martedì 11 ottobre 2022

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO

 


 Il Re della Città del bene.

Nei tempi nuovi chiedete ai pescatori di Galilea chi gli ha spinti ai quattro angoli del mondo a fine di spargere dappertutto, come nubi benefiche, le divine rugiade della grazia; chi ha dato loro l’ intelligenza e la forza necessarie per intraprendere le loro gravose fatiche, portare la guerra persin nel centro della Città del male, battere in breccia questa città colossale, smantellarla, minarla; e fabbricare in sua vece la città del bene? Quando occorre difendere l’opera divina, a costo di tutti i sacrifizi, chi è 1’ esortatore dei martiri ed il sostegno del loro coraggio, in faccia ai tribunali, alle torture, ai roghi ed alle fiere dell’ anfiteatro ? Il Re della Città del bene. Ciò che fu per gli Apostoli e per i martiri il divino Re, lo fu e continua ad esserlo, per i solitari, per le vergini, per i missionari, per i santi ed i fedeli, i quali in tutte le condizioni ed in tutti i paesi, ogni di intraprendono e conducono ad un fine felice 1’ opera eroica della loro santificazione e della santificazione degli altri. Contate se potete, il numero dei buoni pensieri, delle salutari risoluzioni, dei sacrifizi d’inclinazione, di gusto, d’interesse, d’ amore, di tendenze, di passioni che debbono per salvare un’anima, riempire una vita di cinquantanni; calcolatene l’estensione e vedrete, quale buono, quale instancabile e qual potente esortatore è lo Spirito Santo. Egli è Consolatore. Miei dilettissimi, sin qui io vi ho istruiti, diretti, consolati; ecco perchè vi attrista la mia prossima dipartita. Fatevi coraggio, perchè io vi manderò in mia vece un altro consolatore che dimorerà con voi, non pei* un po’ di tempo come me, ma per sempre. Egli v’istruirà, vi dirigerà, vi consolerà nelle vostre pene, ne’ vostri dubbi, nelle vostre tentazioni, ne* vostri incessanti combattimenti. Tale è il significato delle parole del Verbo incarnato annunziante lo Spirito Santo a’ suoi apostoli, alla Chiesa, a noi medesimi.1 Consolatore. Bisognava conoscer bene l’umanità per dare questo nome al Re della Città del bene. La vedete voi questa povera umanità, rovina vivente, che attraversa da sessanta secoli in qua una terra di miserie, troppo giustamente chiamata la valle delle lacrime: avvolta nelle tenebre, circondata da nemici, affranta da travagli, oppressa da dolori, rosa da cure: lasciando sul selciato della via le macchie del suo sangue, ed ai rovi i brandelli della sua carne: trascinantesi dietro una lunga catena di speranze deluse, scorgendo di lontano, come ultima prospettiva, una tomba semiaperta con misteri di decomposizione eh’e ssa non ardisce guardare; e al di là, gli abissi imprescrutabili di una doppia eternità? Fa duopo convenirne, se l'umanità ha bisogno di qualcuno, è innanzi tutto di un consolatore.

Degno di questo nome veramente regio, il Re della Città del bene, è il consolatore per eccellenza : Consolator optimc. La sua sovranità non ha altro scopo che di rasciugare le lacrime dei suoi sudditi, o di trasformarle in perle d’immortalità. Consolatore potente; le sue consolazioni non sono vane parole che si frangono alla superfìcie del cuore, ma sollievi efficaci, e intime gioie. Ccfiisolatore universale; non un patimento del corpo, non uu dolore dell’ anima, non un rovescio di fortuna, non un dubbio, non una perplessità, non un fallo, pei quali non abbia un rimedio, una luce, una speranza. Che l’uomo, il p opolo, il secolo il quale non ha nessuna faccenda da trattare dinanzi al tribunale della giustizia e della misericordia divina; che non ha bisogno nè di lumi per conoscere il bene, nè coraggio per intraprenderlo, nè perseveranza per compierlo, nè consolazione nelle sue pene, insomma, che il niente orgoglioso che ha la pretensione di bastare a sè medesimo, o di trovare in braccia di carne un appoggio sufficiente per la sua debolezza, disprezza, oblia l’Avvocato divino, l’Esortatore soprannaturale, il Consolatore supremo: noi non ci abbiamo niente da dirgli. Una profonda pietà, delle preghiere e delle lacrime, questo è tutto ciò che resta a dargli. Quanto all’uomo, al popolo, al secolo che ha la coscienza de’ suoi bisogni, trova nel fondo dell’anima sua mille motivi ogni giorno più pressanti, di invocare lo Spirito Santo, e di vivere sotto le sue leggi. Tale è, secondo i nomi principali che gli danno questo carattere, il Re della Città del bene. Se a tanti titoli che gli sono proprii, si aggiungono quelli ch'egli divide col Padre e col Figliuolo, ci apparirà come il più grande, il più magnifico, il più sapiente, il migliore di tutti i monarchi; la sua città, come il regno più glorioso, il più libero, il più felice che l’uomo possa sognare ; .i suoi sudditi, come una famiglia di fratelli, come un’assemblea di dei, incominciati dalla grazia e in via di divenire tanti dei consumati nella gloria. Se un simile spettacolo vi lascia la forza di parlare, sarà per dire col profeta: Città del mio Dio, quanto siete bella! beati coloro che vi abitano.1

Monsignor GAUME

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