso con cui la giudica, e che, edifi- cata su Cristo, è esaltata nei sette corni di fortezza, ed illuminata nei sette occhi, segni e virtù. Egli infatti sta sempre nel mezzo delle Chiese, fondate nel suo nome su tutta la terra, come afferma in S. Matteo nell‟ultimo capitolo: Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo. Così, come vien detto Leone in ragione della sua resurrezione, così viene qui detto Agnello in ragione del suo sacrificio, per cui è detto anche in piedi, perché resuscitò alla vita immortale. Così S. Paolo, lettera ai Romani, cap. 6: Cristo, che è risorto dai morti, ormai non muore. Si dice ancora in piedi, perché combatte e vigila per la sua Chiesa sulla terra nei suoi santi soldati. Così S. Stefano vide nel suo martirio Cristo in piedi alla destra della potenza di Dio, per cui segue: Il quale aveva sette corna e sette occhi, che sono i sette spiriti di Dio mandati per tutta la terra. Si tratta degli spiriti di cui par-la Isaia al cap. 11, che riposeranno sopra Cristo, i quali sono indicati qui metaforicamente come corna ed occhi. Le corna sono segno della sua potenza divina, gli occhi indicano l‟illuminazione e lo splendore della verità, che in lui si contengono uniformemente. Con le corna Cristo combatte contro i suoi nemici, e con gli occhi illumina i suoi servi. Si pone poi in questi il numero sette che designa la pienezza delle virtù e della potenza, che Cristo, a seconda della diversità dei tempi e delle condizioni della Chiesa, mostra fino alla fine del mondo. Come sgozzato: 1) perché ogni giorno nel- la Chiesa il suo Corpo e il suo Sangue viene immolato e offerto come vittima a Dio Padre nel Sacri- ficio della Messa, in ricordo del suo sacrificio cruento; 2) si dice qui, come sgozzato, per indicare la pazienza e la longanimità con cui tollera che i suoi nemici dominino sulla terra, ed affliggano la sua Chiesa, e ciò talvolta per così lungo tempo, che possa sembrare a coloro che hanno una fede debole e a quelli che non comprendono correttamente il processo dei permessi di Dio, che Cristo non vive o non abbia cura delle Chiesa, finché non si manifesti apertamente con la sua visibile potenza.  

Vers. 7. E venne e prese il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono. Non si deve in- tendere che Cristo solo allora abbia avuto notizia della storia della Chiesa. Cristo infatti fin dall‟istante della sua Concezione (quando la divinità fu unita all‟Umanità in modo miracoloso nell‟unità della Persona) conobbe tutte le cose, che Dio conosce con la scienza di visione, tra le qua- li vi è anche la videnda della Chiesa. Per questo, dunque, il fatto che l‟Agnello visto da S. Giovanni abbia aperto il libro, indica: 1) la conoscenza infusa nell‟anima di Cristo fin dalla principio della sua creazione, che deve essere rivelata a S. Giovanni e per suo mezzo alla Chiesa universale; 2) con l‟espressione il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono s‟indica pure la spiegazione reale e l‟esecuzione effettiva dei divini segreti che riguardano la sua Chiesa esternamente, per la difficoltà e profondità della quale conoscenza, che supera ogni forza naturale, S. Giovanni al primo sguardo pianse, finché non gliela rivelò Cristo, il fortissimo Leone, il mansuetissimo Agnello, che con la sua forza e la sua mansuetudine potrà sciogliere e spiegare ogni cosa. 

Vers. 8. E quando ebbe aperto il libro i quattro animali e i ventiquattro vecchi si prostrarono al cospetto dell‟Agnello, avendo ciascuno una cetra e coppe d‟oro piene di profumi, che so- no le preghiere dei santi. Segue l‟applauso, la gloria, il giubilo, e l‟adorazione da parte della Chiesa militante e trionfante tributata al suo Capo Gesù Cristo, mostrando in pari tempo quale ossequio quotidianamente deve essere mostrato nella Chiesa cattolica a Cristo in segno di gratitudine e amo- re. E quando ebbe aperto il libro, ovvero per rivelare e spiegare la vicenda della Chiesa nei suoi tempi, i quattro animali, tutti i predicatori sparsi in tutto il mondo, e i ventiquattro vecchi, ossia i Patriarchi, i Primati, gli Arcivescovi, i Vescovi, i Prelati, i Sacerdoti ecc., si prostrarono al cospetto dell‟Agnello, adorarono l‟Agnello, loro vero Dio e Signore di tutte le cose, avendo ciascuno una cetra, ossia la mortificazione dei vizi e della concupiscenza. La cetra è infatti composta del legno e delle corde. Il legno indica la croce di Cristo, le corde invece la carne mortificata e crocifissa dei santi, che, attaccate al nobile legno, e toccate con vari tormenti, produce un dolce concento e una soave armonia per gli orecchi di Gesù Cristo. E coppe d‟oro piene di profumi, che sono le preghie- re dei santi 2 e cantavano un cantico nuovo. Nell‟Antico Testamento molti cantici furono composti in onore e gloria di coloro che compirono la salvezza di Israele, o in lode di Dio onnipotente, che spesso operò cose mirabili per il suo popolo. Questo però è un cantico nuovo, per cui un Uomo vie- ne adorato e conglorificato come Dio e Signore di ogni cosa e salvatore di tutto il mondo, il quale apportò a noi miseri non tanto una salvezza ed una redenzione temporale, ma quella eterna, redi- mendoci dalla schiavitù eterna, dalla prigionia e dalla tirannide dei demoni e dalla dannazionne sen- za fine. Per cui il Signore Iddio dall‟origine del mondo mai fece cosa più ammirevole, grande e amabile, che inviare il suo Figlio Unigenito fatto Uomo sulla terra, per redimere l‟umanità col sacri- ficio della Croce e la sua morte, e risorgere, e inviare lo Spirito Santo, per cui si dice con giudizio: 

Vers. 9. E cantavano un inno nuovo, dicendo: Degno sei tu, o Signore, di prendere il libro e di aprire i suoi sigilli, è cosa degna e giusta, o Signore, che tu riceva da Dio Padre la potestà uni- versale e sempiterna sulla tua Chiesa, come suo fondatore e conservatore. Così dissero a Gedeone i figli d‟Israele, nel libro dei Giudici, al cap. 8: Poiché ci hai liberato dalle mani di Madian, sii tu no- stro Signore, e tuo figlio, e il figlio di tuo figlio. La Chiesa acclama Cristo con bel più grande moti- vo: Degno sei tu, o Signore, di prendere il libro e di aprire i suoi sigilli, perché sei stato sgozzato e hai comprato a Dio (riconciliandoci con Dio il quale aveva subito un‟offesa infinita) col tuo san- gue uomini da ogni tribù, e lingua, e nazione. La Chiesa infatti riunisce tutti i popoli. Da ogni tri- bù, e lingua, e nazione, si dice tribù dagli ordini delle tribù, nelle quali si distinguono 72 lingue, che fomano molti popoli, dai quali sorgono molte nazioni. 

Vers. 10. E li hai fatti per il nostro Dio regno e sacerdoti. Raccogliendoci da tutte le genti e sottomettendoci alla servitù e alla volontà del Padre con la legge del Vangelo, noi che eravamo sot- to il giogo del demonio per la nostra infedeltà ed idolatria e sotto il giogo della legge mosaica. E sa- cerdoti, non come quelli del Vecchio Testamento o del paganesimo, i primi dei quali gli offrivanosa il sangue e la carne di vitelli e capri, gli altri invece sacrificavano ai demoni negli idoli, ma ci hai fatto sacerdoti, secondo l‟ordine di Melchisedech, i quali offrono ogni giorno a Dio tuo Padre nel sacrificio della Messa, che tu come sommo sacerdote hai compiuto per primo sul legno della Croce, proprio il tuo corpo e  il tuo prezioso sangue. E regneranno sulla terra, nel tuo regno militante su ogni tribù, lingua, popolo e nazione, assisi su ventiquattro troni, ossia sulle sedi Patriarcali, arcive- scovili ecc. 

Vers. 11. E vidi e udii una voce di molti Angeli attorno al trono e agli animali e ai vecchi ed il loro numero era miriadi di miriadi, migliaia di migliaia, che dicevano a gran voce. Costoro sono tutti gli Angeli tutelari delle Chiese, delle Province e di tutto l‟orbe cattolico, il cui numero è certamente sconfinato, i quali sono inviati e ordinati da Dio per la nostra salute e di tutta la Chiesa. Per questo si dice che sono attorno al trono e agli animali e ai vecchi per l‟assistenza singolare che offrono alle Chiese, ai Predicatori e ai Vescovi, che dicevano a gran voce. 

Vers. 12. Degno è l‟Agnello, che è stato sgozzato, di ricevere la potenza e la ricchezza e la sapienza e la forza e l‟onore e la gloria e la benedizione. Questa acclamazione è compiuta dagli Angeli di Dio all‟umanità di Cristo per l‟Unione ipostatica, i quali avevano proclamato degno, colui che Lucifero e i suoi apostati all‟inizio della creazione avevano stimato indegno. Per cui a questa Umanità sono attribuite le prerogative che son proprie soltanto delle tre divine Persone. 

Vers. 13. E ogni creatura che è nel cielo, gli si attribuisce la potestà sulla Chiesa trionfante; e sulla terra, la potestà su quella militante; e sotto terra, sui corpi dei martiri, dei defunti e dei se- polti sulla terra; e sul mare, sui naviganti, e tutte le cose in essi contenute, ovvero sui corpi dei SS. Martiri in quello sommersi. Questa acclamazione si può anche intendere da parte di tutte le creature anche irrazionali. Udii che tutti dicevano: A Colui che siede sul trono (Dio uno e trino) e all‟Agnello, ossia all‟Umanità di Gesù Cristo, in quanto essa è la lampada e lo specchio in cui splende e plenderà in eterno Dio uno e trino, e sarà considerato e visto dai Suoi Santo come è.  

Vers. 14. La benedizione e l‟onore e la gloria e il potere per i secoli dei secoli. E i quattro animali dicevano: Amen. È l‟acclamazione di verità che spetta ai quattro Evangelisti e ai predicato- ri. E i ventiquattro vecchi caddero bocconi, umiliandosi per l‟autorità e il potere loro concesso sul- la terra, e adorarono il Vivente per i secoli dei secoli.  

Venerabile Servo di Dio Bartolomeo Holzhauser

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