SUOR MARIA-MARTA CHAMBON
LE ANIME - I PECCATORI - I MORIBONDI
Nostro Signore aveva insegnato a Suor M. Marta che il “vero trionfo della Chiesa è nelle anime”. In corrispondenza a questa divina lezione Egli voleva trovare in questo cuore degli ardori di apostolo: “Vieni - le diceva - vieni alla conquista delle anime!... vieni a “raccogliere” delle anime insieme a Me!... Noi andremo insieme dovunque!...” Più volte le sembrò che, introdotta nel Cuore ardente di Gesù, Egli la portasse attraverso tutte le regioni della terra, per raccogliere delle anime con Lui.
Era in questa santa occupazione che la cara missionaria passava una parte delle sue notti, felice quando, a proprie spese, la messe era ricca. Un giorno rendendo conto alla Sua Superiora: “Ho passato la notte - diceva - a raccogliere delle anime con il potere che Dio mi ha concesso per i meriti delle Sante Piaghe del mio buon Maestro”.
Le era sembrato allora di mietere anime come quando faceva abbondante raccolta di frutta.
Ammirabile apostolato della perpetua intercessione che Gesù chiedeva principalmente a favore dei PECCATORI e delle ANIME DEL PURGATORIO.
“La grande piaga del secolo - confidava Egli alla sua Eletta - è che si salvano poche anime!... Voi dovete pregare incessantemente per i peccatori.
“Sta principalmente alle anime religiose di convertire i peccatori, con le loro preghiere, le loro immolazioni e l'osservanza della Regola”.
La Visitazione di Chambery aveva corrisposto ai desideri del Divin Maestro, adottando la devozione del Rosario della Misericordia. Non per ciò N. Signore cessò dalle richieste.
Egli si rese di più in più incalzante nel presentare le sue Piaghe come sorgenti di grazia per i peccatori.
“Già da lungo tempo desidero di vedervi distribuire i frutti della mia Redenzione.”
Ad ogni parola che pronunziate della corona della Misericordia Io lascio cadere una goccia del mio Sangue sull'anima di un peccatore.”
“Tutte le volte che cancellate i peccati degli uomini con le mie Sante Piaghe, voi fate più della Veronica. Ciò che essa toglieva dal mio Volto era leggero, ma i peccati sono molto pesanti!”
E indirizzandosi specialmente alla sua Sposa prediletta: “Vuoi tu che Io spanda il Mio Sangue sopra i peccatori, su quelli che ne abusano e quelli che Lo calpestano? Vuoi tu offrirlo a mio Padre per loro?”
Poi facendole vedere attraverso il mondo la moltitudine dei peccatori: “Io te li mostro, affinché tu non perda tempo”.
Queste anime le erano mostrate un giorno, come avvolte nel fango. La Vergine Immacolata le guardava con occhio materno e compassionevole: “Ciò è buono e caro; - diss'Ella alla sua umile figlia - portale a mio Figlio, a piè del suo trono...” E là, Suor M. Marta le vide innaffiate dal Sangue di N. Signore, rivestirsi improvvisamente di grande bellezza.
Una delle cose che più rattristano Gesù e provocano maggiormente il Suo sdegno è la violazione del riposo festivo.
Un sabato, Suor M. Marta visitava il nostro modesto cimitero, recitando ad ogni tomba un “Requiem” e le sue care invocazioni alle Sante Piaghe, quando udì improvvisamente i lamenti del Divin Maestro: “Figliuola, vi sono dei cristiani che si preparano a lavorare domani.... dì alla tua Superiora di offrirmi un compenso”.
Al domani, domenica, mentre ritornava in giardino, il Salvatore le disse: “Alza gli occhi e guarda”. Essa guardò e scorse nei campi che circondano il Monastero un gran numero di persone occupate nei loro faticosi lavori: “Ecco, Figlia mia, ciò che attira i castighi di Dio”.
Ai lamenti talora si aggiungevano le minacce: “Quando nel giorno del Giudizio gli uomini vedranno tutto ciò che ho fatto per loro durante la mia vita sulla terra; quando vedranno le mie fatiche, le mie sofferenze, il mio amore, essi rimpiangeranno di non averne meglio approfittato;”. Ovvero le era mostrata in modo impressionante, la giustizia di Dio irritato per i peccati del mondo. In una sofferenza inesprimibile sentendo come gravare sopra di sé il peso di questa Divina Giustizia e dei peccati dei suoi fratelli, smarrita, essa esclamava umiliandosi: “Mio Dio, non considerate la nostra miseria, ma guardate la Vostra Misericordia!” e ricominciava le invocazioni alle Sante Piaghe, ciò che calmava la Divina Giustizia: “Offrimele sovente per guadagnarmi dei peccatori, perché ho fame di anime”.
Quando si tenevano nella Chiesa parrocchiale di Lémenc o nelle altre parrocchie della Diocesi, dei Ritiri Pasquali, delle Missioni, la nostra Sorella doveva raddoppiare le sue preghiere e immolazioni. Bisognava assecondare l'opera dei missionari; bisognava preparare le vie alla grazia Divina; bisognava supplire alle deficienze! “Mia Madre e Io, premeremo il torchio, diceva Gesù; se ne troverà che avranno molto faticato e nulla ottenuto”. “Vi sono delle anime che ricevono la vita e delle altre che restano inerti; a te, prenderle e vivificarle.”
“Figliuola, bisogna condurre le anime ai mie i Piedi, bisogna avvicinarle a Me. Io starò in mezzo a loro - come il buon Pastore - per convertirle”.
Per rianimare lo zelo della sua Eletta, N. Signore le offriva qualche volta lo spettacolo delle meraviglie operate nelle anime.
Il 27 marzo 1868, la Comunità pregava specialmente per il Ritiro Pasquale di Lémenc: “Figlia mia, - disse il Divin Maestro - Io voglio farti uscire di clausura”. Parole che sul subito ispirarono un gran spavento all'ingenua Sorella. Essa si sentì allora trasportata in spirito nella Chiesa parrocchiale. Nostro Signore le si fece vedere tenendo in mano un calice pieno del suo Preziosissimo Sangue: “Io voglio, figliuola mia, che tu sia testimone delle grazie che sto per concedere”. E Suor M. Marta vide il Salvatore deporre una goccia del Suo Sangue Divino nelle anime. Essa ebbe pure l'indicibile consolazione di vederlo fare altrettanto per quelle di suo Padre e sua Madre, mentre le labbra divine pronunciavano queste parole: “Le grazie che faccio in questo modo non si perdono”.
Lo zelo della nostra Sorella in favore dei MORIBONDI sembra ancora più grande.
Quando si adornano i miei altari - diceva il buon Maestro - Mi si procura un gran piacere, ma quando Mi si guadagnano anime per il Paradiso, la mia consolazione e incomparabilmente maggiore. Bisogna offrire spesso i meriti delle mie Sante Piaghe per le persone che muoiono nella notte, o nel corso del giorno”
Troviamo nei Manoscritti i particolari di certe notti passate ad accompagnare alcune anime, che Gesù le mostrava già vicine alla loro eternità: “Tu sei incaricata di queste anime, bisogna ottener loro una buona morte”.
Le anime! Suor M. Marta se ne “incaricava” con maggior ardore in quanto la loro salvezza e perfezione glorificano Iddio. Essa aveva sì ben capito che la sua ragione d'essere sulla terra stava nel “procurare gloria a Dio e nel farlo amare”. Eppoi, in questo come in tutto, il Signore la illuminava e ne stimolava il fervore:
“Figliuola, Io desidero costantemente che gli uomini si approfittino del frutto della mia Redenzione. Ma siano essi fedeli o no, ne risulterà egualmente la mia gloria!”.
La nostra Sorella, vide un giorno partirsi dalle Sante Piaghe tre splendidi raggi che parevano involgere le anime salvate dai meriti del Redentore. Chiunque aveva contribuito a procurar loro questo beneficio, ne riceveva in cambio grande gloria, con la quale si aumentava quella di Dio: “Facendo che le anime profittino dei benefici della mia Passione, spiegava il Salvatore, voi dilatate il regno di Dio”. Il cuore ardente dell'umile missionaria claustrale, rispondeva con questo grido di santo entusiasmo “Gesù mio, ho sete di anime per la vostra gloria!”.
SUOR MARIA-MARTA CHAMBON
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