AGONE MISTICO
La lotta di oggi
Alcuni vescovi e sacerdoti “cattolici” si impegnano oggi a benedire non solo il peccatore ma anche il peccato. Come mai? Peccato e peccatore sono forse la stessa cosa? L’affermarlo sarebbe grande stoltezza.
Gesù ama il peccatore e odia il peccato. L’avversario suo e nostro, al contrario, ama il peccato e odia il peccatore. Gesù assolve il peccatore, non il peccato. L’avversario suo e nostro, al contrario, assolve il peccato e accusa il peccatore.
8 Benedire il peccatore è certamente un atto di misericordia. Gesù non rifiuta mai di benedire coloro che a Lui si accostano riconoscendosi peccatori. Ma benedire il peccato è forse un atto di misericordia? No. Benedire il peccato è una cosa diabolica. Assolvere il peccatore è un atto degno di Gesù, ma assolvere il peccato è forse un atto degno di Gesù? No. Assolvere il peccato è una cosa diabolica.
L’argomento è questo: all’inizio del mese di febbraio del 1996 un gruppo di vescovi francesi si è dichiarato ufficialmente in favore dell’utilizzazione dei preservativi plastici nei rapporti di natura sessuale, e questo in opposizione al Magistero della Chiesa, ossia in opposizione agli insegnamenti e alle direttive del Papa. (Pretesto ufficiale: prevenire l’AIDS). Per approvare la decisione presa da questi vescovi, alcuni confratelli “cristiani” mi hanno fatto notare che Gesù non ha condannato la donna adultera. è vero – ho risposto - ma nel dirle: “Va in pace”, Gesù le ha anche detto: “e non peccare più”. Il “Va in pace” di Gesù mi appare come l’assoluzione costante del peccatore, e il “e non peccare più” come la condanna costante del peccato. Assolvere e benedire il peccatore (per esempio l’omosessuale), è un atto di misericordia, un gesto degno di Gesù; ma assolvere o benedire il peccato (per esempio l’omosessualità) non è un atto di misericordia, e non è degno di Gesù. È una cosa voluta dal demonio, suo avversario e nostro. È un abominio.
Giovanni-Paolo II ha detto: “In certe circostanze l’osservanza della Legge di Dio è difficile, molto difficile. Ma non è mai cosa impossibile”. E per completare il suo pensiero il Santo Padre ha citato le parole di S. Agostino: “Dio non comanda mai cose impossibili, ma nel comandare ti invita a fare quello che puoi. Quello che non puoi ti invita a domandarlo a Lui, e ti aiuta a potere.”
É evidente che il fatto di rendere ufficialmente legittimo l’uso dei preservativi plastici, qualunque sia il pretesto invocato, equivale ad assolvere il peccato, non il peccatore. È una trappola, un tranello degno della malizia del demonio. Di questo passo diventerà necessario benedire “matrimoni” fra persone omosessuali, e si finirà per trovare delle ragioni “legittime” per farlo.
É mai successo che un medico smetta di lottare contro la malattia? Un medico non smette di lottare contro la malattia, altrimenti a che serve? E a che serve un vescovo che smette di lottare contro il peccato? Nessuno può concepire che un gruppo di medici dichiari che il cancro non è più una malattia. Ma se un gruppo di vescovi dichiara che il peccato non è più peccato, non è lo stesso? La cosa pare impossibile, perché assurda, eppure il fatto si è prodotto nel mese di febbraio 1996, in Francia, la nazione che i cristiani hanno sempre considerata come la “figlia maggiore della Chiesa”.
Come mai dunque dei vescovi sono potuti arrivare a tanto? Perché volere opporsi al Magistero della Chiesa...? E a tutti i costi! Perché voler imitare Lucifero, l’angelo eccelso che da portatore di luce è diventato portatore di tenebre? Mistero. Questo mistero è dei più grandi, ed è probabilmente legato al Mistero di Iniquità secondo il quale Dio permette che le forze del Male abbiano il sopravvento sulle forze del Bene per un certo tempo, finito il quale il Bene schiaccia il Male e trionfa gloriosamente per l’intervento diretto della Volontà divina. Questo fenomeno si è prodotto anche due mila anni fa, quando Gesù è stato apparentemente vinto dai suoi avversari, la “Sinagoga di Satana”. Il deicidio è stato come una sconfitta del Bene, ma tale “sconfitta” si è quasi subito trasformata in vittoria, e vittoria grande, grazie alla Risurrezione di Gesù, che con i meriti acquistati morendo sulla croce è diventato nostro Salvatore.
Non è possibile dimenticare le parole che Gesù ha pronunciate a proposito del seme di grano: se prima non muore, non può germinare e produrre trenta, sessanta, cento per uno. Questa legge è presente ovunque nella natura. Ma può la Chiesa morire? Ne ha il diritto? La domanda mi spinge ancora verso i messaggi che don Stefano Gobbi ha ricevuto dalla Madonna. In data 1o gennaio 1992 trovo le parole seguenti: «Anche nella Chiesa la tenebra scenderà ancora più densa e riuscirà ad avvolgere ogni cosa. Gli errori si diffonderanno maggiormente, e molti si allontaneranno dalla vera fede. L’apostasia dilagherà come un’epidemia e ne saranno colpiti Pastori e greggi a loro affidati. In ogni parte della terra dovrà molto soffrire la Chiesa, questa mia povera figlia agonizzante e crocifissa. La contestazione al Papa si farà più forte: teologi, vescovi, sacerdoti e fedeli si opporranno apertamente al suo Magistero. Il mio Papa si sentirà sempre più solo, mentre da molti verrà abbandonato, criticato, deriso.» (1o gennaio 1992).
La grande Apostasia profetizzata da don Stefano Gobbi sembra annunciare la morte prossima della Chiesa di Cristo, ma i cristiani bene informati sanno che siccome la morte fisica non è assoluta, non è nemmeno da temere. Essa offre all’essere umano il privilegio della risurrezione, che è una grande liberazione. Per mostrare che si tratta di liberazione, ecco un altro messaggio, quello che la Madonna ha affidato a don Stefano Gobbi il 31 dicembre 1992. In esso la Madonna ci rivela quali sono i cinque segni che precederanno la nostra liberazione. Il brano scelto descrive il primo di questi segni, quello dei falsi maestri: «Vi ho più volte annunciato che si approssima “la Fine dei Tempi” e la venuta di Gesù nella gloria. Ora voglio aiutarvi a comprendere i segni descritti nella divina Scrittura, che indicano ormai vicino il suo glorioso ritorno. Questi segni sono chiaramente indicati dai Vangeli, dalle lettere di S. Pietro e di S. Paolo, e si stanno realizzando in questi anni. Il primo segno è la diffusione degli errori che portano alla perdita della fede e all’apostasia. Questi errori vengono propagati da falsi maestri, da celebri teologi che non insegnano più le verità del Vangelo, ma perniciose eresie basate su errati ed umani ragionamenti. È a motivo dell’insegnamento degli errori che si perde la vera fede, e si diffonde ovunque la grande apostasia. “Fate attenzione, e non lasciatevi ingannare, perché molti cercheranno di ingannare molta gente. Verranno falsi profeti ed inganneranno moltissimi”. 9 “Il giorno del Signore non verrà prima che ci sia stata la grande Apostasia”. 10
“Verranno tra voi falsi maestri. Essi cercheranno di diffondere eresie disastrose e si metteranno perfino contro il Signore che li ha salvati. Molti li ascolteranno e vivranno come loro una vita immorale. Per colpa loro la fede cristiana sarà disprezzata. Per il desiderio di ricchezza vi imbroglieranno con ragionamenti sbagliati”. » 11 (31 dic. 1992).
É evidente che errori di questa natura non sono errori di distrazione. La ribellione diventa sempre più aperta, visibile, ufficiale, a tal punto che persino il Trono pontificio è minacciato, e sempre più da vicino.
De Parvulis
Nessun commento:
Posta un commento