Quærite Dominum, dum inveniri potest (Ss. 55)
1. Sono molto da compiangere certe anime che nel servizio di Dio procedono tristi e desolate. Dicono spropositando: più cerchiamo il Signore, e meno ci vien fatto di trovarlo; lo invochiamo e non ci dà ascolto.
2. Poverette!… Ma come lo invocate? Dove lo cercate?… Vi sta tanto vicino! Vi è tanto commodo, facile e sicuro di trovarlo! Eh, Maria SS. e S. Giuseppe dove lo ritrovarono? Nel Tempio. Dominus in Templo sancto suo!
3. Ecco dove potete ancor voi trovare di persona ogni volta che il volete: nelle Chiese, nel SS. Sacramento dell’altare. Che andate dunque sospirando? A che angustiarvi ed abbattervi tanto fin quasi alla disperazione? Eh! fino a che potrete trovare Gesù nell’Augustissimo Suo Sacramento, dum inveniri potest; fino a tanto che lo avrete così d’appresso, che cosa volete di più?… Accostatevi dunque a Lui con confidenza ed amore, invocate il suo aiuto, e comunicategli i vostri desideri: Egli vi ascolterà volentieri e vi consolerà a tempo e luogo. Pretendereste forse che Ei venisse in cerca di voi? Sarebbe presunzione senza merito. Non vi basta di udire l’amorosa sua grida lasciata dal suo Cuore che dice a tutti: «Eccomi! Io sono qui per voi, e ci starò fino alla fine del mondo: Ecce vobiscum sum usque ad consumationem sæculi!?»
4. Adesso capisco, Gesù mio; sì, adesso anche io capisco perchè mi sono trovato più volte sconfortato e mesto. Se subito, come la Maddalena, fossi corso a disfogarvi il mio cuore qui ai vostri piedi; se… Ma eccomi; son qua! Mi accosto al vostro Trono, e vi adoro profondamente, Vi amo, o mio buon Maestro, e giacchè vi piace di discendere incontro a chi vi cerca, v’invoca, e vi sospira: prope est Dominus omnibus invocantibus eum: io voglio profittare dell’amorosa e cordiale vostra divina vicinanza per darvi gusto e soddisfazione con la mia misera compagnia. Mi presenterò a prendere i vostri comandi mattina e sera giorno e notte: vespere, mane et meridie: per servirvi come a Voi piace e per vedere se col frequentare la vostra conversazione potrò diventare anch’io uomo secondo il Cuor vostro. Sebbene io tema o Signore che la mia presenza vi riesca troppo insipida e monotoma. Lo capite che neppure vi dico una parola che sia degna di Voi. Mi trovo così confuso da non sapervi esprimere i sentimenti del mio cuore.
5. L’augusta vostra Grandezza mi avvilisce e non mi lascia articolare un accento: A, a, a, Domine Deus, ecce nescio loqui! Ma Voi m’intendete egualmente. Voi mi leggete nella mente e nell’anima i bisogni che non sono capace di esternarvi. Gesù mio, ecco, anche oggi provo coll’esperienza che proprio non sono buono a nulla, neppure di concepire e formare un pensiero che possa meritare il vostro aggradimento. Ma è tanta la fiducia che ho in Voi, che sebbene mi ritrovi al tutto inetto e cretino, insufficiente a farmi intendere, pure confido che vi degnerete di compatire e provvedere alla mia deficienza: Fiduciam habebo per te ad Deum, non quia sufficiens sim cogitare aliquid a me quasi ex me; sed sufficientia mea ex Deo est.
6. Però buono per me, che stando vicino a Voi, o Gesù mio, son sicuro di attenermi alle vie infallibili della verità, essendo Voi la stessa Verità:: prope es tu, Domine; et omnes viae tuae veritas. Ancora col maestoso silenzio che serbate in quest’adorabile Sacramento Voi vi fate sentire al cuore de’ vostri adoratori ed amanti. Che cosa di più caro, o mio Divin Maestro, che di ricevere e sentire nell’intimo del cuore le vostre celesti infallibili verità? Fatevi dunque sentire all’anima mia: parlate tacitamente al vostro servo che vi ascolta: loquere, Domine, quia audit servus tuus!… (L’anima divota qui si posi in attenzione di sentire ciò che Gesù Cristo le dirà al cuore).
7. O ingegnosissimo Inventore e Fattore di questo Divin Sacramento, quanto dobbiamo al vostro amorosissimo Cuore per questa sì stupenda invenzione! Il vostro Cuore (perdonate al troppo basso paragone) è come la Pila elettrica d’onde escono e volano le scintille del vostro amore ad illuminare, infiammare e scuotere i cuori degli uomini a farvi conoscere ed amare. Ma il fuoco vostro non si attacca a tutti i cuori! Perchè?… Ah perchè certi cuori li trova assai verdi e avvolti in passioni umane e mondane! Per ciò l’amorosa scintilla del Cuor vostro, ancorchè arrivi ad essi, non li penetra nè li accende: resistono all’azione del suo fuoco. Fino a tanto che quelle passioni non vengano disseccate e consumate dalle fiamme amorose del vostro Cuore, l’anima non potrà mai sperare di sentirsi accendere dell’amor di Dio.
8. Ah Gesù mio caro, dev’essere così! Ma io vorrei poter sperare che almeno il povero cuor mio non abbia a resistere al vostro amore… È vero ch’egli è secco e tant’arido, che appena dà segno di vita. Ma se Voi gli vibrerete sopra la scintilla elettrica del vostro divin amore si accenderà, s’infiammerà e si consumerà nell’ardentissimo Cuor vostro. Oh sì! inceneritelo; e talmente che gli resti più niente di umano e di terrestre. Rinnovatelo tutto bello, tutto puro, tutto amante e secondo il Cuor vostro:
Cor mundum crea in me Deus; et spiritum rectum innova in visceribus meis! Ah, che il fuoco del vostro amore si apprenda ai cuori di tutti gli uomini! Deh, Gesù mio, dalla Pila elettrica del Cuor vostro fate uscire alla direzione di tutti i cuori quelle scintille onnipotenti di amore, che disseccano le passioni umane ed accendono e fanno ardere il fuoco perpetuo della carità! Così sia! Intanto io protesto di volervi amare in tutto il resto della mia vita temporale, per continuare ad amarvi nella eterna. Sì, Gesù mio, vi amo, e vi amo!
Francesco Spinelli
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