giovedì 18 novembre 2021

La pratica della presenza di Dio: La migliore regola di Vita Santa

 


PRIMA CONVERSAZIONE

Conversione e impiego precedente. * Soddisfazione alla presenza di Dio. *

La fede come nostro dovere. * La rassegnazione è il frutto della vigilanza.


La prima volta che vidi fratello Lawrence fu il 3 agosto 1666. Mi disse Che DIO gli aveva fatto un favore singolare, nella sua conversione all'età di diciotto anni. Che in inverno, vedendo un albero spogliato delle sue foglie, e considerando che entro poco tempo le foglie si sarebbero rinnovate, e dopo sarebbero apparsi i fiori e i frutti, ricevette una visione elevata della Provvidenza e della Potenza di DIO, che non è mai stata cancellata dalla sua anima. Che questa visione lo aveva perfettamente liberato dal mondo, e aveva acceso in lui un tale amore per DIO, che non poteva dire se fosse aumentato in più di quarant'anni che aveva vissuto da allora.

Che era stato cameriere di M. Fieubert, il tesoriere, e che era un tipo molto maldestro che rompeva tutto.

Che aveva desiderato di essere ricevuto in un monastero, pensando che lì sarebbe stato fatto riparare per la sua goffaggine e le colpe che avrebbe commesso, e così avrebbe sacrificato a DIO la sua vita, con i suoi piaceri; ma che DIO lo aveva deluso, non avendo trovato altro che soddisfazione in quello stato.

Che dovremmo stabilirci in un senso della Presenza di DIO, conversando continuamente con Lui. Che era una cosa vergognosa abbandonare la Sua conversazione, per pensare a inezie e sciocchezze.

Che dovremmo nutrire e nutrire le nostre anime con alte nozioni di DIO; il che ci darebbe grande gioia nell'essere devoti a Lui.

Che dovremmo ravvivare la nostra fede. Che era deplorevole che ne avessimo così poca; e che invece di prendere la fede come regola della loro condotta, gli uomini si divertivano con banali devozioni, che cambiavano ogni giorno. Che la via della Fede era lo spirito della Chiesa, e che era sufficiente per portarci ad un alto grado di perfezione.

Che dovevamo abbandonarci a DIO, sia per le cose temporali che per quelle spirituali, e cercare la nostra soddisfazione solo nel compimento della Sua volontà, sia che ci guidasse con la sofferenza che con la consolazione, perché tutto sarebbe stato uguale per un'anima veramente rassegnata. Che c'era bisogno di fedeltà in quelle aridità, o insensibilità e irritabilità nella preghiera, con cui DIO prova il nostro amore per Lui; che allora era il momento per noi di fare buoni ed efficaci atti di rassegnazione, di cui uno solo avrebbe spesso molto promosso il nostro progresso spirituale.

Che per quanto riguarda le miserie e i peccati di cui sentiva parlare ogni giorno nel mondo, era così lontano dal meravigliarsene, che, al contrario, era sorpreso che non ce ne fossero di più, considerando la malizia di cui sono capaci i peccatori: che da parte sua, pregava per loro; ma sapendo che Dio poteva rimediare ai mali che facevano, quando gli piaceva, non si dava più problemi.

Che per arrivare a tale rassegnazione come richiesto da DIO, dovremmo vigilare attentamente su tutte le passioni che si mescolano tanto nelle cose spirituali quanto in quelle di natura più grossolana; che DIO darebbe luce su queste passioni a coloro che desiderano veramente servirlo. Che se questo era il mio scopo, cioè servire sinceramente DIO, potevo venire da lui (Fr. Lawrence) tutte le volte che volevo, senza alcun timore di essere fastidioso; ma se no, che non dovevo più fargli visita.

Lawrence, Brother (Nicholas Herman, c. 1605-1691)

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