giovedì 27 ottobre 2022

LA VERGINE MARIA - Dio potette godere le gioie della Creazione grazie a Maria; perciò Lei potette concepire il Verbo

 


Dio potette godere le gioie della Creazione grazie a Maria; perciò Lei potette concepire il Verbo 

“Figlia mia, le pure gioie della Creazione, i miei innocenti trastulli con la creatura li ho goduti, ma  ad intervalli, non perenni, e le cose, quando non sono stabili e continue, accrescono maggiormente il  dolore e fanno più spasimare di goderle di nuovo, e si farebbe qualunque sacrificio per renderle permanenti.  

In primo luogo godetti le pure gioie della Creazione quando dopo aver creato il tutto creai l’uomo, finché lui peccò (…) 

In secondo luogo godemmo le pure gioie della Creazione quando dopo tanti secoli venne alla luce  del giorno la Vergine Immacolata. Essendo stata Lei preservata anche dall’ombra della colpa e possedendo tutta la pienezza della nostra Volontà, non essendo stata tra Lei e Noi nessuna ombra di rottura,  tra la volontà sua e la Nostra, Ci furono restituite le gioie, i nostri trastulli innocenti; Ci portò come in  grembo tutte le feste della Creazione, e Noi le demmo tanto e Ci divertimmo tanto nel dare, da arricchirla in ogni istante di nuove grazie, nuovi contenti, nuova bellezza, da non poterne più contenere. Ma  l’Imperatrice creatura non durò a lungo sulla terra, passò nel Cielo, e non trovammo un’altra creatura  nel basso mondo che perpetuasse i nostri trastulli e Ci portasse le gioie della Creazione. 

In terzo luogo godemmo le gioie della Creazione quando Io, Verbo Eterno, scesi dal Cielo e presi la mia Umanità.  

Ah, la mia diletta Mamma, col possedere la pienezza della mia Volontà, aveva aperto le correnti tra il  Cielo e la terra, aveva messo tutto in festa, Cielo e terra, e la Divinità, stando in festa per amor di sì  santa creatura, Mi fece essere concepito nel suo verginal seno, dandole la Fecondità Divina, per farmi  compiere la grande opera della Redenzione. Se non ci fosse stata questa Vergine eccelsa che prese il  primato nella mia Volontà, che fece vita perfetta nel mio Volere, vivendo in Esso come se non avesse la  sua, e che col fare ciò mise in corrente le gioie della Creazione e le nostre feste, mai il Verbo Eterno  sarebbe venuto sulla terra per compiere la Redenzione dell’uman genere. 

Vedi dunque come la cosa più grande, più importante, più soddisfacente, quella che più attira Iddio, è il vivere nel mio Volere, e chi vive in Esso vince Iddio e fa donare da Dio doni così grandi da  far stupire Cielo e terra e che da secoli e secoli non si erano potuti ottenere. 

Oh, come la mia Umanità, stando in terra e contenendo la stessa vita del Volere Supremo, che anzi  era inseparabile da Me, portava in modo tutto completo alla Divinità tutte le gioie, la gloria, il contraccambio dell’amore di tutta la Creazione, e la Divinità fu tanto felicitata che Mi diede il primato su tutto, il  diritto di giudicare tutte le genti. Oh, qual bene ottennero le creature sapendo che un loro fratello, che  tanto le amava e tanto aveva sofferto per metterle in salvo, doveva essere il loro giudice!  La Divinità,  nel vedere in Me racchiuso tutto lo scopo della Creazione, come se si spogliasse di tutto, Mi concedette  tutti i diritti su tutte le creature. Ma la mia Umanità passò in Cielo e non restò sulla terra chi perpetuasse il vivere del tutto nel Volere Divino e quindi, elevandosi su tutti e tutto nella nostra Volontà, Ci  portasse le pure gioie e Ci facesse continuare i nostri innocenti trastulli con una creatura terrestre.  Sicché le nostre gioie furono interrotte, i nostri giochi spezzati sulla faccia della terra” (…)  

“… Vedi, son passati circa venti secoli dacché le vere, le piene gioie della Creazione sono state  interrotte, perché non trovammo capacità sufficiente, spogliamento totale di volontà umana in chi poter  affidare la proprietà del nostro Volere. Ora, per fare ciò dovevamo scegliere una creatura che più si  avvicinasse e si affratellasse con le umane generazioni. Se avessi messo come esempio la mia  Mamma, si sarebbero sentiti molto distanti da Lei. Avrebbero detto: ‘Come non doveva vivere nel  Volere Divino, se fu la esente da ogni macchia, anche d’origine?’  Quindi avrebbero scosso le spalle e  non si sarebbero dati nessun pensiero. E se mettevo come esempio la mia Umanità, si sarebbero più  spaventati e avrebbero detto: ‘Era Dio e uomo, ed essendo la Volontà Divina vita sua propria non è  meraviglia il suo vivere nel Volere Supremo’.  Dunque, per fare che nella mia Chiesa potesse avere vita  questo vivere nella mia Volontà, dovevo fare la scala, scendere più in basso, scegliere da mezzo a loro  una creatura…” (16°, 22-2-1924) 

scritti di Luisa Piccarreta

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