Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick
Il viaggio si avvicina alla fine Ingresso nella grande casa del pastore
Visioni di martedì 20 novembre.
Lasciato questo tugurio continuarono il cammino risalendo il colle. Credo che toccassero la strada che conduce da Gabara a Gerusalemme, la quale formava il confine tra la Samaria e la Giudea. Mi sembrò che la santa Coppia fosse distante ancora molte ore da Betania quando Maria senti il bisogno di riposo e di ristoro. Giuseppe allora volse per una via laterale e andarono avanti ancora per circa mezz'ora. Giunsero così ad un bel fico, dove spesso in altri viaggi Giuseppe aveva visto accampati pellegrini e mercanti, ma lo trovarono spoglio e si sentirono molto afflitti. Così proseguirono ancora per un tratto e giunsero presto nelle vicinanze di una casa, allora Giuseppe bussò a quest'uscio e chiese ospitalità al padrone. Quest'ultimo alzò la lampada sul viso della Santa Vergine e subito beffò Giuseppe, chiedendogli se fosse per gelosia che conduceva con sé una moglie così giovane e bella in quelle condizioni. In quel momento uscì la moglie di costui e, mossa a pietà dello stato di Maria, assegnò loro cortesemente una stanza in un'ala separata della casa e portò pure dei pani perché si rifocillassero. Anche il marito, che subito dopo si era pentito per la beffa fatta, prese a trattare i santi Viaggiatori con ogni gentilezza. Il giorno seguente si rimisero in cammino, poi li vidi entrare in un altra casa abitata da giovani. Un vecchietto girava per le stanze appoggiandosi ad un bastone, nessuno si curava di loro e tutto dava un'impressione di squallore. Vidi Gesù, dopo il battesimo, che visitò la casa in cui il proprietario si era beffato di Giuseppe; Egli vide una specie di altare eretto nella stanza dove avevano dormito i suoi Genitori. Ebbi la percezione che quella famiglia avesse costruito quell'altare appena aveva appreso la meravigliosa nascita di Cristo. Il viaggio di Maria e Giuseppe si avvicinava dunque alla fine, mentre la Santa Vergine risentiva sempre più le pene fisiche della stanchezza. Invece di attraversare il deserto di Betania, via molto scomoda ma molto più breve, essi allungarono il cammino di un giorno e mezzo percorrendo le campagne poste ad oriente di Gerusalemme. Giuseppe conosceva benissimo questi luoghi poiché suo padre vi aveva posseduto i pascoli nelle vicinanze. Prodigiosamente l'asinella li aveva guidati per quest'altra strada attraverso le valli, avvicinandosi così al Giordano.
Mercoledì 21 novembre.
Ho veduto i santi Viaggiatori entrare in una grande casa, posta a tre ore di cammino dal luogo del battesimo di Giovanni sul Giordano e sette circa da Betlemme. Questa è la stessa dimora dove trent'anni dopo Gesù vi trascorrerà la notte dell'11 ottobre, quando si recherà a visitare il Battista dopo il battesimo. Pare che il padrone fosse assai ricco, la casa era grande, aveva annesso un cascinale e nel cortile si vedeva un pozzo. Vedevo servi andare e venire, recando cibi e radunarsi per il pasto. Il padrone accolse gentilmente i viaggiatori, si dimostrò cortese e pieno di premure verso di loro. Li fece entrare in una comoda sala ed ordinò che si avesse cura del loro asino. Un servo condusse Giuseppe al pozzo e gli lavò i piedi, poi gli diede altre vesti mentre puliva il suo abito dalla polvere. Un'ancella rendeva uguali servizi a Maria. In questo luogo la santa Coppia mangiò e trascorse la notte. La consorte del padrone aveva un carattere assai stravagante, viveva isolata in una camera. Era ancor giovane e di mentalità vana, perciò avendo veduto di nascosto i due viaggiatori, fu gelosa della bellezza di Maria. Non volle che si fermasse a lungo o partorisse in casa sua, così fece di tutto affinché i santi Viaggiatori ripartissero il giorno seguente. Vidi in quella casa anche alcuni fanciulli. Questa è la stessa donna che trent'anni dopo, l'11 ottobre, fu trovata da Gesù cieca e deforme; Egli la guarì dopo averla ammonita per la sua vanità e la sua inospitalità.
Giovedì 22 novembre.
Oggi, verso mezzogiorno, ho visto la santa Coppia ripartire da quella casa; alcune persone accompagnavano i due Sposi per un tratto di strada. Poche ore dopo, Giuseppe e Maria entrarono in un villaggio consistente in due lunghe file di caseggiati con cortili e giardini. I caseggiati erano attraversati da una strada molto larga. Giuseppe aveva dei parenti in questo luogo e intendeva chiedere a loro ospitalità. Appena giunti alla periferia del paese trovarono subito la grande abitazione dei parenti. Nel cortile si vedeva una grande fontana, dappertutto c'erano drappi neri e videro molti uomini riuniti certamente per una cerimonia funebre. Entrati nella casa, notarono che erano state tolte le pareti di vimini che servivano a formare altrettanti locali separati, così si aveva un solo e vasto locale, nel cui centro vi era il focolare col condotto per il fumo. Davanti al focolare era collocata qualcosa che assomigliava ad una bara avvolta in una stoffa nera. Numerose persone erano intorno a questa bara e pregavano; vestivano abiti lunghi e neri, sopra i quali avevano indossato delle camiciole bianche. I padroni erano occupati nella cerimonia e non accolsero gli ospiti, i servi però andarono loro incontro e usarono ogni riguardo specialmente con Giuseppe. Solo alcune ore dopo la famiglia, senza più indosso le camiciole bianche, si recò a visitare Maria e Giuseppe e si intrattenne amichevolmente con loro; presero tutti insieme qualche ristoro, pregarono e poi andarono a dormire.
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