MARIA TIEN WEI, JUNAN, CINA 1929-1930
Il diavolo è obbligato a fare la predica
Padre Heier, superiore della missione dijunan, era stato trasferito dai Superiori in un’altra stazione missionaria. Suo successore era stato nominato padre Kalvey, al quale prima di partire, padre Heier, accennando alla situazione dell’ossessa, disse:
— Ora tocca a te dirigere il circo equestre. Coraggio. Meno male che io tra poco me ne vado! Padre Kalvey, che era già al corrente di quanto era avvenuto precedentemente, prese molto a cuore la cosa che doveva essere per lui causa di molti fastidi ma insieme anche di molte consolazioni, come vedremo.
Un giorno, affrontando direttamente il demonio, gli domandò come rnai, dopo aver promesso di andarsene definitivamente, sì era fatto sentire un’altra volta.
— Era questa anche la nostra intenzione — rispose il demonio — e non saremmo più tornati se la Vecchia (la Madonna) non ci avesse obbligati a tornare. Anche i miei predecessori (gli altrì diavoli) non sarebbero rimasti a lungo se fosse stato loro possibile andarsene. La vostra acqua bollente (l’acqua santa) non fa piacere a nessuno di noi, nessuno ha piacere a farsi scottare e vorrebbe scappare via subito se potesse.
— Per quale motivo la Madonna ti ha fatto tornare indietro?
— Per fare la predica. Ah! ah! ah! la predica!
- Tu la predica? quale predica? Proprio tu? Sei proprio tu il predicatore che ci vuole!
— Vedrai chi di noi due predica meglio, io o tu.
— E se noi non ti permettessimo di predicare?
— Che a te piaccia o no, che tu voglia o no, quando è la Nyang (la Mamma) a volerlo, provaci se sei capace!
Ben presto altre prove assicurarono della verità di quanto diceva il demonio: sì, era volontà di Maria che egli parlasse alla comunità e al popolo, naturalmente non contro, ma a favore della religione cattolica e per confermare in essa gli uditori, come di fatto avvenne in tre fasi distinte della durata di circa venti giorni.
Prima settimana: il diavolo predica alla comunità della missione di Junan
Il giorno dopo fu tenuta la prima predica del diavolo davanti a una quarantina di persone, che erano presenti nella stazione missionaria, padri, suore, operai, alunni, orfani. Le prediche duravano da due a tre ore ogni volta, senza che l’uditorio mostrasse stanchezza e noia tanto esse erano emozionanti e avvincenti sia per l’argomento trattato sia per l’eloquenza del predicatore. Il diavolo, interrompendosi una volta, domandò a padre Kalvey:
— Di’ un po’, sei capace tu a parlare meglio?
L’insolito «corso di esercizi», come lo chiamava padre Kalvey, durò quasi tutta la settimana. Tema generale doveva essere l’inferno, la sua esistenza e le sue pene, la sua eternità. Ouesto era l’ordine ricevuto, ma il nostro predicatore da principio non ne voleva sapere e aveva cercato tutti i mezziper sottrarvisi. Voleva che tutti venissero con lui laggiù nell’inferno, là c’era un bel calduccio — diceva — e ci si stava veramente bene. A una nuova ingiunzione di cambiar discorso si gettò a terra e cominciò a rotolare su se stesso battendosi disperatamente la testa, ma la Madonna gli mandò «un angelo con la lancia in mano», come disse egli stesso, e fu obbligato a entrare in tema, a descrivere l’inferno come veramente era, non come egli, interessato, lo voleva presentare, e l’esposizione che ne seguì non poteva essere né più impressionante né più spaventosa né più persuasiva, fatta con eloquenza unica da chi ne aveva fatto o ne faceva esperienza personale e quotidiana.
Seconda settimana: il diavolo predica ai cristiani di Junan
Il secondo gruppo di uditori della singolare predicazione doveva essere, per ordine della Madonna, la popolazione cristiana della città di Junan. Nella Messa domenicale furono tutti avvertiti della novità. Chi voleva poteva venire a sentire lo strano predicatore, ma nessuno era obbligato. Alcuni vennero anche per curiosità, altri, presi da paura, se ne guardarono bene.
Anche ai nuovi uditori fu esposto lo stesso tema, l’inferno.
— Continuate pure a fare come avete fatto finora — disse tra l’altro — e più tardi verrete anche voi al calduccio dove mi trovo io.
Trattò diversi terni, il peccato, il giudizio, la dilazione a convertirsi, l’immoralità, l’invidia, la vendetta, ma insistette soprattutto sull’inferno. La sua descrizione fu così viva e realista che fece rabbrividire e tremare gli uditori. Mai fino allora la meditazione delle massime eterne aveva fatto tanta impressione. Gli effetti che ne seguirono dimostrarono quanto fosse stato opportuno quell’intervento della Madonna.
Terza settimana: il diavolo predica alla popolazione pagana di Junan
La terza settimana — disse il diavolo — era destinata alla popolazione pagana della città. Padre Kalvey, temendo giustamente forti reazioni da parte dei pagani, non ne voleva sapere. C’erano stati già in precedenza attriti e contrasti coi bonzi e con la popolazione e non era il caso di dare nuova esca a perturbazioni del genere. A ogni modo egli voleva prima accertarsi se tale fosse realmente la volontà della Madonna.
— Sarà lei a pensarci — disse il demonio per bocca di Maria Tien — e a impedire che ve ne venga alcun danno. Basta che voi facciate quello che vuol lei e tutto andrà bene.
Anzi soggiunse che non avrebbe liberato Maria Tien, e l’avrebbe fatta restare immobile al suolo, là nella piazza della missione, finché il padre non si fosse deciso a dare il permesso di tenere la predica ai pagani della città. Ma padre Kalvey non era ancora convinto e per due giorni interi Maria Tien rimase immobile a terra nel cortile senza che la potessero portare in una stanza. Quattro uomini forti e robusti avevano provato, ancora la prima sera, a sollevarla, ma non ci erano riusciti. Così per due giorni e due notti la donna giacque immobile nel cortile.
— Andate a chiamare il forestiero (padre Kalvey), disse il demonio, egli è molto più forte di voi, e crede di essere anche più forte della vostra Nyang (Madre). Che provi a farlo lui se è capace! Neppure al terzo giorno il padre voleva dare il permesso. La gente cominciava a dare segni di impazienza e alla fine cedette anche lui. I fatti straordinari che avvenivano nella missione cattolica di Junan non tardarono ad essere conosciuti anche dalla popolazione buddista della città — ciò che esce dall’ordinario fa sempre notizia — ed era facile capire la curiosità con cui i fatti erano seguiti. Quando i pagani seppero che anche per loro c’era un corso speciale di predicazione da parte dello strano predicatore, l’interesse aumentò ancora di più.
La predicazione durò anche questa volta tre giorni. Il primo giorno il pubblico non fu tanto numeroso, una settantina di persone. Il secondo giorno erano già qualche centinaio, e l’ultimo giorno quasi un migliaio. Il cortile della missione era stipato di uomini seduti sui muri e sui tetti. La predica durava, come le altre volte, circa tre ore, e tutti ascoltavano attenti, senza muoversi e senza perdere una parola. I diversi temi delle massime eterne, morte, giudizio, inferno, erano esposti con tanta vivacità e chiarezza che l’uditorio ne restava come incantato. Erano toccati anche altri temi teologici, che Maria Tien non poteva assolutamente conoscere. I padri tentarono talvolta di sorprendere il predicatore in errore, ma non ci riuscirono mai. Un giorno padre Kalvey gli contestò quanto egli aveva detto sui bambini morti senza battesimo, ma il demonio pronto e sarcastico replicò:
— Dove hai studiato la tua teologia? Fatti ridare indietro i soldi che hai speso!
Parlando ai pagani, tra l’altro, rinfacciava loro la durezza di cuore, la cattiveria e l’ostinazione a convertirsi e la loro ingratitudine verso i missionari che avevano rinunciato a tutto per dedicarsi interamente al loro bene ed erano ripagati con calunnie, ostruzionismo e ogni genere di persecuzioni. Al sentire ciò padre Heier e Kalvey si nascosero, pensando che si potesse sospettare essere stati loro a suggerire queste cose a Maria Tien (il diavolo parlava attraverso la bocca e con la voce della donna e queste osservazioni potevano sembrare venute da lei e non dal demonio). Il diavolo allora si rivolse direttamente ai missionari, davanti a tutti, e per un quarto d’ora li abbordò con questa «lavatura di testa», come la chiamò padre Kalvey:
— Qualunque cosa accada non perdetevi di coraggio. La vostra buona Madre Maria permette che soffriate, ma vi segue ad ogni passo e sta sempre al vostro fianco. Essa si prende cura di voi ancora più del suo Figlio che si deve interessare del governo di tutto il mondo. Essa invece, che non ha da fare altro, si prende cura dei suoi figli. Non affliggetevi neppure quando siete calunniati e accusati ingiustamente. La vostra Nyang sa tutto e tien conto di tutto quello che è detto contro di voi e ne soffre più di voi. Al suo Figlio non è andata meglio, e voi non dovete desiderare che vada diversamente per voi. Essa provvede a che non vi succeda nessun male, non vi dimentica mai, vi accompagna a ogni passo e movimento che fate.
Padre Heier diceva che questo breve discorso gli aveva fatto bene allo spirito più che un intero corso di esercizi spirituali. E possiamo credergli.
Profonda impressione aveva lasciato in tutto l’uditorio, cristiani e pagani, la predica del diavolo sul giudizio universale. Padre Heier commentava:
— Potessi predicare anch’io così!
Il predicatore aveva preso lo spunto dal racconto biblico del diluvio universale per dipingere lo spavento e il terrore che prenderà gli uomini alla fine del mondo. Gli animali che annegavano nelle acque tumultuose erano descritti in maniera così viva e toccante che la gente li poteva subito individuare anche se non erano nominati. Nel descrivere l’arca di Noè padre Kalvey credette trovarvi un’inesattezza, ma fu subito corretto e rimproverato dal demonio, il quale concluse:
Alla fine del mondo avverrà esattamente come ai giorni di Noè, nessuno penserà o crederà che la fine sia ormai vicina. I diavoli però fanno già adesso quello che possono per perdere le anime. Tre quarti di coloro che muoiono sulla terra, muoiono a causa del diavolo134.
Interrogato sulla data della fine del inondo non volle rispondere dicendo che il saperlo non serviva a nulla, che stessero in guardia e preparati, e ciò bastava.
Interrogato anche se le sue prediche avessero portato frutto e aumentato le conversioni, rispose: — No, il frutto non sarà grande.
Durante la predica gli uditori erano senz’altro profondamente impressionati e anche, per il momento, decisi a migliorare la loro condotta, ma, arrivati a casa, e raccontato agli altri ciò che avevano sentito e veduto, sarebbero stati presi in giro e il loro coraggio sarebbe venuto meno. A poco a poco tutto quello che avevano sentito era dimenticato e solo più tardi, forse, richiamatolo alla memoria, si sarebbero decisi a entrare nella chiesa cattolica.
- Ma voi missionari non dovete affliggervi troppo per questo — disse ancora il predicatore — ve lo dice la vostra Nyang. Fate tutto quello che potete e riceverete la vostra ricompensa. Il resto lasciatelo al cielo.
Così finì il corso di predicazione del diavolo, che migliore non avrebbe potuto essere. Le sedici divinità della vicina pagoda, le cui statue erano state distrutte dai soldati — ne abbiamo già fatto cenno a principio — si mostrarono oltremodo indignate di queste prediche, tutte a favore dell’odiata religione cattolica (dal che si vede chi sono veramente gli idoli del paganesimo, la personificazione di satana). Il diavolo aveva parlato anche di quelle divinità e ai pagani presenti aveva svelato segreti che li avrebbero dovuti profondamente disingannare: le presunte guarigioni operate da quelle divinità — per esempio — erano di malati diventati tali per loro malefìcio e poi guariti perché offrissero sacrifici e, con quei presunti miracoli, fosse confermata nel popolo la fede negli idoli. Tra le sedici divinità c’erano anche tre «Grandi madri», divinità femminili alle quali le donne cinesi si raccomandavano per avere figli. Anche le divinità femminili dovevano a un certo punto riconoscere la grandezza e la potenza della vera ed unica «Grande Madre», Maria santissima.
— Come altrettanti porcellini — concludeva il demonio — la Vecchia ci spinge avanti e ci obbliga a farci da noi stessi ridicoli davanti a voi.
Paolo Calliari
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