mercoledì 19 ottobre 2022

IL PECCATO - 1) Cos'è il peccato ? - 2) Porta la morte spirituale ? - 3) In che modo ci si accorge del peccato mortale commesso?

 


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LE  VERITA’  SULLA  FEDE  CATTOLICA


IL PECCATO


1)  Cos'è il peccato ?

         E' una trasgressione della legge di Dio fatta con piena avvertenza e deliberato consenso. Piena  avvertenza qui non significa che per aversi il peccato, bisogna essere consapevoli della sua gravità;  significa piuttosto che, trasgredendo, si è coscienti di commettere una infrazione. Tale piena avvertenza, infatti, non c'è in chi, commette un peccato quando è ubriaco o nel sonno o nell'ignoranza  completa della relativa prescrizione di legge. Il deliberato consenso significa che, al momento di  porre l'atto, si è sufficientemente libero, sicché, volendo, si può anche non porlo.


 2) Porta la morte spirituale ?

         Il peccato, sia quello detto mortale che quello detto veniale, è sempre apportatore di morte  spirituale, o immediatamente o ponendovi le premesse. Il peccato è detto  appunto mortale perché  uccide non l'anima che è di natura sua immortale, ma la Grazia che è la vita divina ad essa partecipata da Cristo e per la quale Dio è venuto sulla terra.

Il peccato invece veniale, è facilmente perdonabile, per essere in qualche modo e per vari motivi trasgressione leggera, di per sé non conduce subito alla morte, ma vi spiana la via. Esso è simile,  un pò, a certe indisposizioni o malattie corporali (per esempio: una puntura di spillo, un raffreddore,  un'influenza, una infiammazione ecc.), che di per sé non uccidono, ma potrebbero, per possibili  complicanze, portare alla morte. Di per sé non priva della Grazia Santificante, ma ne appanna, per  così dire, lo splendore e raffredda la carità soprannaturale, che è forma e vigore della vita soprannaturale. Gettando così l'anima in uno stato di torpore, di inerzia, di apatia, che è l'esatto contrario di  una vita sana e vigorosa. In stato di accentuata debolezza -lo si sa- per il corpo come per l'anima, si  è più esposti a malattie e tentazioni, e si è molto meno capaci di superarle e vincerle. Ciò significa  pure, oltre tutto, che con frequenti e numerosi peccati veniali deliberati, la caduta nel peccato mortale diviene estremamente facile e anche frequente.


3) In che modo ci si accorge del  peccato mortale commesso? 

         La gravità del peccato mortale è data dall'importanza della materia violata o del precetto imposto. Come accorgersi di aver commesso un peccato mortale?... Non essendo il peccato mortale  come la morte o malattia fisica constatabile da molteplici indubbi segni, ci si accorge di averlo commesso verificando e confrontando l'operato con la legge e l'autorità. Un pò come per il corpo di cui  si accerta lo stato di salute a mezzo di visite mediche e di molteplici analisi.

Segni certi, ancora, di peccato mortale commesso potrebbero essere sia gli effetti visibili provocati (la morte, danni molto gravi a sé o agli altri, ecc.) e sia il rimorso che segue alla trasgressione. Un segno però, quest'ultimo, che potrebbe anche mancare facilmente, in tutto o in parte. Può capitare, infatti, quello che così spesso si verifica per il corpo, che spesso si riscontra quasi casualmente ammalato, non avendone avuto prima il minimo sentore: si scopre, cioè, di ritrovarsi, per più versi, in braccio alla morte dell'anima, pur senza aver avuto rimorso alcuno per il proprio operato. E la  ragione è che il rimorso, se  è sempre avvertito dalle coscienze sensibili e bene educate, non lo è invece da quelle  accecate e deformate. In effetti, a forza di minimizzare e non dare peso a niente; a  forza di trasgredire in continuazione la legge e non dare ascolto all'autorità, la coscienza finisce per  annebbiarsi e perdere  quasi del tutto la sensibilità davanti al peccato. In questo caso, allora, se non  si sente alcun rimorso in certe azioni o comportamenti, non è perché essi non costituiscano peccato  e, magari, peccato grave; ma perché si è perduto completamente il senso del peccato.

           Purtroppo è questa un pò la situazione odierna nella quale, pur annegando quasi tutti nei peccati più gravi e vergognosi, si continua a ripetere sfacciati e imperterriti di non aver peccati da confessare. E, col pretesto che “la coscienza non (mi) dice che questo è peccato”, non si cessa di condurre una vita quasi senza Dio e senza morale!

Padre Giulio Maria Scozzaro


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