Dice un Samaritano:
«… Che potrai mai fare, più di quanto abbia già fatto, per persuadere i tuoi avversari alla tua parola? Che? Se neppure la risurrezione dell'uomo di Betania è valsa a far dire ai giudei che Tu sei il Messia di Dio?».
«Ho ancora qualcosa da fare, più grande, molto più grande del fatto».
«Quando, Signore?».
«Quando la luna di nisam sarà piena. Ponete attenzione allora».
«Avrà un segno il cielo? Si dice che quando Tu nascesti il cielo parlò con luci, canti e stelle strane». «È vero. Per dire che la Luce era venuta nel mondo. Allora, in nisam, avranno segni il cielo e la terra, e sembrerà la fine del mondo per le tenebre e lo scuotimento e il ruggire dei fulmini nei firmamenti e dei terremoti nelle viscere aperte della Terra. Ma non sarà la fine. Sarà il principio, anzi. Prima, alla mia venuta, il Cielo partorì agli uomini il Salvatore e, poiché era atto di Dio, pace era a compagna dell'evento. A nisam sarà la Terra che con propria volontà partorirà a se stessa il Redentore, e poiché sarà atto di uomini non avrà pace a compagna. Ma vi sarà orrenda convulsione. E fra l'orrore dell'ora del secolo e dell'inferno, la Terra squarcerà il suo seno sotto le saette infuocate dell'ira divina, e urlerà il suo volere, troppo ebbra per comprenderne la portata, troppo insatanassata per impedirlo. Come una folle partoriente, crederà di distruggere il frutto ritenuto maledetto, e non comprenderà che invece lo innalzerà così in luoghi dove mai più il dolore e l'insidia lo raggiungeranno. La pianta, la nuova pianta, da allora allargherà i suoi rami per tutta la Terra, per tutti i secoli, e Colui che vi parla, con amore o con odio sarà riconosciuto per vero Figlio di Dio e Messia del Signore. E guai a quelli che lo riconosceranno senza volerlo confessare e senza convertirsi a Me»…
DA: L’EVANGELO COME MI È STATO RIVELATO
Nessun commento:
Posta un commento