IMPOSIZIONE - UN TERMINE INVENTATO DAGLI ERETICI
Imporre è un termine che alcune persone si sono inventate per giustificare il fatto di andare da diversi sacerdoti (che sanno essere eretici) per i sacramenti e per ascoltare la messa da loro. Il problema di questo modo di pensare non è che non sono consapevoli del fatto che il sacerdote è eretico... ma che in realtà ne sono pienamente consapevoli, eppure inventano scuse per andare da lui. Ma c'è mai stato un dogma che dichiari qualcosa di simile? Si può citare qualcosa che dia una tale indicazione? Certo che no! Non troverete nessun insegnamento della Chiesa che lo dica! Inventare le proprie dottrine per giustificare il proprio peccato mortale nel ricevere illecitamente i sacramenti, e poi insegnare ad altri a fare lo stesso, è davvero scandaloso e scandaloso a dir poco! Queste persone non hanno vergogna! Il fatto che un sacerdote imponga o meno le sue eresie ad altre persone non ha nulla a che vedere con il fatto che il sacerdote diventi un noto eretico, come dimostra chiaramente San Roberto Bellarmino:
San Roberto Bellarmino, De Romano Pontifice , lib. IV, c. 9, n. 15..: Gli uomini, infatti, non sono vincolati, né sono in grado di leggere i cuori; ma quando vedono che qualcuno è eretico dalle sue opere esterne, lo giudicano le sue opere esteriori, lo giudicano eretico puro e semplice e lo condannano come eretico".
Il punto è: quale dogma cattolico dice che ci si può consapevolmente rivolgere a un sacerdote eretico per i sacramenti (tranne che per il sacramento del battesimo in caso di necessità)? Finora non è stato fornito un solo dogma che lo indichi (il quarto Concilio Lateranense, preso fuori dal contesto, sarà trattato a breve). Cambieremmo volentieri la nostra posizione se qualcuno ci dimostrasse con dogmi cattolici che la sua posizione è vera.
Tuttavia, non è questo il caso e nessuna prova dogmatica di questo tipo è mai stata presentata. Solo
santi fallibili (estrapolati dal contesto) e teologi fallibili, il che rivela che la loro posizione è debole e vacillante e che manca di un buon fondamento cattolico. È su questo che dobbiamo costruire la nostra Fede, cioè su santi e teologi, e alla luce di tutti i dogmi e ragionamenti, negare ciò che ci è stato messo davanti agli occhi? Non è forse questo che fanno anche i credenti nel battesimo di sangue/desiderio? Non si aggrappano ostinatamente a santi e teologi fallibili invece che ai dogmi infallibili? E non vengono forse condannati per questo preciso comportamento, magari anche da voi? Perché allora lei si comporta esattamente nello stesso modo qui? Se non si può dimostrare la propria tesi con il dogma cattolico, allora non si dovrebbe difenderlo ostinatamente o sostenerlo come vero!
Inoltre, come può una persona affermare di credere nel Signore Gesù se senza compromessi - anche consapevolmente e volontariamente - si avvicina a un sacerdote che sa rifiutare la necessità di credere in Lui, o in una qualsiasi delle sue parole? Si ama davvero Gesù e si crede in Lui, o si dice solo di crederci? La partecipazione alla messa e i sacramenti illeciti sono per voi più importanti di Gesù Cristo e della Fede stessa? Perché con l'azione esterna dimostrate agli altri e a Nostro Signore che non avete problemi ad avvicinarvi a un sacerdote che Lo rifiuta! Gli apostati, gli eretici e gli scismatici crocifiggono Nostro Signore una seconda volta quando presumono di consacrare questi sacramenti, e voi contribuite a questa azione andando da loro!
Né potete preservare la vostra fede o piacere a Dio se vi avvicinate a sacerdoti eretici, come chiarisce Papa Pio IX: "I figli della Chiesa devono infatti considerare l'azione appropriata per preservare il tesoro più prezioso della fede, senza il quale è impossibile piacere a Dio".
E si diventa partecipi del peccato del sacerdote eretico, come dice San Tommaso: "Come è stato detto sopra, i sacerdoti eretici, scismatici, scomunicati o anche peccatori, sebbene abbiano il potere di consacrare l'Eucaristia, tuttavia non ne fanno un uso corretto; al contrario, peccano usandola. Ma chi si comunica con un altro che è in peccato, diventa partecipe del suo peccato".
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