La vita di San Paolo, il primo eremita
Ma per tornare alla mia storia, Antonio continuò il suo viaggio come l'aveva iniziato, cercando le tracce delle bestie selvatiche nella grande vastità del deserto. Come lo fece, e dove lo portò il suo cammino, non lo so. Un altro giorno era giunto al termine, trovandolo sereno, come uno che aveva fiducia che Cristo non lo avrebbe abbandonato. Passò il secondo periodo di oscurità in preghiera per tutta la notte, e nella luce fioca dell'alba vide un lupo, ansimante per la sete ardente, che strisciava verso i piedi di una montagna. Guardò dove andava, e dopo che era riapparso da una grotta e se n'era andato, andò lui stesso verso la grotta. Cominciò a guardare dentro, ma non poté vedere nulla che soddisfacesse la sua curiosità, perché l'oscurità gli oscurava la vista. Ma come dice la Scrittura, "l'amore perfetto scaccia la paura" (I Giovanni 4.18), così entrò a passi lenti e col fiato sospeso, come un abile esploratore. A poco a poco andò un po' più avanti, con frequenti pause, finché improvvisamente sentì un suono. E poi, attraverso l'opprimente oscurità senza vista, intravide una luce in lontananza. Si affrettò verso di essa avidamente, e batté il piede contro una pietra, facendo un altro forte rumore. Quando il beato Paolo lo sentì, chiuse la porta che era stata aperta, pensando che ora avrebbe potuto chiudere fuori il lupo. Antonio allora camminò fuori di essa finché non fu passata l'ora sesta, implorando di essere ammesso.
"Tu sai chi sono, da dove vengo e perché sono venuto", disse. "So che non merito di vederti. Tuttavia, non me ne andrò finché non l'avrò fatto. Voi accogliete gli animali selvatici da voi. Perché scacciate gli esseri umani? Ti ho cercato e ti ho trovato. Ho bussato, quindi ti prego, apri! Se non ci riesco, morirò proprio davanti ai vostri stipiti. E tu dovrai seppellire il mio corpo".
'Rimase lì immobile, persistendo nel riportare alla mente queste cose. [Eneide di Virgilio, libro 2] Al che l'eroe rispose con poche parole, così". [Eneide di Virgilio, libro 6].
"Certo, nessuno chiede così se sta per minacciare guai", disse, "e nessuno che pianga così tanto può fare del male a qualcuno, ma perché ti meravigli che io non abbia aperto la mia porta, visto che tu stesso hai detto che vieni qui a morire?"
E Paolo alla fine aprì la sua porta con un sorriso. Si abbracciarono, si salutarono per nome, ringraziarono insieme Dio, si diedero un santo bacio e si sedettero.
"Ecco, adesso!" disse Paolo. "Guarda cosa ti sei dato tanto da fare per trovare: nient'altro che capelli grigi non curati che coprono membra sciupate dalla vecchiaia. Vedi, io non sono altro che un essere umano, e presto non sarò altro che polvere. Ma ancora, poiché 'la carità sopporta ogni cosa' (1 Corinzi 13.7), dimmi come va avanti la razza umana, se sono stati costruiti nuovi edifici nelle antiche città, come è governato il mondo, e se c'è qualcuno rimasto ancora sotto il potere dei demoni".
Mentre parlavano, videro un corvo che si posava sui rami dell'albero. Volò dolcemente verso il basso e mise un'intera pagnotta di pane davanti ai loro occhi meravigliati prima di volare via di nuovo.
"Che meraviglia!" disse Paolo. "Il Signore gentile e misericordioso da sessant'anni mi manda mezza pagnotta. E ora, a causa della vostra venuta, ha mandato ai suoi servi una misura doppia!".
Ringraziarono per le opere del Signore e si sedettero al lato della sorgente scintillante. Da allora fino a sera discussero su chi dovesse spezzare il pane. Paolo disse che doveva farlo l'ospite, Antonio disse che doveva farlo l'anziano. Alla fine giunsero a un compromesso, che ognuno avrebbe dovuto afferrare un'estremità della pagnotta e tirare, con il risultato che ognuno avrebbe avuto una porzione della pagnotta nelle sue mani. Ognuno di loro bevve poi un po' d'acqua a faccia in giù, dopo di che passarono la notte in una veglia, offrendo a Dio il sacrificio di lode.
di Girolamo [c.341 - 420. Biblista e Dottore della Chiesa].
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