L’Eccomi è una grande dote che sa fare di una persona comune un’anima speciale!
Insegnaci, Signore ad avere quella disponibilità necessaria per saper dire ECCOMI anche nei momenti difficili!
ECCOMI, una parola che sembra insignificante, che sa di poco e invece è una parola che ci fa andare in profondità, una parola che, se analizzata bene, risulta forte e intensa, esplosiva per la sua carica di affetto, di attenzione all’altro che ci carica del suo problema e ci consente di aiutarlo a risolverlo con ammirevole e amorevole disponibilità!
ECCOMI è la parola decisiva e impegnativa del Sacerdote nella sua Ordinazione Sacerdotale, è la parola entusiasmante e pulsante delle Suore quando fanno la celebrazione dei Voti Perpetui; è la parola chiave dei Missionari, dei consacrati laici, ma può essere anche la parola generosa del figlio obbediente, dei genitori responsabili e timorati di Dio, oppure può essere anche l’ECCOMI del laico che si accorge ad un certo punto della vita che “Tutto è vanità” e si accinge a rispondere ad una chiamata! È una parola che è causata dall’apertura del cuore della persona e determina affabilità, rispetto, accoglienza!
Cito Marcello Candia, che ad un certo punto della vita, vende tutto e si trasferisce in Brasile per aiutare i lebbrosi delle Favelas fino alla morte!
Grande “Marcello dei lebbrosi…” Un industriale milanese celibe e laico, ma impegnato nelle vie di Dio che seppe dire il suo ECCOMI e cercò di tenerlo vivo di anno in anno in una costante fedeltà fino alla morte!
Ed è ancora più bello pensare all’ECCOMI di una persona semplice che vuole amare tutto e tutti e sa rendersi disponibile anche nelle piccole cose, pur di donare attimi di fraternità, di collaborazione, di comprensione e di solidarietà a chi ci sta intorno!
Bello e gratificante questo saper essere anche a disposizione di chi ci chiede un minimo di aiuto, ma che tuttavia disturba ed infrange quello che stiamo facendo con una certa passione e determinazione. Al contrario in questa dedizione che sentiamo verso l’altro, nulla viene a disturbarci, a scomodarci perché tutto è Grazia, dono in cui la nostra fede sa solo leggere l’opportunità che il Signore ci dona per servire gli altri, per cui c’è solo spazio per una gioia appagante e grata verso Dio che ci fa sentire in quei momenti come non mai!
La nostra fede dovrebbe portarci non solo a saper dire ECCOMI, ma a saper essere l’ECCOMI di Gesù insieme all’ECCOMI di Maria!
Direi che imparare a saper dire ECCOMI è come un passaggio, una conversione che dispone ad essere attivi verso chi ci tende la mano e questo rende attraente non solo la virtù della persona, ma la persona stessa!
“ECCOMI” Una parola che ha pochissime sillabe, ma possono diventare un programma di vita, un mezzo di unione, di amicizia che può dare gioia ai nostri fratelli! Infatti quando incontriamo qualcuno disponibile agli sportelli, in un negozio, in tram, in un posto di lavoro, quasi sempre ci coglie un sentimento di gratitudine che ci invita ad augurare alla persona tutto il meglio che desidera!
Andiamo a sfogliare la Bibbia e troveremo l’Eccomi di Dio in tutta la Storia Sacra: da Abramo a Samuele insieme ai Profeti in cui riecheggia solennemente; ma l’ultimo ECCOMI è del Figlio di Dio che dice: “Non hai voluto né sacrificio né offerta; ma un corpo mi hai preparato… Allora io dissi: ecco, io vengo per fare, o Dio, la Tua Volontà” (Eb 10,5.7).
L’ECCOMI è parte della volontà di Dio… perché al di sopra di tutto, non è l’amica o la sorella che ci chiedono aiuto, ma il Signore che ci tende la mano per una collaborazione vera verso il fratello perché in lui c’è Gesù che in quel momento ci dice di aiutarlo! Certo per tutto questo occorre una grande sensibilità e un grande amore per il Signore, ma se lo chiediamo al Buon Dio, non ci lascerà a mani vuote perché Lui ama tutto questo! Inoltre l’ECCOMI di Dio lo sentiamo espandersi anche in tutto il creato come una grande armonia, una sinfonia di gioia e di pace gloriosa!
Citiamo ad esempio, Baruc, un Profeta minore che nella Bibbia dice: “È Dio che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore. Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; Egli le chiama e rispondono: “Eccoci!” e brillano di gioia per Colui che le ha create” (Baruc 3,33-35).
Bella e illuminante questa verità nella Parola di Dio che tocchiamo quasi con mano tutti i giorni attraverso il creato. “Tutto brilla e grida di gioia…” Anche a noi viene chiesto di brillare di gioia, di dedizione, di consapevolezza nella nostra vocazione di mamme di famiglia, di insegnanti, di persone che amano il loro lavoro perché quasi sempre dove c’è un ruolo c’è una vocazione o una chiamata! E se possediamo la fede, quando c’è una vocazione, viene quasi spontaneo comportarsi al meglio!
Davvero ogni vocazione è un “Eccomi” pronto a narrarci che questa parola ci appartiene, perché ci troviamo già sulla strada del Progetto di Dio; è Lui la vera sorgente di ogni vocazione, di ogni stato di vita, di ogni lavoro che la persona si sente chiamata a svolgere!
Ogni vita, oserei dire, è una vera e propria Chiamata: sì, siamo chiamati a vivere quel determinato percorso che il Suo Progetto e la vita stessa ci additano. Oggi appare un’utopia affermarlo, eppure tutti siamo chiamati alla vita con dei compiti specifici per essere la gloria di Dio, infatti “La gloria di Dio è l’uomo vivente” Gv 13,31 -33A. 34- 35.
Siamo in cammino e ci troviamo a combattere limiti e difetti che sono i nostri eterni compagni di viaggio; vorremmo compiere passi giganteschi nella via dello spirito, ma non ce la facciamo e allora se siamo riusciti a fare nostra una certa virtù perché non cercare di porla al meglio, magari vestirla di garbo, di delicatezza, di riserbo perché sappia rendersi amabile, benefica verso gli altri! Così per il nostro Eccomi, se abbiamo capito l’importanza, la validità del termine dovremmo permettergli di farci brillare di gioia, di benevolenza che è proprio di chi pratica il bene. La benevolenza è come una maestra di vita e rende attraente e ricca di umanità la persona che sa metterla a disposizione altrui!
Certo, nulla è nostro, niente è frutto del nostro saper fare perché l’unico ad essere sempre all’opera in noi è lo Spirito Santo che ci precede continuamente! Non siamo mai noi da soli a operare il bene, ma è sempre lo Spirito a creare le condizioni e a favorire il bene che noi siamo chiamati a fare nella Chiesa, con il dialogo fraterno, guardando con gioia alle esperienze mai uguali dei nostri fratelli e sorelle, che il buon Dio non smette mai di toccare con la Sua Grazia e il Suo Amore!
È bello sapere che abbiamo avuto quella determinata vocazione, ma occorre mantenerla sempre viva con la nostra dedizione, con l’impegno, con l’amore, con l’abbandonarci all’azione dello Spirito Santo, con il farci dono dovunque possiamo essere stati chiamati!
Oggi possiamo anche sentirci lontani da Dio, ma il Signore è vicino e chiama continuamente… In ogni storia dell’uomo troviamo il profondo spessore di una Chiamata… Nei consacrati troviamo l’irruzione di Dio nella loro interiorità per un progetto più grande di loro, per qualcosa magari a cui non avevano mai pensato, ma quando avvertono quella chiamata tutto cambia: le prospettive, i gusti, gli interessi, il modo di essere perché l’unica cosa che conta è piacere a Dio. Così anche per coloro che vivono la consacrazione battesimale nel laicato, ad esempio nel matrimonio, la chiamata di Dio sarà sempre e comunque di seguire con impegno e amore quella specifica vocazione!
Carissime e carissimi, sorelle e fratelli in Cristo che il Signore ha messo insieme per dare una nuova spinta a quella Riparazione che da secoli la Chiesa ha voluto e ha formato tantissime anime. Ho voluto parlarvi dell’ECCOMI ed è stato per me come un messaggio da passare perché può diventare preghiera, ma soprattutto può impegnarci nella fedeltà a quella Chiamata che un giorno c’è stata per ciascuno di noi!
Suor Lina Iannuzzi delle Suore Marcelline
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