sabato 4 novembre 2023

L'EUCARISTIA È CIBO E MEDICINA DELL'ANIMA E DEL CORPO. IL PANE E IL VINO SONO SEGNI INDISPENSABILI PER I NOSTRI OCCHI MATERIALI

 


GESU’ OSTIA

All’incredulo perché sia meno scettico, e al sacerdote perché sia meno tiepido.


«Dettati» di Gesù

«Dice Gesù»: sono queste le due parole che precedono sempre i cosiddetti dettati, vere e proprie lezioni impartite al «piccolo Giovanni». Gesù, un giorno, gli dice: «Tu sei il laico che, non bastando i sacerdoti, istruisci sulle verità del mio tempo mortale [...]».

In queste celesti istruzioni, troviamo alcuni dettati che potremmo definire 'eucaristici' per la loro specificità. Sono pagine di densa e sublime dottrina spiegata con cristallina chiarezza. Non possiamo, però, trattare tutto quanto Maria Valtorta 'scrive' sull'argomento che, per la gran mole del materiale, richiederebbe un lavoro a sé. Ecco le tematiche di maggior rilievo:


L'EUCARISTIA È CIBO E MEDICINA DELL'ANIMA E DEL CORPO. IL PANE E IL VINO SONO SEGNI INDISPENSABILI PER I NOSTRI OCCHI MATERIALI:

«Per sostenere le forze fisiche occorre nutrire il corpo. L'indigente che non può acquistare cibo, lo mendica ai ricchi. Di solito chiede pane. Senza il pane è impossibile la vita.

Voi siete dei poveri che avete bisogno di cibo per la vostra anima. Alla vostra povertà Io ho dato il Pane eucaristico. Esso vi nutre le midolla dell'anima, dà vigore allo spirito, sostiene le forze spirituali, aumenta il potere di tutte le facoltà intellettuali, perché dove è vigore di vita è anche vigore di mente.

Cibo sano trasfonde sanità. Cibo vero infonde vita vera. Cibo santo suscita santità. Cibo divino dà Dio.

Ma oltre che poveri voi siete ammalati, deboli non della sola debolezza che dà la mancanza di cibo e che cessa col cibo. Siete deboli per le malattie che vi estenuano. Quante malattie ha la vostra anima! Quanti germi vi inocula il Maligno per creare queste malattie! A chi è debole e ammalato occorre non solo pane ma anche vino.

Io nella mia Eucaristia vi ho lasciato i due segni di quello che occorre alla vostra natura di uomini poveri e alla vostra debolezza di uomini ammalati. Pane che nutre, vino che corrobora. Avrei potuto comunicarmi a voi senza segni esterni. Lo posso. Ma siete troppo pesanti per afferrare lo spirituale. I vostri sensi esterni hanno bisogno di vedere.

La vostra anima, il vostro cuore, la vostra mente, si arrendono soltanto, e a fatica ancora, davanti alle forme visibili e toccabili. Tanto è vero che, se arrivate a credere Me nell'Eucaristia e di ricevere Me nella particola, non ammettete, nella grande maggioranza, l'infusione in voi dello Spirito, dal quale vi vengono palpiti, luci, impulsi di opere buone.

Se credeste con quella forza di cui il Mistero è degno, sentireste, nel ricevermi, entrare in voi una vita. Il mio avvicinarmi a voi vi dovrebbe ardere come l'accostarsi ad una ardente fornace. Il mio stare in voi dovrebbe farvi sommergere in un'estasi che vi astrarrebbe il profondo dello spirito in un rapimento di Paradiso.

Il fondersi della vostra umanità bacata alla mia Umanità perfetta vi porterebbe salute anche fisica, per cui, malati corporalmente, resistereste alle malattie finché Io dicessi "Basta" per aprirvi il Cielo. Vi porterebbe intelligenza per capire prontamente e giustamente. Vi renderebbe impenetrabili agli assalti sfrenati o alle sottili insidie della Bestia.

Invece posso fare poco perché entro dove la fede è languida, dove la carità è superficiale, dove la volontà è in abbozzo, dove l'umanità è più forte dello spirito, dove, soprattutto, non fate sforzo per reprimere la carne onde emerga lo spirito.

Non vi sforzate per nulla. Aspettate da Me il miracolo. Nulla mi vieta di compierlo. Ma Io voglio da parte vostra almeno il desiderio di meritarlo.

A chi si volge a Me gridando di aiutarlo e imitando la fede delle turbe di Galilea, Io mi comunicherò non solo col mio Corpo e il mio Sangue, ma con la mia Carità, col mio Intelletto, con la mia Forza, con la mia Volontà, con la mia Perfezione, con la mia Essenza. Sarò, nell'anima che sa venire a Me, come sono in Cielo, nel seno del Padre da cui procedo generando lo Spirito che è Carità e vertice di perfezione».


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