mercoledì 10 agosto 2022

I travagli della Madre Chiesa

 


Il dì 1 aprile 1815, giorno che la Chiesa celebrava la festa di Maria SS. Annunziata, non avendola potuta celebrare il giorno prescritto per cagione della settimana santa, dopo il pranzo mi trattenevo in una chiesa all’adorazione del SS. Sacramento, quando in un momento mi parve di essere trasportata in luogo solitario, dove tutto spirava mestizia e afflizione.

Improvvisamente vidi venire molti angeli, che i loro volti e i loro vestimenti denotavano i gravissimi travagli della nostra Madre, la santa Chiesa. Poi vidi venire altri tre Angeli, parimenti in lutto vestiti, molto più mesti dei primi; questi portavano sopra le loro spalle una pietra di smisurata grandezza, di una bellezza senza pari. Posarono con molto rispetto nel solitario luogo la suddetta vastissima, bellissima pietra, tutti i suddetti angeli le fecero d’intorno corona, e, pieni di mestizia, miravano la suddetta e piangevano.

Quale luttuosa impressione ricevette il mio cuore non lo sto a ridire, mentre vostra paternità molto bene lo può capire; ma non finì qui. Ecco da lungi vedo venire altri uomini di santa vita, mesti nel volto e dimessi negli abiti, miravano la suddetta pietra e piangevano. La loro afflizione dimostrava gran cosa. Il mio spirito, a questa comparsa, restò molto afflitto ed angustiato; ma non finì qui la mia pena. Ecco di nuovo vedo apparire molte sacre vergini, meste e dolenti, pallide nel volto e molli nel pianto, i loro cuori erano ricolmi di affanno, queste afflitte vergini conducevano con loro una veneranda matrona, vestita di bruno, mesta nel volto e afflitta nel cuore. A questa vista il mio spirito raccapricciò, e pieno di timore cercava il significato di quanto avevo veduto, quando dall’alto dei cieli sentivo balenare i fulmini dell’irritata giustizia.

Il mio spirito restò stupito per il timore, privo di ogni cognizione.

Il dì 11 aprile 1815, nel raccomandare i bisogni della nostra Madre, la santa Chiesa, e il Sommo Pontefice, mi parve di avere una notizia interna, la quale mi dimostrò la gran manovra che si fa dai persecutori della nostra cattolica religione; questi ribaldi tentano con inganni finissimi di sovvertire, per mezzo di paliate ragioni, il capo della Chiesa, raccomandiamoci caldamente al Signore, perché dalle frodi di costoro non resti ingannato.

Beata Elisabetta Canori Mora


Nessun commento:

Posta un commento