sabato 29 ottobre 2022

ALLA SCUOLA DELL'AMORE

 


Sulle ali dello Spirito

Per quanto riguarda l'intelligenza, bisogna che sia totalmente illuminata da Dio. Avete mai visto le stelle di giorno? Le sapete contare di giorno? Così la presenza di Dio, la luce divina, deve cancellare ogni altro pensiero: Dio solo!

E come la vostra intelligenza non deve conoscere che Dio, così la vostra volontà non deve amare che lui.

Raggiunta questa purezza, interviene lo Spirito e ci porta e ci solleva. È necessario che sia lo Spirito a sollevarci, perché per giungere al cielo bisogna volare, essere portati via dallo Spirito, che conosce una sola dimora, il Seno del Padre, in modo da ascendere al di sopra di tutti i cieli, nell'ascensione stessa del Cristo, come Maria. E si noti bene, Gesù ascende ed è attivo, è lui che ascende, invece Maria santissima non ascende, è assunta. Anch'io devo essere assunto, debbo essere portato via, devo essere totalmente abbandonato all'azione dello Spirito, perché lo Spirito mi porti con sé: «Qui Spiritu Dei aguntur ii sunt Filii Dei!».

Bisogna volare come tanti aquilotti portati sulle ali dell'Aquila Reale, che è lo Spirito Santo. È quello che cantiamo con Mosè nelle lodi del sabato della seconda settimana della Liturgia delle Ore: «Come un'aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle sue ali» (Dt 32,11).

Attente a stare ferme, perché se vi muovete e volete guardare in basso, abbandonate le ali dell'aquila e precipitate giù nel fondo. Per camminare bene, per volare bene voi lo sapete quale è la legge fondamentale: quella di stare fermi; tanto più si vola quanto più si sta fermi, in Dio però, in Dio. Sono le ali dell'Aquila divina che ci sollevano a Dio, fermi in Dio; questa è la prima legge che si impone all'anima che veramente vuole ascendere fino al cielo.

Che il Signore ci doni questa purificazione del cuore, e poi questo rimanere fermi in Dio, questo abbandonarci a Dio e non riprenderci più, perché Dio ci sollevi a sé. Mi sembra che sia questa la prima condizione per vivere la nostra risposta al Signore.

don Divo Barsotti


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