domenica 21 agosto 2022

DELLE CAUSE DEI MALI PRESENTI E DEL TIMORE DE' MALI FUTURI E SUOI RIMEDI AVVISO AL POPOLO CRISTIANO

 


Passo ora ad un altro vizio, in cui pur anche si distingue il nostro secolo, e che chiama sopra di sè il castigo di Dio. Non prenderai invano il nome del Signore Iddio, sta scritto nella legge di Mosè, perchè non andrà impunito colui, che usurperà il suo nome in cosa inutile (1). Ora che si usa in gran parte dell'Italia ? Quello, che deplorava ne' suoi tempi Salviano, e che avea chiamato sopra l'Africa l'ira di Dio, e la spada dei Vandali. Per tacer degli altri peccati, dice Salviano (de Gubern. Dei l. 4. c. 15), chi vi è mai fra tutti gli uomini secolari, da pochi in fuori, che non abbia sempre in bocca il nome di Cristo a fine di spergiurare? Onde è una maniera di affermare usitata e presso i nobili, e presso il volgo : Per Cristo dirò questo; Per Cristo non dirò altro che questo; Per Cristo non farò altro che questo. Che più? La cosa è ridotta a segno, che il nome di Cristo non è più tra noi un giuramento, ma un modo comune di parlare. Imperocche tanto poco si rispetta da moltissimi questo nome, che mai non pensano meno a far qualche cosa, che quando appunto giuran di farla nel  nome di Cristo. Ed essendo scritto: Non prendere invano il nome del Signore Dio tuo (1); a tal segno è mancato il rispetto per Cristo, che fra le altre vanità del secolo sembra, che non v'abbia cosa più vana di questo nome. Infine molti non solo giurano cose frivole ed oziose, ma giurano ancora pel nome di Cristo di commettere alcune scelleratezze. Poichè ecco il modo di parlar di costoro: Per Cristo, che io porto via quella cosa; Per Cristo, che io percuoto colui : Per Cristo, che io l'uccido. E siamo giunti a termine, che costoro quando giuran per Cristo, pensano,  commettendo un peccato, di farsino un atto di religione. E poi ci addonteremo, soggiugne Salviano, (ibid cap. 16) se i barbari commettono qualche spergiuro? Quanto minor delitto è il prendersi scherzo del nome di Giove, che non di quello di Cristo? Giove, per cui giurano, è un uomo morto. Cristo, per cui noi spergiuriamo, è un Dio vivo. Anzi Giove non è nè pur uomo, e Cristo è il sommo Iddio. Dunque di qual delitto sieno rei i cristiani, anche da questo solo si può comprendere, cioè dall'infamia, con cui trattano il nome di Dio. Ed essendo scritto, che tutto si faccia a gloria di Dio, noi per opposto facciamo di tutto per disonorarlo. Che però (ibid. cap. 17) osservate, se possiamo mai millantarci del nome di cristiani, mentre così operiamo e viviamo, che appunto per essere noi chiamati cristiani, diventiamo l'obbrobrio di Gesù Cristo. Sin qui Salviano; e a Dio piacesse, che la sua eloquenza non condannasse troppo giustamente anche i cristiani de' nostri giorni!

DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI


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