venerdì 22 ottobre 2021

IL SOLE DEL DIVIN VOLERE - L’équivalente terrestre del Paradiso

 


IL SOLE DEL DIVIN VOLERE


L’équivalente terrestre del Paradiso


Vi è forse una parte di ignoto in questo ideale di vita che Dio propone all’Umanità?

Sì. Questo ideale può essere considerato nuovo secondo vari punti di vista. Lo prova il fatto che coloro che cominciano ad interessarsene si fanno molte domande, alcune delle quali possono apparire persino bizzarre, come ad esempio: L’essere umano ha forse diritto di rinunciare alla sua volontà? È razionale un simile atto? In che modo la Terra potrebbe accogliere una Comunione di esseri che, da quel che si sa, non s’è mai vista applicata altrove che in Cielo? Eccetera...

Dopo avere riflettuto e pregato sui testi di Luisa, un’idea ha attraversato il mio spirito. Sappiamo che il Volere divino è l’elemento che unifica le tre Persone divine al punto di farne un unico Dio. [22] In Cielo questo unico volere si applica in maniera assoluta alle Persone della Trinità santissima, ma anche, nei limiti consentiti da questa stessa Trinità, agli esseri che vivono in comunione con Essa, e in comunione tra di loro. Se questo stesso Volere si installasse in Terra come già lo è in Cielo, sarebbe forse in grado di unificare gli esseri della terra come già unifica gli esseri del Cielo?

La risposta non può essere che affermativa. Le anime che vivono in Cielo adottano il Volere divino come se fosse il loro proprio. Se gli esseri che attualmente vivono sulla terra facessero la stessa cosa (adottare anch’essi il Volere divino come se fosse il loro proprio), è lecito pensare che le condizioni di vita presenti in Paradiso finirebbero per essere presenti anche sulla Terra. La comunione degli esseri che attualmente forma l’anima del Paradiso formerebbe pure l’anima della Terra. Felicità celeste e felicità terrestre si rifletterebbero l’una nell’altra.

Il risultato è che la terra ridiventerebbe ciò che era all’origine, un giardino, un Paradiso. Gli esseri infelici verrebbero trasformati in esseri felici. Il Regno di Dio, quello che invochiamo con la recita del “Padre Nostro” diventerebbe una realtà. Dopo averlo atteso ed invocato con tanta speranza e trepidazione per due mila anni, noi ne saremmo i primi cittadini. [23]

De Parvulis.


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