«Trovandomi nel solito mio stato, è venuto il benedetto Gesù da Bambino; mi baciava, mi stringeva, mi carezzava, e molte volte ritornava con baci e abbracci. Io mi meravigliavo ché Gesù aveva trasceso con me, vilissima, a trattenersi con me con baci ed abbracci. Io li restituivo, ma timida, e Gesù con una luce che usciva da Lui mi ha fatto comprendere che, venendo, è sempre un bene grande, non solo per me, ma per il mondo intero, in modo che con l’amare e sfogarsi con un’anima, viene a riguardare tutta l’umanità intera, perché in quell’anima ci sono tanti vincoli che uniscono tutti: vincoli di somiglianza, vincoli di paternità e di figliolanza, vincoli di fratellanza, vincoli dell’essere tutti usciti e creati dalle sue mani, vincoli dall’essere stati tutti da Lui redenti e che ci vede marcati col suo sangue. Quindi, vedendo tutto questo, amando e favorendo un’anima, restano amati e favoriti gli altri, se non in tutto almeno in parte. Onde, venendo a me Gesù benedetto e trovandoci in tempo di flagelli, baciandomi, abbracciandomi, carezzandomi e guardandomi, voleva riguardare tutti gli altri e risparmiarli in qualche modo in] parte, se non in tutto…» [ (Vol. 9°, 03.09.1910)
Pablo Martín Sanguiao
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